IL GIOVANE E INTRAPRENDENTE BROKER FINANZIARIO: MATTEO PILATO, IL GRANDE GATSBY

Matteo Pilato


di Virginia Saba *

Bretelle, scarpa doppio colore e mondo in mano nell’abito di sartoria. È la doppia versione di Leonardo Di Caprio nell’ultima annata del cinema: capelli dorati e viso sveglio ne Il Grande Gatsby e The Wolf of Wall Street. Indimenticabili. Fanno del mondo un cartoccio, in modo diverso ma ugualmente raccapricciante. Eppure sono miti, sogni da rincorrere. Per emulare loro, almeno un po’, basta una falciata romantica al prato per accogliere la Daisy di turno (perduto amore di Gatsby), oppure un gessato crema, o ancora mostrare ricercatezza nel parlare, distinguersi per un’efferata e rara intelligenza, rischiare, vivere al massimo. Ma poi diventare ricchi come loro, in un caso o nell’altro, è una faccenda molto più complicata dello stile. Fatto sta che a Cagliari c’è un uomo coi capelli biondi “non tagliati” che ricorda i due ultimi affascinanti personaggi di questo Leo Di Caprio incomprensibilmente senza Oscar.  Porta davvero le bretelle. Parla davvero sperando di rianimare parole moribonde. L’occhiale nero accerchia occhi svegli, ha pregiudizio sugli altri, ma positivi. Cravatta fine, calze che durano al massimo una stagione; quelle più costose da sembrare una seconda pelle. Matteo Pilato la sua età la svelerà solo a fine intervista lasciando interdetti coloro che, ascoltandolo, gli rifilerebbe una decina di anni in più, ma non certo per l’aspetto fisico. Di lui  si sa che ha appena acquistato una grande casa per le vacanze (in un luogo bellissimo), che ha un’ auto sportiva e che come The Wolf of Wall Street è un broker finanziario. Gioca coi numeri, fa previsioni, rischia, si arricchisce. 
Gli piace cucinare in giacca e cravatta, legge “L’arte della guerra” di Sun Tzu e vive a Monaco. Come dicono gli eroi, il rischio è il suo mestiere. «Vado a cercarlo, è adrenalina, e mi piace l’adrenalina…». E allora spazio anche al paracadutismo e sport estremi.

L’ultimo affare da broker? Venti milioni di euro.

Dove? Ho firmato in una villa, sono andato a prendere…un té.

Come è cominciato tutto? Vengo da una famiglia normale, e voglio sottolinearlo. Sono figlio unico. Ho voluto fare questo lavoro dal momento in cui ho visto in tv il film Wall Street. Col tempo mi sono ritrovato quotidianamente a leggere quotazioni di borsa. Inoltre mi affascinavano le persone di successo e volevo vestirmi in un certo modo. Ed eccomi qui.

Il più giovane promotore finanziario. Avevo 19 anni, lavoravo per una Banca, segnalavo i clienti e studiavo per iscrivermi all’Albo.

Un “cranio”? Direi che a scuola avevo medie normali. Ora sto prendendo una Laurea a Como in scienza bancaria e assicurativa. Una facoltà di Economia non ha competenze per il lavoro che faccio, alla fine non ti fa conoscere nulla di mercati. Cinque anni di banca alle spalle sono un’altra cosa. Conta moltissimo anche avere una cultura linguistica. Ora parlo inglese e francese.

Prima la gavetta, poi che è successo? Mi sono innamorato del mio lavoro. Ho preso tante di quelle porte in faccia! Andavo dai notai per proporre situazioni di investimento, ma con serenità, e questa è stata la mia forza. Perché se ti crei cento opportunità alla fine possono andarti male tutte, se ne crei mille qualcuna va bene per forza. Statistica. Alla fine qualcuno mi ha dato fiducia. Uno di loro in particolare.

Chi? Non posso dirlo, vive a Cagliari. A ventanni mi ha affidato una cifra a sei zeri.

Sono arrivati i soldi, quale è stato il primo acquisto? La Porsche. I miei genitori sanno che viene tutto dal sacrificio, chi non mi conosce invece pensa di tutto e di più. Invece ho una rata, ho dato all’auto la priorità del mio guadagno per avere una certa immagine lavorativa: conta moltissimo, è fondamentale col cliente. Così compro anche gli abiti sartoriali, ho un bell’orologio, mi piace l’eleganza. Al cliente devi prima di tutto vendere te stesso, la prima impressione è importante.

E ora al tuo cliente dai un consiglio da broker finanziario. Sono appassionato di obbligazioni ad alto rendimento, non sono uno speculatore. L’ultimo titolo che ho acquistato è il Venezuela, perché a fronte di un elevato rischio si può ottenere un elevatissimo rendimento. Ma questo è solo un parere soggettivo.

