IL PROGETTO “AJO’ ISCIDDINNI A PIZU”: DIALOGO CON MARIA DANIELA CARTA SULL’IMPEGNO TEATRALE PER LA PRESERVAZIONE LINGUISTICA

Maria Daniela Carta

Maria Daniela Carta, apprezzata attrice e performer, si è distinta di recente nel contesto dell’Istituto Camillo Bellieni, partecipando attivamente a un’iniziativa culturale mirata alla valorizzazione e trasmissione delle lingue locali, con un particolare focus sul Sassarese. La sua partecipazione è stata di rilievo nella conduzione di un laboratorio teatrale dedicato ai bambini, all’interno del progetto “Ajò, isciddinni a pizu,” un’esperienza che culminerà con uno spettacolo teatrale in programma per aprile.

Questo progetto si inserisce in un quadro più ampio di attività promosse dall’Istituto Camillo Bellieni per preservare le lingue e le culture sarde, come sottolineato nel resoconto dell’evento “L’ischis ma no l’ischis” che ha concluso le attività dell’anno 2023. L’evento si è tenuto presso l’Hotel Grazia Deledda a Sassari il 17 dicembre, attirando l’attenzione di un pubblico diversificato interessato alla salvaguardia e alla promozione del patrimonio linguistico e culturale locale.

In questo contesto, abbiamo posto alcune domande a Maria Daniela Carta per approfondire il suo coinvolgimento nel progetto e ottenere una prospettiva più ampia sulla sua visione riguardo al ruolo del teatro e della cultura nell’ambito della preservazione delle lingue minoritarie dell’isola.

Come nascono il tuo interesse per la lingua sassarese e il sodalizio con l’Istituto Camillo Bellieni? Il mio interesse per la lingua sassarese è nato in modo quasi casuale. Nonostante la frase possa sembrare banale, si tratta effettivamente di una serie di coincidenze e scelte che ho seguito. In una mattina d’agosto, la curiosità e l’immaginazione si sono manifestate chiaramente quando ho visto il progetto proposto dall’Istituto Camillo Bellieni. Ho ritenuto che fosse un’iniziativa interessante e intrigante, così ho deciso di iscrivermi al corso di sassarese con il desiderio di approfondire la conoscenza di questa lingua.

Parlaci in breve del progetto “Ajò, isciddinni a pizu”, in cosa consiste? Il progetto “Ajò, isciddinni a pizu” è un laboratorio di teatro in sassarese concepito per un gruppo di bambini dagli otto ai dieci anni. Si tiene una volta alla settimana presso l’anfiteatro di via Forlanini, all’interno dell’Istituto Comprensivo San Donato. Il laboratorio è guidato da Roberta Tola, un’attrice brillante che si esprime nel vernacolo sassarese, e da me. Durante ogni incontro, il “labo-gioco” coinvolge i bambini in giochi diversi, aprendo nuovi canali di comunicazione. Questo approccio stimola e allena l’immaginazione, rispettando le emozioni e la fisicità dei bambini per sviluppare capacità come l’ascolto, l’autostima, la sicurezza e il senso di responsabilità. In questo spazio creativo, i bambini trasformeranno la realtà in avventure, interpretando racconti come quello dei pirati a bordo del “Gran Sama’”, uno dei miei racconti di recente pubblicati da CatarticaEdizioni.

Come giudichi il successo del laboratorio teatrale in Sassarese in termini di partecipazione e interesse dei bambini? Il laboratorio teatrale in sassarese sta ottenendo risultati positivi con una partecipazione attiva da parte di 15 bambini. La loro accettazione immediata dell’iniziativa e la curiosità verso la lingua sassarese riflettono un genuino interesse. Mentre alcuni di loro hanno mostrato una comprensione iniziale più agevole per via dell’utilizzo del sassarese anche in ambito famigliare, altri hanno manifestato una notevole volontà di mantenersi al passo con i loro compagni. Questo è stato reso possibile grazie alla loro partecipazione attiva al laboratorio teatrale.

In che modo si prevede che lo spettacolo teatrale in programma per aprile influenzerà la consapevolezza e l’apprezzamento della lingua e della cultura locali nella comunità? Siamo attualmente concentrati sulla preparazione dello spettacolo previsto per aprile. L’approccio prevede la messa in scena di un testo che, partendo dalla sua versione originale, subirà una rielaborazione attraverso dialoghi e traduzioni in sassarese. L’utilizzo della lingua sassarese in questo contesto, anche se parte di un laboratorio teatrale, rappresenta una significativa riscoperta della cultura locale e delle sue radici. L’obiettivo è che, attraverso lo spettacolo, i bambini non solo siano esposti a questa lingua, ma possano anche riappropriarsi della cultura della propria città. Ci auguriamo che questa esperienza contribuisca ad accrescere l’interesse e la consapevolezza verso la ricchezza culturale trasmessa dalla lingua sassarese.

Qual è importanza di coinvolgere i bambini in attività culturali come il teatro per preservare e trasmettere la lingua e la cultura Sassarese? Coinvolgere i bambini in attività culturali come il teatro è di fondamentale importanza per stimolare il loro interesse e la creatività. Questo coinvolgimento va oltre gli schemi convenzionali, sfidando pregiudizi e promuovendo un approccio innovativo all’apprendimento. I bambini percorrono così nuovi itinerari e traguardi, aprendosi a nuovi modi di percepire il rapporto con le proprie radici.

Quali sono i prossimi passi per l’evoluzione di questo progetto? Nel nuovo anno, il progetto prevede di continuare il laboratorio con i dialoghi dei personaggi del “Gran Sama’”. Proseguiremo con prove continue, selezioneremo i costumi e dedicheremo tempo alla preparazione di piccole scenografie ed elementi scenici per ricreare l’ambientazione del veliero al centro della nostra storia. Durante questa fase, assegneremo un ruolo centrale alle voci dei bambini, cercando di incoraggiarli e rispondere alle loro aspettative ed emozioni. Questa è la fase più delicata del laboratorio, poiché ci condurrà verso lo spettacolo di aprile. 

https://www.indielibri.info/

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2 commenti

  1. Bruno Giordano

    De gali bidda esti custa frasi (isciddinni ? .)

  2. Complimenti

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