DAL MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY, RICONOSCIMENTO PER LA GLORIOSA SOCIETA’: IL MARCHIO STORICO PER LA NUORESE CALCIO PATRIMONIO NAZIONALE

Che la Nuorese calcio, fondata nel 1930, sia una realtà storica e gloriosa della Sardegna, è incontrovertibile. Lo stanno a dimostrare i dati storici ed i tanti campioni cresciuti e passati a calpestare l’erbetta del mitico “Quadrivio” di Nuoro, inaugurato nel 1928 da Sua Maestà Vittorio Emanuele II.E lo testimoniano i ben 26 campionati disputati in quarta serie, i tre in Serie C (1984-84 e 2006-7 e 2007-08), la semifinale play off per la C1 con il Pergocrema nel giugno 2007. E l’essere ancora l’ultima squadra sarda ad aver disputato un ottavo di finale nella prestigiosa Coppa Italia di Serie C, eliminata nel gennaio 2008 dalla Sambenedettese. Con giocatori e tecnici che ne hanno segnato la storia. Da Giovanni Galeone, giocatore della Nuorese negli anni Sessanta, ai gloriosi anni Settanta della Nuorese dell’indimenticato presidente Bonaccorsi e di giocatori del calibro di Pietro Paolo Virdis, i mitici fratelli Picconi e Chicco Piras e di ben nove campionati consecutivi in quarta serie, sfiorando la Serie C in ben due occasioni. Per arrivare al 1983-84, all’indimenticata ed alla storica prima promozione in Serie C, in C2 con giocatori del calibro di Mario e Virgilio Perra, Ioris Gasbarra e, nel 1984-85, tra i professionisti, l’esordio di un giovanissimo Gianfranco Zola da Oliena, scoperto dal grande ed indimenticabile Giovanni Maria “Zomeddu” Mele, prima giocatore della Nuorese degli anni Cinquanta e poi più volte tecnico e dirigente. Zola verrà ceduto alla Torres al termine della stagione 1985-86 in Serie D, con dieci reti all’ attivo. Da lì inizierà la sua parabola ascendente. Mentre, di contro, per la Nuorese, saranno stagioni amare, che culmineranno con la retrocessione perfino in prima categoria. Per arrivare alla rinascita, con il periodo della presidenza Goveani e l’incredibile scalata dall’ Eccellenza alle soglie della C 1. Sono gli anni di tecnici del calibro di Mario Petrone, Marco Osio, Sergio Bagatti, con Antonio Pastraro, attuale tecnico della prima squadra, allora responsabile della Juniores nazionale. E con calciatori di esperienza del calibro di Gianluca Festa, Marco Sanna, Lulù Oliveira, Francesco Latartara, Giovanni Cutolo e Vincenzo Cosa. Ed altri che da Nuoro partiranno per arrivare in B ed in A come Gennaro Troianiello e, lui, Emerson Ramos Borges.  Che dopo 16 anni, dopo la A con il Livorno, la B con la Reggina e, dopo Lumezzane, Potenza, Taranto, Olbia e Budoni, è ritornato laddove tutto era iniziato. A Nuoro e nella Nuorese del dinamico presidente Gianni Pittorra e di una nuova dirigenza, espressione dell’azionariato popolare della “Carica dei 101”. Per riportare la Nuorese laddove merita. E la nuova società, in Sardegna, sta’ diventando un caso unico proprio per questa base di “azionariato” che contribuisce a renderla sempre più “patrimonio di tutti”. Facendo le cose gradualmente. E per bene. Se la squadra, al momento, “veleggia” in prima posizione nel girone B della Promozione regionale sarda, la società continua ad avere importantissimi riconoscimenti anche fuori dalla Sardegna. Ultimo di tutti, niente meno che da Roma e dal M. I.S.E., il Ministero dello Sviluppo Economico e del “Made in Italy”. Nei cui elenchi riservati si è scoperto che la Nuorese, unica realtà sarda, figura fra le trecento società “Patrimonio Nazionale”, al pari di marchi storici di società calcistiche come Internazionale, Juventus, Lazio. O di altre aziende come “Gucci”. 

