La famiglia Modigliani in Sardegna: Amedeo e Medea

di Massimiliano Perlato

 

Tutti ne parlano. Tutti ne sono a conoscenza. Ma nessuno ne ha mai scritto in modo esplicito. Che la famiglia Modigliani abbia avuto in Sardegna interessi professionali, è risaputo. Che siano stati fatti studi e ricerche su come, quando e perché i Modigliani abbiano deciso di trasferire dalla Toscana al Sulcis Iglesiente, parte delle loro attività è evidente. Ma ciò che ancora restava ai margini dell’approfondimento storico era la possibilità che Amedeo Modigliani avesse soggiornato nella casa paterna di Grugua, località a cavallo tra i comuni di Iglesias e Fluminimaggiore. A fare chiarezza tra tanti dubbi e possibilità ci ha pensato la mostra "Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi", vista anche nel Castello di San Michele, a Cagliari. L’evento, ha portato alla luce documenti, fotografie e testi dell’epoca che attestano in maniera inconfutabile quanto avvenuto ad Iglesias dal 1870 ai primi anni del 1900, e, di conseguenza, in quale modo i Modigliani abbiano operato nel capoluogo del Sulcis proprio negli anni in cui la città andava trasformando la propria economia da agricolo pastorale a capoluogo dell’industria mineraria. E inoltre, un quadro, il ritratto di Medea, firmato Amedeo Modigliani, parla del quotidiano dell’epoca, ovvero di chi frequentava la famiglia Modigliani durante il soggiorno sardo. Insomma un intreccio familiare che parla della vita di quel periodo e ne racconta le vicissitudini di tutti i giorni. Una ricostruzione che, attraverso le vicende personali, fotografa uno spaccato storico importante nella crescita di quell’angolo della Sardegna che, spesso, è archiviato nella memoria collettiva come sede di antiche miniere oramai dimesse. Eppure, la famiglia Modigliani, nel periodo in cui prese dimora a Grugua, oltre a fare scempio di alberi, a causa di una legge per il "disboscamento selvaggio", diramata da Cavour, fu tra i primi promotori dei prodotti sardi nel mondo. Grugua era diventata una meravigliosa piantagione, producendo uva da vino. I vini di Modigliani prodotti in Sardegna, furono tra i primi ad avventurarsi oltreoceano per sbarcare in America e venire commercializzati. A far si che questi prodotti venissero esportati contribuì Tito Taci, anche lui toscano giunto ad Iglesias per aprire un albergo, amico di Flaminio padre di Amedeo. I due strinsero un legame che li portò a condividere molti momenti di vita privata. Naturale dunque, che i sei figli di Tito conobbero e strinsero amicizia con i tre figli di Flaminio. Anche se la moglie separata di Flaminio continuava a vivere a Livorno, i collegamenti marittimi fra la città toscana e Cagliari attraverso la compagnia di navigazione "Rubattino", permettevano ai figli di varcare il Tirreno. Medea Taci così incontrò Amedeo Modigliani durante l’unico soggiorno in Sardegna. Medea era un’avvenente giovane donna dai capelli rossi, un dettaglio quest’ultimo di non poco rilievo visto che il colore fulvo delle chiome è un particolare ricorrente nelle opere di Amedeo. Immediata perciò potrebbe essere l’intuizione del perché Amedeo ritrasse Medea. Ma, a dispetto dalle facili deduzioni, la causa scatenante il ritratto a Medea è un’altra. Amedeo rimase colpito dalla ragazza, però a rendere forte l’esigenza di dipingerne il volto fu il fatto che Medea, ammalata, morì a causa di quella forma di meningite tubercolare di cui soffriva lo stesso Amedeo. Insomma, Amedeo ha voluto fermare sulla tela il ricordo del volto che tanto lo ha colpito nel periodo dell’adolescenza ed ha voluto far dono del ritratto ai familiari della ragazza scomparsa. Proprio i parenti di Medea, una volta persi i contatti con i Modigliani, non essendo a conoscenza della volontà di Amedeo che voleva distrutte le proprie opere giovanili, conservarono l’opera tramandandola in eredità di padre in figlio. E’ questa, la traccia attraverso la quale è stato ricostruito il passato di Modigliani in Sardegna. Pochi giorni importanti per ricostruire quel vuoto biografico che, per volontà della mamma dell’artista, era sempre rimasto all’oscuro delle cronache. Una scelta, quella di non parlare dei rapporti di Amedeo con il padre, dovuta non solo ai fatti che gli incontri erano sporadici, ma anche per una sorta di riserbo nel non divulgare in modo plateale della separazione che avrebbe all’epoca potuto sembrare "sconveniente". Che Amedeo conoscesse la Sardegna resta un episodio non certo trascurabile, visto che l’isola ne ha fissato il ricordo attraverso il ritratto di Medea.

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Un commento

  1. Marco Marinelli

    Tutti sanno che Modigliani non è mai stato in Sardegna, né a Catania. Quel ritratto a Medea Taci non è assolutamente opera di Modigliani così come non lo è il ritratto di Sant’Agata di Catania: sono entrambe ‘invenzioni’ a scopo di dolo del pregiudicato Christian Parisot.

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