TRA LE PAGINE DI UN’AMICIZIA, MARIA GIACOBBE E DOLORES TURCHI: LE LETTERE, L’AMORE PER LA SCRITTURA, UN DOLORE COMUNE

Maria Giacobbe e Dolores Turchi

Dolores Turchi (Nuoro 1935) scrittrice e studiosa di tradizioni popolari, dopo avere appreso la notizia della scomparsa di Maria Giacobbe (Nuoro 14 agosto 1928-Copenaghen 27 gennaio 2024), ricorda l’ultima lettera che le aveva inviato a Natale per gli auguri ma soprattutto per avere notizie sul suo stato di salute.

“Aspettavo la sua risposta ai miei auguri di Natale, poi la notizia della sua morte ha giustificato il ritardo”.

Entrambe di origini santupredine erano legate da sincero e profondo affetto. Dolores era amica fin dall’infanzia della sorella Caterina, mentre con Maria si sono ritrovate più tardi e non si sono più lasciate.

“Le nostre case – prosegue Dolores -, disegnavano un triangolo culturale con Grazia Deledda, abitavamo tutte e tre a poca distanza. Nel ‘57 Maria aveva sposato lo scrittore danese Uffe Harden e si era trasferita a Copenaghen dove erano nati Thomas e Andreas. Ogni estate ci incontravamo a Cala Liberotto, al Gologone oppure a casa mia. Ci sentivamo spesso, ma soprattutto fra noi è intercorsa una puntuale corrispondenza durata oltre 40 anni. Lettere preziose e importanti dove ci scambiavamo idee, opinioni, progetti, notizie sugli amici comuni, esprimendo giudizi anche in merito alle nostre letture”.

Chi era per lei Maria Giacobbe e che cosa vi accomunava?

“Una amica, una compagna di viaggio, una sorella. Ci univa l’amore per la scrittura, la comune conoscenza su Grazia Deledda, i viaggi e gli interessi condivisi. Ci scambiavamo i nostri libri con grande interesse e piacere. “Ho appena terminato di leggere il tuo romanzo Con lo sguardo al passato – scriveva Maria che molto apprezzava il lavoro culturale dell’amica -, e voglio subito farti i miei complimenti, dirti che il tuo libro mi ha di nuovo fatto sentire a Oliena come anch’io l’ho conosciuta. Speravo di trovarci anche il mio caro tziu Menduledda … ma tu forse non lo hai mai incontrato e nel tuo libro non compare” (agosto 2017)”.

Ma soprattutto le accomunava la grande prova che entrambe avevano subito. Nel 2009 Dolores aveva perso il figlio Walter a 49 anni per un male incurabile, nel 2019 Maria aveva perso Andreas a 55 nel mare di Orosei. Due madri accomunate dall’eterno dolore per la perdita di un figlio. Quel dolore le aveva minate dal profondo. Bastava un lieve accenno per riaccendere in loro l’antica ferita ma questo non aveva tolto ad entrambe quel desiderio di conoscenza che le caratterizzava. Almeno così è stato per un certo lasso di tempo. Poi il peso degli anni e dei malanni, la rapida e inesorabile diminuzione della vista per Maria e il deficit uditivo per Dolores avevano inciso su quel proposito e modificato per entrambe la vita di relazione, Maria aveva sempre più diradato i suoi viaggi e Dolores ha declinato tutti gli impegni.

“Ma nonostante questo – scriveva Maria (dicembre 2021) -, non dimentico quanto io sia privilegiata in questo momento così drammatico e difficile per milioni di persone. Ho una famiglia, molti amici che mi vogliono bene e un’economia che non mi desta preoccupazioni”.

La Giacobbe è stata un’intellettuale impegnata fino alla fine, seguiva gli avvenimenti del mondo con sorprendente lucidità e nell’aprile 2022 scriveva “Soffro molto per questa ingiustissima e crudelissima guerra voluta e condotta da un pazzo sanguinario. Mi pare di rivivere l’altra guerra che ho vissuta con tanta angoscia durante la mia lontanissima adolescenza. Quando finirà tutto questo? Dio ce la mandi buona”. Pensiero che aveva già tradotto in versi: “La pace e l’amore/ sono un sogno sfuggente/una promessa mancata/una guerra totale/incombente/ … Ma in questo grande buio/che acceca il pianeta/s’alzarono or ora/le giovani voci/dei figli di quei pastori/E ci ridanno speranza. (Pace in terra-dicembre 2020).

Figlia dell’insegnante elementare antifascista Graziella Sechi e dell’ingegner Dino Giacobbe, uno dei fondatori del partito Sardo d’Azione, Maria, vincitrice del Premio Viareggio nel 1957 col romanzo d’esordio “Diario di una maestrina” e autrice di numerosi romanzi, nel ’67 è stata insignita dal Presidente della Repubblica Italiana del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Solidarietà Nazionale e dal 2008 era presidente del Comitato degli scrittori danesi e membro fondatore del Comitato per la coesistenza israelo-palestinese.

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4 commenti

  1. sempre Forza Paris

  2. Lucia Becchere hai egregiamente delineato il profilo di due donne, due intellettuali nuoresi, da annoverare tra i/le grandi.

  3. Francesca Bianchi

    Grazie a Lucia Becchere per questo articolo dedicato a due grandi Donne! 🙏

  4. Due donne stupende ❤️

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