LA COSTRUZIONE DI UN MUSEO DELL’IMMIGRAZIONE ITALIANA A BUENOS AIRES: IL VIA LIBERA AL PROGETTO

L’intera comunità italiana, compresa quella corposa che ha origini sarde, di Buenos Aires ha lanciato il progetto ufficiale del Museo italiano dell’immigrazione che prevede la costruzione di un edificio dedicato alla sua affascinante storia.

La quasi totalità degli italiani arrivati ​​in Argentina, lo hanno fatto attraverso il porto di Buenos Aires. Alcuni si stabilirono e si svilupparono nelle città e gran parte si diffuse nell’interno del paese.

I rappresentanti del governo della Città di Buenos Aires e le istituzioni della comunità italiana hanno compiuto il primo passo formale e ufficiale verso l’ubicazione del Museo.

Il ministro dello Sviluppo Economico e della Produzione del governo della Città Autonoma di Buenos Aires, José Luis Giusti e Darío Signorini, presidente di Fediba, la federazione che riunisce le associazioni della comunità italiana della capitale, hanno firmato il permesso d’uso del terreno dove sorgerà il Museo.

“È un risultato storico a favore del rafforzamento delle relazioni uniche tra i popoli italiano e argentino. Ringraziamo il Ministro Giusti e l’Amministrazione Comunale per questa dimostrazione di impegno a favore della comunità italiana in Argentina”, ha detto Signorini.

Le autorità hanno firmato il permesso per l’utilizzo dell’immobile dove verrà costruito l’edificio. Nasce così la prima iniziativa formale per la location, con una firma avvenuta alla presenza dell’ambasciatore italiano, Fabrizio Lucentini e del console generale a Buenos Aires, Carmelo Barbera.

Si tratta di “un risultato storico a favore del rafforzamento delle relazioni uniche tra i popoli italiano e argentino”, haaffermato il COMITES di Buenos Aires.

Il museo sarà situato di fronte al Monumento a Cristoforo Colombo, sulla costa del Río de La Plata, accanto all’aeroporto Jorge Newbery. La superficie stimata sarebbe di 1200 metri quadri e la progettazione dell’edificio è molto moderna. Contestualmente verrà aperto una sala multidisciplinare. È tutto molto virtuale, con software all’avanguardia.

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