Ci fidiamo. L’episodio che ha dato la svolta? Il mio rapporto con la mia vecchia banca era scaduto e il mio partner mi ha lasciato. È stato un brutto momento, sembrava tutto finito. Ma un mese dopo ho iniziato a collaborare con una banca di affari milanese. Da lì è cambiata la mia vita. Pochi clienti ma ottimi.

Mamma e papà cosa dicono? È da quando ho 16 anni che vivo da solo e mi do da fare. Loro mi rispettano.

Sembra la storia di The Woolf of Wall Street, dove Di Caprio è un esuberante avvincente Jordan Belfort, broker dalla vita dissoluta, troppo dissoluta. Ti ci rivedi? Mi sono rivisto nelle situazioni di gruppo, ho ritrovato un attaccamento importante al lavoro, è vero poi che quando chiudi un affare hai l’appoggio di tutti. È poi vero, anche, che molti colleghi si ritrovano, dopo cena, in situazioni goliardiche, ma il film era certamente una esagerazione. In ogni caso non è il mio caso.

Tranquillizzati mamma e papà, c’è poi la fidanzata (bellissima). Il fascino del broker, uomo di talento che ama il lusso, attira forse troppe donne, no? Ma io non sono uno che va in cerca di donne, ho un legame da oltre dieci anni. Quando lei (seconda al concorso Miss Italia ndr) mi ha conosciuto non avevo nulla, poi si è evoluto anche il rapporto.

Come vestiresti una donna per andare al lavoro? Tailleur, gonna e giacca, ma lo stile, quello deve averlo. A me colpisce molto una donna con l’orologio. La classe si vede dai movimenti, non tanto dalla sua formazione. Un esempio? Come accavalla le gambe dice tanto.

Ma nella vita privata chi è Matteo Pilato? Viaggio e bevo una birra con gli amici. Per ora il mio lavoro è la priorità, ma perché non è un lavoro semplicemente amo ciò che faccio. Più in là potrei mollare un po’ e avere quattro bambini.

Gli investimenti? Studio nanotecnologia. Sono anche un imprenditore e cerco valore aggiunto. Ho fondato un’attività da un anno e mezzo, vediamo che fare. Riguarda il trattamento e protezione di superficie di beni di lusso.

I giovani immersi nella crisi hanno sognato con il lupo di Wall Street. Cosa consigli a loro? Devono dare molta importanza alle relazioni personali. Se si aggiunge un impegno costante il successo è assicurato. Su duecento contatti riesci a prendere almeno un appuntamento, e magari è quello che può cambiarti la vita. Insomma, bisogna darsi da fare, così capitano anche i colpi di fortuna.

Matteo Pilato ha solo 27 anni, «ma ai clienti lo dico solo dopo la firma».  Ha portato avanti con devozione una passione coltivata da bambino, quando ha avuto orecchie per ascoltarsi. Ci accompagna alla porta con una mano in tasca, va via anche lui. Fa ronzare la sua auto e scappa via. Al prossimo tè.

* La Donna Sarda 

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7 commenti

  1. Ce ne fossero di ragazzi così… Anche meno intraprendenti ma con tanta voglia di fare. Il difetto di noi sardi è compiangersi e non lottare per avere quello che si vuole. Questo è l’esempio vivente che se semini prima o poi qualcosa raccogli.
    Ciao B

  2. Il trionfo dell’apparire rispetto all’essere. Spero sia il taglio giornalistico ad avere voluto sottolineare tante piccolezze, e non la povertà’ dei contenuti del collega. Quella del consulente finanziario e’ una professione dura importAnte e delicata, dove si ha a che fare con il denaro e i progetti del cliente, che impongono il massimo rispetto e la massima serietà’. Che c’entra la Porsche e l’abito di sartoria? Che c’entra la cinematografia? La laurea a Como nelle materie “pratiche e concrete” dove la povera economia e commercio non garantisce il modello di alta sartoria di essergli utile per una’adeguata scalata sociale e di censo? Mah…

    • Già….sante parole…complimenti al signore che da importanza alla Porsche e all’orologio, perché ‘devi prima di tutto vendere te stesso’.
      Perché non provate a fargli una bella intervista ora, magari chiedendogli come mai non è in grado di saldare fatture da meno di 100 euro….lui e il suo ‘apparire’.
      Auguroni…..

  3. Ecco i personaggi da Commedia dell’Arte che affollano il mondo.
    Rincuora sapere che truffatori di altre nazioni hanno avuto credito, e prodotto danni, ben più ampi. Non sarà Elizabeth Holmes ma nel suo piccolo ce la mette tutta per sopperire, con le bretelle e le calze, alla mancanza di competenze e, soprattutto, etica professionale.
    Tanto finché a rimanere in mutande sono gli altri non è poi così grave, e se dovesse rimanerci lui possiamo stare sicuri che dureranno al massimo una stagione.

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