29 novembre: la grande festa in Belgio con il gruppo folk "Su Nuraghe"

di Carlo Patatu

 

Mettete insieme l’idea geniale di un emigrato, aggiungete la passione di alcuni giovani e il gioco è fatto. Nasce così a Jemappes-Mons il gruppo folk Su Nuraghe. Promotore Ottavio Soddu, partito da Chiaramonti in una fredda mattina di gennaio di 37 anni fa. L’entusiasmo e la perseveranza di un manipolo di emigrati di seconda generazione ha fatto il resto. La bella avventura ha avuto inizio nel febbraio 1988. Sono trascorsi vent’anni; ma il gruppo, collegato al circolo omonimo, gode ottima salute e non finisce di collezionare successi, guidato sapientemente da Luciano Dalu, maestro e coreografo nei primi cinque anni. Da dieci anni in qua, il compito di coordinare tutte le attività, comprese le prove per tenersi in forma e per creare nuove coreografie, grava sulle spalle di Umberto Soddu. Accompagnati più spesso da-i su sonetto (la fisarmonica diatonica), ma anche dalla chitarra, dalle launeddas e persino dallo scacciapensieri, i danzatori de Su Nuraghe ballano indossando ciascuno il costume del proprio paese sardo di origine. E così, disposti in fila o in cerchio, sono la sintesi visiva e sonora delle consuetudini, delle musiche e dei colori del folklore nostrano.

Rispondendo agli inviti piovuti da ogni dove, i danzatori sardo-belgi hanno fornito saggi della loro bravura in Olanda, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Germania e, come amano sottolineare nel loro sito internet (www.sunuraghe.be ), "…nei quattro angoli del Belgio". Ma hanno pure partecipato a numerosi festival del folklore. Manco a dirlo, riscuotendo successi lusinghieri e applausi calorosi. Nel libro d’oro del gruppo figurano anche uno spettacolo nei saloni del Municipio di Bruxelles alla presenza della principessa Astrid e le comparsate in TV. Ma la prova più sentita, quella che hanno vissuto con emozione maggiore, resta pur sempre la tournée in terra sarda del 1991. Un’esperienza indimenticabile. Danzare in Sardegna era stato, fin dal primo momento, il sogno di quei ragazzi. Che essi non hanno potuto concretizzare subito, com’era nel desiderio di tutti. Hanno invece aspettato il momento giusto e si sono decisi a sbarcare da noi quando i tempi erano maturi; e cioè quando il grado di professionalità e bravura conseguito poteva permettere l’azzardo di portare la loro interpretazione personale del ballo sardo proprio laddove questo ballo era nato. Ovviamente, il successo è stato clamoroso. Ricordiamo ancora la loro esibizione, in una calda notte estiva, sul palco di piazza Repubblica, a Chiaramonti. Applausi scroscianti e richieste di bis. A riprova che, anche in latitudini diverse, quando comanda il cuore possono riproporsi momenti di emozione intensa, creare atmosfere dense di richiami e di fantasticherie straordinarie. Che fanno rivivere in terra straniera tradizioni e consuetudini che in Sardegna, purtroppo, tendono ormai a scomparire 

 

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *