L'impegno della Giunta Soru per gli studenti sardi

di Annalisa Staffa, Marco Siddi, Gianmarco Spiga, Simone Pireddu, Giovanni Giobbe, Giulia Sardo, Chiara Casula, Matteo Arisci, Junio Valerio Palomba, Renzo Corrias

 

Siamo un gruppo di giovani amiche e amici sardi e volevamo rubarvi qualche minuto per raccontarvi la storia che ci accomuna. Speriamo che in questo momento siano attenti e interessati a quello che si dice, alle tematiche in questione, alla posta in gioco: lo sviluppo della Sardegna, il riscatto della nostra terra. Noi crediamo che questo processo di riscatto sia iniziato con vigore e forza negli ultimi cinque anni e che nonostante le difficoltà molte cose buone siano state fatte. Siamo accomunati dallʼaver vinto in anni diversi le borse di studio che la Regione Sardegna mette in palio ogni anno per il Collegio del Mondo Unito dellʼAdriatico di Duino in provincia di Trieste. In questa scuola internazionale, attraverso un percorso accademico tanto intenso quanto stimolante, siamo cresciuti insieme a studenti provenienti da tutto il mondo, abbiamo imparando altre lingue, conoscendo ed apprezzando realtà e culture diverse dalle nostre ma sempre consapevoli delle nostre origini e delle nostre radici, rappresentando con orgoglio la Sardegna e la nostra cultura. La Nostra Regione ha finanziato e continua a finanziare interamente ogni anno lʼavventura delle ragazze e dei ragazzi sardi che vincono la borsa di studio per il Collegio del Mondo Unito. Questa avventura che per noi è iniziata li, continua ancora oggi divisa per strade diverse, in settori diversi, ed in diverse parti del mondo. Quello che continua ad accomunarci è la passione, lʼorgoglio e la consapevolezza di essere sardi, ed il desiderio di difendere il futuro della nostra terra e aiutarla al meglio delle nostre possibilità e capacità per garantirle un avvenire migliore. Insomma siamo tanti amici. Molti di noi sono già affermati, altri stanno ancora studiando e stiamo accumulando conoscenze in diversi settori come tanti altri giovani sardi. Un giorno ci piacerebbe mettere a frutto le nostre capacità nella nostra terra e non solo allʼestero. Abbiamo tutti in comune oltre che passione e curiosità per ciò che ci circonda, la consapevolezza che con questa borsa di studio cʼè stato fatto un dono. Tutto questo non perché eravamo "raccomandati", ma perché ci siamo impegnati e la Sardegna ha voluto puntare sulle nostre capacità. E infatti tra di noi cʼè il figlio dellʼoperaio, il figlio del dottore, il figlio dellʼimpiegato, il figlio del politico. Questa borsa ha eliminato le differenze iniziali e ci ha reso tutti uguali in partenza. Ci ha dato le stesse possibilità e adesso ognuno, secondo le sue possibilità e capacità, sta cercando di mettere a frutto i suoi talenti. Questo è ciò che noi cittadini ci aspettiamo dalla nostra regione e dalla politica: che sia responsabile e che dia a tutti le stesse possibilità con idee e politiche come queste senza guardare prima alla provenienza dei suoi cittadini o alla convenienza elettorale… ma guardando al futuro! Secondo noi il presidente Soru ed il suo Progetto rappresentano questo tipo di politica il cuoi fondamento è il benessere di tutti e non il privilegio di pochi. Soru ci ha detto: studiate! Impegnatevi e poi tornate qua a lavorare per la vostra terra! Io proverò a darvi questa possibilità! Eʼ per questo che la Sardegna deve puntare sulle Sue risorse (umane, culturali, naturali). Dobbiamo crescere ancora tanto, dobbiamo studiare, dobbiamo riscoprire chi siamo e capire chi dobbiamo essere nel futuro… e poi impegnarci a diventarlo. Vorremmo testimoniare che la giunta del Presidente Soru sta seguendo questa strada e dobbiamo per forza continuare a seguirla. Eʼ necessario! Non lo diciamo per semplice opinione politica o per simpatia. Lo diciamo con cognizione di causa. Studiamo la politica, lʼeconomia, il diritto la società, le scienze, lʼarte… E riconosciamo che molto è stato fatto in tutti questi settori. Molti di noi per lavoro o per studio devono valutare cosa fanno i politici e devono guardare i dati. Dobbiamo insomma capire cosa vogliono dire i numeri e partendo da essi abbiamo potuto osservare che stiamo crescendo nellʼeconomia, che la sanità è stata risanata, che la scuola sta ricevendo i soldi necessari, che lʼambiente viene rispettato e valorizzato e che finalmente la Sardegna rivendica con orgoglio i suoi diritti. Forse non si possono ancora toccare con mano questi benefici. In molti credono che siano tutte fandonie. Ma guardiamo ad alcuni esempi concreti: il piano paesaggistico regionale, gli assegni agli studenti meritevoli ed il programma Master and Back, le numerose rotte aeree che ormai ci connettono al resto dʼEuropa, la riduzione degli sprechi nellʼamministrazione pubblica, i nuovi progetti per nuovi ospedali, i ticket sanitari più bassi, le nostre leggi regionali scritte finalmente anche nella nostra lingua… E la lista potrebbe continuare. Se osserviamo questi importanti risultati, scopriamo che le critiche alla giunta sono spesso solo chiacchiere. Eʼ ovvio che molti problemi persistano e che ci sia ancora tanta strada da fare. Nessun politico ha una bacchetta magica o una ricetta speciale per risolvere le cose. Ma non dobbiamo arrenderci. In Renato Soru ci abbiamo creduto 5 anni fa e dobbiamo continuare a farlo. Vivendo la Sardegna non solo "da dentro" ma anche "da fuori" e potendo osservarla con sguardo più oggettivo, scopriamo con piacere ogni volta che torniamo, che finalmente qualcosa si muove, che cʼè un fermento vitale e voglia di impegnarsi con onestà. Eʼ bello e quasi commovente in questo momento di difficoltà e crisi internazionale, di cambiamenti radicali della società, di scomparsa di valori importanti, di individualismo cieco, sapere con orgoglio che la nostra isola stia dando un esempio diverso e migliore di società al nostro paese e non solo. Vi lasciamo con le parole utilizzate recentemente in un comizio dal presidente Soru, citando un vecchio proverbio cinese "Se fai piani per un anno, semina grano. Se fai piani per un decennio, pianta alberi. Se fai piani per la vita, istruisci le persone".

 

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