ROSALBA PINNA, LA PARRUCCHIERA DI SANTU PREDU: DOPO 55 ANNI DI ATTIVITA’ ALTAMENTE PROFESSIONALE, CHIUDE LO STORICO SALONE DI NUORO

Rosalba Pinna

Dopo 55 anni di attività, il 31 dicembre scorso Rosalba Pinna ha spento per l’ultima volta le luci del suo salone di parrucchiera nel quartiere di Santu Predu. Lo aveva annunciato per tempo e con serena convinzione alle sue affezionate clienti senza avvertire il peso di un distacco definitivo, certa di poterle spesso incontrare in altri contesti in quanto la maggior parte di loro vive nel suo stesso rione.

Quando nel ‘56 il padre Claudino, muratore emigrato da un anno a Sarcelles (Francia), aveva deciso di riunire la famiglia conducendo con sé la moglie Maddalena, lei aveva due anni e la sorellina pochi mesi.

Ma nel ‘68, dopo aver trascorso dodici anni da emigranti, la cocente nostalgia dei luoghi, degli affetti lontani e il desiderio di fare studiare in Italia i propri figli, indussero i suoi genitori a fare ritorno a Nuoro nonostante i benefici economici di un lavoro sicuro e redditizio.

“Eravamo felici di rientrare –  racconta Rosalba -, ma quella Santu Predu che avevamo lasciato non c’era più, tutto era cambiato. Mia madre sarebbe voluta ripartire per la Francia, mio padre invece, accantonato il mestiere di muratore, aveva aperto un bar nel centro storico”.

Rosalba aveva finito la seconda media. Parlava francese, l’italiano lo capiva soltanto e come tutti i suoi fratelli, altri tre erano nati in Francia, trovava molta difficoltà a proseguire gli studi. Fu così che lasciò la scuola per fare l’apprendista parrucchiera nel salone di una cugina di sua zia.

“Graziella è stata la mia vera maestra – dice -, una bravissima persona, valida e onesta nella professione”. A 20 anni, cinque di apprendistato, ha aperto il suo locale in via Cedrino, dieci anni dopo si trasferì in via Lollove e infine, comprata casa, dal ’93 si stabilì definitivamente in via Cedrino a pochi passi dal primo salone.

“Inizialmente – rammenta -, ho sentito addosso tutta responsabilità del mio nuovo compito, dubitavo perfino di esserne all’altezza. Ho frequentato diversi corsi di formazione e di aggiornamento, ma la vera esperienza l’ho acquisita col lavoro, grazie alle mie clienti arrivate numerose, solo col passaparola”.

Rosalba ha sempre preferito non assumere personale, lavorando su appuntamento per evitare tempi d’attesa alle clienti. La maggior parte di loro proveniva dal suo quartiere abitato prevalentemente da lavoratori comuni, operai, impiegati, pastori, poche le occasionali e fuori zona. “Fra noi – aggiunge -, un rapporto non soltanto professionale ma soprattutto umano che andava a consolidarsi nel tempo. Per questi motivi i miei prezzi erano contenuti e accessibili a tutti. 

Per tante mie colleghe che oltre l’affitto pagano gli stipendi alle collaboratrici, i prezzi alti ci stanno, mentre io, lavorando da sola e in casa propria, credo di avere applicato un giusto tariffario”.

Fino a qualche anno fa pettinava a domicilio le sue clienti nel giorno del loro matrimonio, spesso le aiutava anche a vestirsi, felice di ricevere in omaggio il vassoio dei dolci e la bomboniera personalizzata. “In seguito, molte di quelle spose le ho perse come clienti – ricorda con rammarico -, vuoi perché si sono stabilite altrove, vuoi perché andate ad abitare lontano dalla mia zona, ma questo succede anche alle mie colleghe”.

Nonostante una certa timidezza, aveva instaurato un rapporto di fiducia con le sue clienti che con lei parlavano di tutto. Sapeva ascoltare e custodire con rispetto quanto di riservato le veniva detto, tutto rimaneva circoscritto nel privato. Professionalità e riservatezza sono sempre state la sua cifra perché i problemi personali, Rosalba li lasciava fra le mura domestiche e quelli di lavoro non se li portava a casa.

Una gran bella persona, una sorella, una cara amica.

“Nessuno progetto per il futuro – conclude -, dopo anni di tanto lavoro mi sento stanca e per il momento voglio rilassarmi.Un desiderio soltanto, un viaggio a Parigi dove vivono i miei cugini figli di un fratello di mio padre emigrato assieme a lui e oggi scomparso. Sposato a una francese aveva deciso di stabilirsi nella ville de lumières”.

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