E’ MAKEUP AND HAIR DESIGNER DELLE STAR: EROS CODINAS, DALLA SARDEGNA AL MONDO DELLA TV E DEL CINEMA

Eros Codinas

«I sogni dell’Eros piccino erano uguali a quelli dei coetanei: giocare e fare il bambino, senza problemi. L’Eros teenager però stava già sognando una vita creativa, una vita d’Artista, un modo diverso di vedere la vita ed esplorarla. Questa passione forse l’ho sempre avuta, dovevo solo aspettare il momento giusto… naturalmente tanti anni!»

Eros Codinas (noto Tino) nasce a Augsburg, in Germania, da genitori castellanesi emigrati negli anni Sessanta. L’infanzia però la trascorre a Castelsardo, tranquilla e pacifica, ma dentro di lui ribolle il fuoco della passione: giramondo per professione, ad oggi si occupa di trucco e parrucco per gli attori delle serie tivù e del cinema e recentemente ha ricevuto, nella sua città d’origine, il premio giornalistico “Castellanese nel mondo”.

«Adesso sto lavorando in una serie televisiva crimine che, girata in Norvegia e in Lituania, si chiama “Wisting” ed è tratta dal libro di Jørn Lier Horst. Verrà vista in diversi Paesi. Sven Nordin, attore principale norvegese, fa il detective. EÚN, attore molto noto, e Carrie Anne Moss fanno la parte di agenti dell’FBI insieme a Shelley D Conn, anche lei un’agente inglese.»

Ma non solo: Eros lavora, nel corso della sua carriera, in tantissimi film importanti americani, inglesi, norvegesi, svedesi, italiani e tedeschi: «Ho lavorato per Netflix in “Lillyhammer” con, come attore principale, Little Steven (Seven Van Zandt) insieme a Bruce Springsteen, Paul Kaye, Rhys Coiro, Tony Sirico, Alan Ford ed altri. Ho lavorato anche nei film svedesi “Call Girl” con Pernilla August e David Dencik e “Serious game” con Michael Nyquist. Ma anche in “The Bird Catcher”, “The Hanging Sun – Sole di Mezzanotte” (nel quale ho avuto il piacere di lavorare con Charles Dance, Jessica Brown Findlay e Alessandro Borghi) e in “Quisling last days”.

Insomma, una carriera bella piena per l’artista che ora abita ad Oslo: «Mi trovo benissimo, diciamo che è la mia prima casa dove vivo e lavoro. Quando penso alla Sardegna, soprattutto a Castelsardo, certo mi viene un po’ di malinconia: penso all’odore del mare e alle belle serate con familiari e amici. Appena sono libero dal lavoro volentieri faccio le mie fughe a casa!»

Ma torniamo indietro nel percorso che l’ha condotto a calcare i palcoscenici più importanti del mondo.

«Era il 1982, il tempo della New Wave, quando tutto nel mondo della musica e della moda stava cambiando, e io ho sentito che quello era anche il mio momento di cambiare. Partii per Londra per la prima volta non da solo, con Domenico Balzano, conosciuto in un villaggio vacanze vicino a Castelsardo dove lavoravo come barista e lui come guardia notturna. Avevo 19 anni, la permanenza non durò a lungo e dopo 5 mesi ritornai a casa. La seconda volta, a ventun anni, partii da solo.»

Parte lasciando tutti di stucco, seguendo l’istinto.

«Naturalmente una volta partito per Londra non è stato subito tutta gloria e lusso, anzi, tutto il contrario.»

Eros non ha nemmeno una dimora, all’epoca: vive in alloggi che sembrano corridoi, divide la stanza con altre persone, addirittura c’è un solo bagno per tutto il palazzo. Cerca lavoro in ristoranti italiani dove la fluidità di linguaggio inglese non è necessaria, ma si scontra con alcune persone non sempre gentili. In altri posti però si trova bene. Si adatta a tutto, questo è certo, e cambia tanti impieghi: lavapiatti, cameriere, chamber boy.

«La mia però non era solo “casa e lavoro”: mi divertivo tantissimo. A volte facevo lavoro casa, una doccia e subito fuori nei bar, pub, club, discoteche… non ho fatto di certo il santo!»

Nella sua testa, tuttavia, rimbomba qualcosa: «C’era sempre quella voce che diceva “troverai di meglio”.»

«Dopo un po’ trovai un posto di lavoro nella New Kings Road, una zona trendy di Londra: mi assunsero in un negozio di scarpe, Sacha. Stetti lì per del tempo finché un amico, Sergio, che aveva una parruccheria a Portobello Road (Notting Hill gate) “Base Cut”, mi chiese se potessi occuparmi del negozio mentre lui era in vacanza. Accettai a patto di venire assunto al suo ritorno, e così avvenne. Lavoravo durante il giorno facendo shampoo, pulendo e guardando gli altri parrucchieri e poi, dopo il lavoro, restavo fino a tarda sera con un’amica parrucchiera, Nadia, che mi aiutava per imparare a praticare tagli e colori con modelli/e che si presentavano gratis. È stata dura però sono stato ripagato!»

Poi conosce Tom, che si occupa di costruire parrucche per film e teatri a Londra e New York, e lì c’è una svolta: «Mi iscrissi al London College of Fashion. Studiavo dalle 9 alle 18 poi la sera, naturalmente per pagarmi gli studi, lavoravo di nuovo come cameriere e nel fine settimana in parruccheria.»

Tutto questo finché non cerca lavoro per gli show serali al West End, dove ci sono tutti i teatri.

«Lì lavorai al Phantom dell’Opera dove imparai un sacco di cose che si rivelarono utili per il mio lavoro. Anche il college ci mandava fuori per piccoli lavori di “trucco e parrucco” per cortometraggi o presso qualche produzione che ne aveva bisogno… naturalmente gratis! Feci anche 3 settimane in India, gratis, ma… chi l’avrebbe mai detto che avrei fatto un’esperienza del genere!»

Dopo la laurea al London College of Fashion, Codinas parte per la Norvegia e approda a Oslo con Tom.

«Lì iniziai di nuovo a lavorare come parrucchiere finché una cliente, che aveva un’agenzia pubblicitaria, mi chiese di fare uno styling, e questo fu il BOOM; quest’agenzia si occupava di produrre film cinematografici e serie di film televisivi.»

«Adesso? Sono Makeup and Hair Designer, ho un team che lavora con me ogni volta che ho un progetto, ognuno con un compito da svolgere affinché io possa realizzare quanto richiesto dal copione e dal regista. Lavoro con film contemporanei ma anche con film d’epoca e viaggio in diversi paesi europei e americani.»

E per la Sardegna? Codinas è perentorio: «Ritornarci sempre, lì c’è il cuore.»

Riguardo il premio ritirato a Castelsardo, si dice ancora emozionatissimo: «Non mi aspettavo di ricevere questo onore, ma non solo questo: il calore dei castellanesi che mi conoscono, amici e familiari ha fatto sì che la serata fosse ancora più importante.»

Come progetto futuro un bel viaggetto a Parigi e poi… un salto a casa.

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