Al "Su Nuraghe" di Parabiago, un convegno per ricordare Giuseppe Dessì

di Paolo Pulina

 

 

Nel pomeriggio di domenica 20 aprile 2008, a Parabiago, presso la sede sociale, per iniziativa del circolo dei sardi "Su Nuraghe" di Canegrate-Parabiago, in collaborazione con la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e la Regione Sardegna-Assessorato del Lavoro, è stato organizzato un incontro per commemorare lo scrittore, drammaturgo e saggista Giuseppe Dessì (nato a Cagliari il 7 agosto 1909 e morto a Roma il 6 luglio 1977). A presentare l’iniziativa culturale da parte del circolo sono stati la presidente Maria Francesca Pitzalis e il coordinatore  della commissione cultura Piero Ledda. Il sindaco di Canegrate, Valter Cassani, ha portato il saluto ai numerosi partecipanti. Personalmente ho sottolineato il fatto che, nel corso del 2007, nel  trentesimo anniversario della morte, non solo la Fondazione a lui intitolata e che ha sede a Villacidro (il paese in cui ha vissuto infanzia e adolescenza e che ha descritto in memorabili pagine dei suoi romanzi) ma anche diversi circoli degli emigrati sardi organizzati dalla FASI  hanno inteso  evitare che cadesse l’oblio su Giuseppe Dessì, personaggio sardo di levatura nazionale: si pensi che Dessì non è neppure citato  dal sito Internet "Nur on line", creato dalla Regione Sardegna per valorizzare gli uomini e le donne che hanno dato lustro alla storia e alla cultura dell’isola. A Giuseppe Dessì sono intitolati due circoli di emigrati sardi nell’Italia continentale (quelli di Trento e quello di Vercelli) e il circolo sardo di San Paolo in Brasile ma le iniziative culturali volte a far conoscere la sua opera sono sempre state pochissime fuori della Sardegna (tra queste una promossa dal Circolo culturale sardo "Logudoro" di Pavia nel novembre 1999 e tenuta presso l’Università, con relazioni dei professori Nicola Tanda, Angelo Stella e Clelia Martignoni). Benemerita è stata quindi sicuramente la manifestazione con cui il circolo "Su Nuraghe" di Canegrate-Parabiago ha voluto rendere omaggio al grande scrittore sardo, sulla scia di quanto già era stato fatto in precedenza dai circoli sardi di Rivoli, Cesano Boscone, Vercelli, Trento, Ostia Lido. Nicola Tanda, già ordinario di Letteratura e Filologia sarda presso l’Università di Sassari, nella sua lezione magistrale ha ricordato il suo sodalizio culturale con Giuseppe Dessì, che produsse nel 1965, per l’editore Mursia di Milano, l’antologia  "Narratori di Sardegna" in cui trovarono posto non solo i testi degli autori sardi "classici" ma anche le poesie in lingua sarda premiate al "Premio Ozieri" di letteratura sarda. Tanda ha tratteggiato la figura di Dessì divulgando i risultati delle sue analisi critiche sullo scrittore presenti negli ultimi suoi libri,  "Un’odissea de rimas nobas. Verso la letteratura degli italiani" (Cuec, 2006) e "Quale Sardegna? Pagine di vita letteraria e civile" (Carlo Delfino editore, 2007). Ecco due citazioni chiave da questi due volumi. La prima: "Dessì si avvale dei modelli elaborati dalla prosa del soggettivismo lirico del Novecento e, soprattutto, dei procedimenti della memoria proustiana (…). La Sardegna è subito al centro del suo progetto narrativo, mediata, come immagine, dalla memoria (…). Nella raccolta di testi di autori che testimoniano, come dice il titolo, ‘La scoperta della Sardegna’, il curatore Dessì opera una acuta e originale lettura antropologica e critica della società sarda". Ecco la seconda citazione: "Grazia Deledda ha consegnato all’immaginario europeo una Sardegna mitica;  Giuseppe Dessì ha evocato una Sardegna storica nelle sue opere e in particolare in quella summa di riflessioni e di elaborazione concettuale che è il suo racconto drammatico, ‘Eleonora d’Arborea’". Giampaolo Milazzo, docente di storia dell’arte, si è soffermato sul romanzo oggi più conosciuto di Dessì, "Paese d’ombre", per il quale ricevette il "Premio Strega" nel 1972 e col quale ha dato alla sua Villacidro e alla zona intorno uno straordinario lascito culturale che, si spera, il Parco Culturale "Giuseppe Dessì" possa e sappia sfruttare al meglio

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