Cristoforo Colombo era nato in Sardegna?

di Paolo Pulina

La notizia storica che Cristoforo Colombo “estudió en Pavia” è ritenuta veridica da due pubblicazioni apparse nel 1992 (a 500 anni dalla scoperta dell’America): la prima è la ristampa anastatica dell’opuscolo di Luigi Ponzio, “Cristoforo Colombo a Pavia. Note storico-critiche e poesie raccolte per l’inaugurazione del monumento, 4 giugno 1882″; l’altra è il volume “Colombo a Pavia” di Luigi Bonandrini (autore in seguito anche  di “Colombo: una storia senza fine”, 2002). Ma non esiste, tra gli specialisti, solo la querelle storica relativa agli studi pavesi di Colombo. Due temi hanno appassionato nei secoli i ricercatori: l’identificazione del luogo di nascita (in Spagna o in Italia?)  e di sepoltura  (a Siviglia, a Santo Domingo o a Cuba?) del grande navigatore. A Pavia questi temi sono stati oggetto recentemente  di approfondita  discussione anche in rapporto alla presenza delle presunte ceneri di Colombo (arrivate da Santo Domingo) in un’urna conservata presso la Biblioteca Universitaria. Nel 2006 un Convegno nazionale indagò tutti questi aspetti controversi. Nel 2007 Natalia Lugli, biologa vogherese, presentò una relazione (tratta dalla sua tesi di laurea)  intitolata “Dal DNA la verità su Cristoforo Colombo” tesa a dimostrare  scientificamente l’origine lombarda del cognome Colombo. Con il volume di oltre 350 pagine intitolato “Christoval Colón más grande que la legenda” (“Cristoforo Colón più grande della leggenda”), uscito nel novembre 2007, presso Amares di Saragozza, e non ancora tradotto in italiano, la spagnola Marisa Azuara ha agitato le acque del mare magnum delle ricerche colombiane. Colombo “estudió en Pavia” secondo quanto ha scritto don Fernando, figlio secondogenito dell’Ammiraglio e di Beatrice Enriquez de Arana. Per la Azuara  l’affermazione è plausibile (“tiene visos de ser certa”): “Christoval de Sena ebbe così occasione di assistere alle lezioni magistrali che Regiomontano e i principali umanisti dell’epoca (invitati da Rodolfo Agricola) impartivano nelle aule dell’Università di Pavia, quando accompagnava il proprio zio, Enea Piccolomini [cioè Papa Pio II]. Questi visitava assiduamente il suo amico Bartolomeo Visconti e il proprio nipote, arcivescovo della città, Iacopo Ammannati Piccolomini. Questa circostanza è confermata dalla presenza del sigillo di papa Pio II nelle stanze del castello Roccabianca di Pavia [sic! in realtà: Parma], una delle numerose residenze che i Visconti avevano nella regione”. De Sena (di Siena), Piccolomini: da dove saltano fuori questi cognomi per il nostro immortale Christoval? Scrive la Azuara: “Verificando negli archivi araldici italiani l’origine della famiglia dei Piccolomini, si conferma che questo casato patrizio della Toscana si unì in matrimonio da tempi immemorabili con membri della famiglia Colombini (ramo del casato dei Colombo di Cuccaro, Monferrato, residente a Siena; entrambi i rami a loro volta provenivano dal tronco della Casa Rossi di Parma), ragion per cui i suoi discendenti li si conosceva indistintamente come Piccolomini o Colombini di Siena. Tanto i Piccolomini come i Colombini erano originari del Pavese, regione di Pavia che confina con Tortona, Cuneo e i domini dei Doria”. In estrema sintesi: la studiosa spagnola è certa che Colón era italiano ma è convinta  – e la notizia  naturalmente ha destato scalpore  presso i sardi –  che egli era nato in Sardegna e non a Genova. Per la Azuara Christoval Colón era lo pseudonimo di un nobile sardo dei Piccolomini: Colón deriverebbe dall’eliminazione di una sillaba all’inizio e alla fine del cognome [Pic]colomi[ni]. Con questa operazione di “limatura” si volle dare origine a una nuova stirpe che cancellasse l’accusa di fellonia e di lesa maestà che pesava sulla famiglia dopo che un antenato si era ribellato contro il re di Aragona. Cristoforo, figlio di Salvatore da Siena Piccolomini (grande Ammiraglio di Sardegna) e di Isabella Alagon di Arborea, sarebbe nato  nel 1436 (e non nel 1451!) nel castello di Sanluri (a metà strada fra Oristano e Cagliari) e avrebbe trascorso la giovinezza tra Oristano, Tortolì e Castelsardo a studiare le scienze e la nautica. L’origine aragonese della madre dovrebbe essere la prova che la Corona d’Aragona  giocò un ruolo importante nella scoperta dell’America. Il Circolo sardo “Logudoro” ha intenzione di invitare a Pavia  la studiosa spagnola per permettere a lei  di esporre le sue tesi controcorrente e per offrire ai pavesi la possibilità di discuterle.

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