Ma andiamo con ordine per capire come è stato scoperto questo. Illustrato con attenzione dalla dirigenza ai soci e tifosi, nell’ importante incontro di giovedì 1 Febbraio all’ Exma’ di Nuoro, in una pubblica assemblea. Grazie anche all’ intraprendenza dell’avvocato Emanuela Priori, prima ed unica donna ad essere entrata nel CdA della quasi centenaria storia della Nuorese. Anche questa una novità importante. Per spiegare, quindi, l’eccezionalità di questo riconoscimento si parte da un regalo fatto alla Nuorese. Un bravissimo grafico, Luigi Columbu di Oliena, dona alla società il nuovo logo. La società, dal canto suo, risponde con il conferimento allo stesso artista della tessera di socio onorario e con l’immediata registrazione del marchio. Per l’espletamento della pratica presso il Ministero dello Sviluppo Economico e del “Made in Italy” viene incaricata, con delega, una nota società di Roma. Dopo qualche tempo la Nuorese riceve una comunicazione dal Ministero contenente un preavviso di rigetto dell’istanza di registrazione per una serie di motivi. La società romana delegata, che aveva provveduto deposito, dal canto suo, chiede un appuntamento con il responsabile del procedimento del M.I.S.E. Dopo qualche settimana l’agenzia capitolina delegata ricontatta la Nuorese calcio per informarla circa l’esito dell’incontro. Con due notizie da comunicare. Una negativa e l’altra incredibilmente positiva. La prima concerneva l’invito al sodalizio barbaricino di procedere al depennamento di alcuni codici merceologici. La Nuorese, interpellata, una volta chieste le motivazioni ministeriali alla società romana incaricata, si sente rispondere quanto segue: “La Nuorese calcio 1930 risulta essere iscritta nell’ elenco contenente solo 300 società italiane, considerate patrimonio nazionale”. Per intenderci, parliamo dei “brand” italiani ricordati prima e conosciuti a livello mondiale. E la Nuorese è al pari di questi. Unica realtà sarda. Neanche il Cagliari ha questo riconoscimento. E la risposta fornita dai funzionari ministeriali al dottor Antonio Buccari, addetto dell’agenzia che aveva provveduto al deposito dell’istanza di registrazione, è ancora più esplicita: “Questo vuol dire che il marchio della Nuorese vale più di quello del Cagliari”.  Marchio depositato negli anni Quaranta per onorare una città ed una società che, fondata nel 1930 e militante dignitosamente in Quarta Serie, registrava, fin da allora, un grandissimo seguito fra i tifosi. Tifosi che riempivano le gradinate del buon vecchio, allora nuovo, “Quadrivio”. Sulla scorta di quella stessa passione sportiva nuorese, che aveva accompagnato da sempre l’illustre cittadina Grazia Deledda che considerava lo sport, in una Sardegna che allora ne era povera, una pratica moderna ed all’ avanguardia. Donna amante della tradizione, ma che voleva sempre guardare avanti. Come la “sua” Nuorese. E di cui, probabilmente,  prima di morire nel 1936, ne era venuta a conoscere le prime imprese calcistiche

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5 commenti

  1. Emanuela Priori

    Grazie Gianraimondo Farina, nessuna penna sarebbe stata in grado , di redigere una così bella dichiarazione d’amore per La Nuorese Calcio 1930.

  2. Antonello Pittorra

    😃 ho appena finito di leggere il tuo “articolo “
    su “Tottus in pari” , non posso che essere d’accordo con Manuela, 😀😀😀
    Una descrizione dettagliata e precisa , ma allo stesso tempo romantica e piena di passione e amore per la nostra squadra e la nostra città,
    Complimenti davvero, non so quanti cosiddetti “professori “ riuscirebbero a rendere in maniera così bella l’idea della portata di questo riconoscimento
    BRAVO 👏 👏👏

  3. Domenico Massa

    Non. Si. Meritano. Nulla, c’è. Molta. Gente. Non. Coerente,

  4. Bene meda

    • Ioris Gasbarra

      Sig.Gianraimondo Farina ha scritto un articolo fantastico la ringrazio a nome dei campioni di tutti i tempi che hanno avuto l’onore di aver indossato i colori Verdeazzurri.Ho cambiato molte maglie nella mia carriera ma quella della Nuorese e del suo meraviglioso pubblico mi è rimasta attaccata addosso.

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