ANGELA GUISO, NEL SUO IMPORTANTE STUDIO CRITICO SU “GADDA E LA CULTURA DEL ’900”, INFORMA ANCHE SULLA BREVE ESPERIENZA DI LAVORO IN SARDEGNA DEL “GRAN LOMBARDO”

Come ho preannunciato nel mio ultimo articolo su Carlo Emilio Gadda pubblicato su questo sito (si veda al link:
http://www.tottusinpari.it/2024/04/07/quei-giorni-di-ugo-foscolo-a-pavia-raccontati-da-cesare-angelini-e-sbeffeggiati-da-carlo-emilio-gadda-in-una-farsa-teatrale/ ), concludo la registrazione dei riferimenti che Gadda riserva alla Sardegna (tema con cui ho cominciato la serie di queste “scorribande” gaddiane) dopo aver letto il  recentissimo volume che la critica letteraria nuorese Angela Guiso ha dedicato a “Gadda e la cultura del ’900” (Roma, Inschibboleth edizioni, pp. 222).
Se si scorre la ricchissima bibliografia che Guiso allega alla sua appassionata e appassionante ricerca, al di là di uno scritto filosofico 1983 di Remo Bodei (Cagliari, 1938-Pisa, 2019), di un’analisi critico-letteraria datata 1999 del “Pasticciaccio” da parte di Sandro Maxia (Cagliari, 1932-2022)  e di un saggio di Antonio Romagnino (Cagliari, 1917-2011) su “Carlo Emilio Gadda e la Sardegna” (nel volume “Torri e mare”, Cagliari, AM&D, 1995, pp. 58-75), Angela Guiso emerge tra gli studiosi sardi per la costanza dei suoi “ragionamenti” attorno alla figura e alle opere  di questo scrittore così “ingarbugliato”.
Guiso ha fatto oggetto di attenzione critica l’opera del “Gran Lombardo” in due saggi critici di diversa dimensione (“Il pasto di Polifemo. Il prepotere dell’io fagico in Gonzalo-Gadda”, 2007; e “Gadda, un lungo guardare. Forme e colori della Cognizione”, 2009), entrambi ripresi nelle pagine del libro di cui trattiamo, prima della cui apparizione il riflettore viene puntato da Guiso su “Il primo impiego a Cagliari dell’ingegner Gadda” e  su “L’eredità di un ingegnere ‘inetto a cicalare con brio’” (due articoli per “L’Unione Sarda”, il primo del marzo 2011, il secondo del gennaio 2013) e, più recentemente,  su “La Sardegna dell’ingegner Carlo Emilio Gadda”  con un saggio di dieci dense pagine (integralmente riportate nel libro) uscite nella prestigiosa rivista nazionale  “Il Ponte”, n. 4/2022.
Gli scritti pubblicati da Romagnino, da Guiso e, se è permesso, anche dal sottoscritto su questo sito, “facilitano” senza dubbio la conoscenza e l’approfondimento del tema “Gadda e la Sardegna” (a seguito dei pochi mesi di lavoro nell’isola, da agosto a novembre 1920, presso la Società Elettrica Sarda, del giovane ingegnere da poco laureato). Sul clima e sugli abitanti della Sardegna Gadda non lesina certe espressioni “diciamo così, intemperanti” (Guiso) ma “da uno che criticava fortemente sé stesso bisogna aspettarsi definizioni ‘antipatizzanti’” (Guiso). Giudizio naturalmente condivisibile.

Nota finale. Il libro di Angela Guiso apre orizzonti conoscitivi davvero intriganti naturalmente per chi conosce le opere di e su Gadda e per chi si orienta tra quelle di questi autori che Guiso individua come coloro che «seppure con una lingua diversa, hanno declinato le medesime affezioni così come hanno dimostrato di aver patito un uguale disagio» rispetto a quello da cui è stato afflitto l’ingegnoso ingegnere-scrittore lombardo: «Dunque Gadda può collocarsi vicino ad Alfred Kubin, Gottfried Benn, Fernando Pessoa e Friedrich Dürrenmatt e trovare elementi di consanguineità in altri “ipersensibili”  – Italo Calvino docet – artisti del Novecento. Ma l’indagine sui rapporti dell’Autore con la coeva cultura europea lo rivela profeta di aristocratiche soluzioni narratologiche e interprete raffinato di enunciati psicoanalitici e filosofici, accanto a Michail Bachtin, Jacques Lacan, Maurice Merleau-Ponty e ai chiosatori delle anse culturali del suo tempo».

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. GRAZIE!
    Ringrazio Paolo Pulina per la bella e graditissima recensione del mio saggio su Carlo Emilio Gadda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *