L’ARCHITETTO MARCO MELIS DA VILLAGRANDE A BARCELLONA PER LAVORO: IN CATALOGNA SI OCCUPA DI MODELLISMO

Marco Melis

«Un giorno vorrò tornare? Sì, certo. Farò esperienza in giro per il mondo, dopo Barcellona magari mi stabilirò in altre nazioni. L’obiettivo? Conoscere e scoprire più cose possibili relative al lavoro e al mondo, poi tornare nella mia Isola e applicare le mie conoscenze lì. Sì, ne sono certo: un giorno tornerò.»

Classe 1992, villagrandese di nascita, l’architetto Marco Melis adesso è a Barcellona a fare “il lavoro dei suoi sogni”.

Ma torniamo un po’ indietro.

«Ho perso del tempo prezioso dietro cose che poco avevano a che fare con me» dice, «anni a inseguire l’ingresso nel settore universitario delle professioni sanitarie per rendermi poi conto che non era la mia strada.»

Poi, la scelta, quella che svolta tutto, che dà un senso e colora: Architettura. Melis è nel suo mondo, finalmente comprende quale sia la via giusta da percorrere. Si laurea con il massimo dei voti sia alla Triennale che alla Magistrale.

«A partire? Spinto sia dalla situazione politica italiana che dalla mancanza di lavoro. A Cagliari trovavo solo tirocini sottopagati che non mi permettevano di pagare nemmeno l’affitto.»

Dopo la corona d’alloro, allora decide di partire, direzione Barcellona, per un traineeship in uno Studio di Architettura: dura da marzo 2023 a giugno dello stesso anno, ma quei tre mesi sono cruciali per il suo percorso futuro. Certe volte è proprio il destino che sceglie per noi, in questo caso lo fa in modo eccelso, perfetto, con una combinazione di tessere del puzzle corretta. Infatti a Marco viene dato il compito di occuparsi di modellini architettonici, cosa che durante gli anni universitari adorava particolarmente fare.

«I primi giorni? Un disastro» ride. «Ero partito dall’Isola avendo una casa, ma una volta lì per dei problemi non ho potuto stabilirmi lì e per giorni ho vissuto in un ostello. La tentazione di prendere il primo aereo per Cagliari era forte. Ma ho tirato fuori tutta la mia volontà e ho cercato semplicemente di sopravvivere, di arrangiarmi. Poi però, una volta sistemata la questione, è stato davvero bello: Barcellona è una meta turistica, io non avevo mai vissuto in una grande città e temevo fosse caotica. Mi sono reso subito conto che invece non è così: in breve tempo arrivi in ogni parte della città, tutto è a portata di mano. Palazzi bassi, tutti a misura d’uomo, e vita da quartiere… non troppo distante da Cagliari, dove avevo vissuto molto a lungo.»

Per la lingua Marco però trova qualche problema: nel 2018, era partito nel nord della Spagna in Erasmus e pensava di trovare a Barcellona lo spagnolo ma…

«Lì tutti parlano il catalano, e ci sono anche molto affezionati. Si assomigliano, ma non sono uguali e ho avuto dei problemi. Il catalano, se ci si pensa, ha più similitudini con sardo e italiano che con lo spagnolo stesso. Ma mi sono imposto, anche se comunque adesso va molto meglio, di fare dei corsi per migliorare ancora la mia conoscenza di questa lingua.»

Ok, quindi abbiamo detto che il tirocinio dura fino a giugno 2023, dopodiché Marco torna in Sardegna per l’estate e intanto manda mille curriculum per tornare a Barcellona.

«Ecco, il problema allora era proprio la mia scarsa conoscenza del catalano. Quindi non importava quanta esperienza avessi, dovevo essere pronto a parlare con i clienti, e i clienti parlavano il catalano. Quindi nessuno mi teneva ovviamente in considerazione. Poi improvvisamente, trovo una posizione aperta: fare modellini. Proprio quello che avevo fatto in quei tre mesi, un lavoro del quale mi ero innamorato. Mi sono candidato e, assurdo, il giorno dopo sono stato contattato. Abbiamo stabilito una data di rientro in città, mi sono presentato al colloquio e il giorno dopo ero assunto.»

Melis lavora quindi da allora in un’azienda che si occupa di modellismo, non sono di architettura ma anche del settore tecnico industriale.

«Mi occupo di fare modellini sia architettonici che industriali. È un qualcosa di molto diverso da quello che immaginavo dopo la laurea, ma ho scoperto che è il lavoro dei miei sogni. Insomma, mi pagano per fare qualcosa che avrei fatto per hobby! Ho pensato di aver perso tanti anni dietro cose non giuste per me e che il fato mi avesse ricompensato con un lavoro che amo, trovato per caso e anche in fretta!»

Barcellona a Melis piace proprio tanto. «La gente si gode le giornate a 360 gradi. Vivi il quartiere, esci molto: è un bellissimo ambiente. Al bar? Sempre pieno di persone che chiacchierano, dal ragazzo che è appena uscito da scuola alla settantenne che si beve un bel Vermut, ai bimbi che corrono sul triciclo mentre i genitori si concedono una birra. Poi ci sono le strade alberate che trasmettono tranquillità e tutto non sembra grande e maestoso ma tranquillo. E poi c’è il mio amato mare, senza il quale non potrei vivere. Sono cresciuto a Villagrande, a venti minuti dalle spiagge, e a Cagliari quando volevo staccare andavo al Poetto. Qui è la stessa cosa. Barcellona poi ha tanti tratti simili a Cagliari e a volte sento meno la mancanza proprio perché mi sembra di non essere poi così lontano.»

La l’Isola è un punto cardine della sua vita, Melis è perentorio.

«La Sardegna mi mancherà sempre. Dell’Isola mi mancano le persone, mi manca la mia famiglia a cui sono legatissimo e mi mancano quegli amici che sono diventati anche loro famiglia. C’è sempre la nostalgia. Sono le persone, per me, che fanno la Sardegna, e tutte le volte che posso torno. La famiglia è troppo importante, è quel pilastro su cui ti potrai appoggiare sempre. E poi… cosa lo dico a fare? Mi mancano i culurgiones, i gathulis, le tzipulas, il casu agedu, i formaggi dello zio, ma se parliamo di cose da mangiare facciamo notte!» scherza.

«Un consiglio a chi vuole partire ma ha paura? Fate le cose non dico senza riflettere ma senza farlo troppo, di colpo. Alla fine, al massimo si ritorna a casa, non succede nulla. Ma se va bene, potreste conoscere qualcosa anche di voi stessi. Se non mi fossi buttato, non avrei mai scoperto tante cose, non starei vivendo questo. Hai la minima idea di fare le valigie? Falle! Ti arricchisce sempre un’esperienza simile. Ti rende consapevole di quello che sei, di ciò che ami, del luogo dove vuoi vivere. Inizi anche a conoscere meglio i tuoi limiti, guardi dentro te stesso e scopri chi sei veramente, qual è il te stesso corretto, quello che magari non hai mai mostrato ma che fuori viene naturale essere.»

E sul ritorno? Certo. Melis tornerà nell’Isola, ma solo dopo aver calcato diversi posti del mondo. Perché casa è casa.

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