ECONOMISTA E MATEMATICO: EMILIO PORCU IL SASSARESE CHE LAVORA SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEGLI EMIRATI ARABI

Emilio Porcu

Immaginate di avere tra le mani un hedge fund da oltre 700 miliardi di dollari e provate a pensare al potere di investimento che ne consegue. E se invece vi ritrovaste a essere tra quelli che contribuiscono a tenerlo sempre pieno questo mega salvadanaio, che considerazione avreste da parte di chi lo gestisce? Potete chiederlo a Emilio Porcu, un economista e matematico sassarese di 47 anni che da quattro è trapiantato ad Abu Dhabi e che con i suoi modelli di gestione dei dati e di intelligenza artificiale sta facendo la fortuna degli Emirati Arabi Uniti.

In cattedra Emilio Porcu è professore ordinario in data science (analisi dati) alla Khalifa University, fa ricerca in campo di intelligenza artificiale e gestisce i rapporti tra l’università e Adia Lab, il settore ricerca dell’edge fund Abu Dhabi investment authority (Adia) – sì, vale oltre 700 miliardi di dollari ed è il quarto più grande del mondo. Nonostante questo è probabile che Emilio Porcu non abbia mai incontrato di persona il principe Sheikh Khaled bin Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ma anche se l’avesse fatto non lo direbbe nemmeno sotto tortura.

Matematico globetrotter A 35 anni Porcu era già professore ordinario e si è trovato davanti a un dubbio esistenziale: capire se insegnare e basta o fare qualcosa di più tangibile. È finito in Cile, dove ha tirato fuori un algoritmo per predire gli tsunami. Poi ha fatto tappa a Newcastle, in Inghilterra. «Lì ho capito che l’Europa è noiosa e abbottonata – racconta Emilio Porcu – soprattutto perché arrivavo dall’esperienza di ricerca in Sud America, molto più dinamico. E allora mi sono rimesso a studiare per specializzarmi in intelligenza artificiale (IA) e machine learning, per rimettermi in gioco». E così il prof è passato da Newcastle a Dublino, al prestigioso Trinity College: «Lì è arrivata la svolta della mia carriera: ho potuto combinare l’attività accademica con quella di consulenza per grosse compagnie. Prima di allora i miei partner erano accademici o governi. Poi è arrivato il Covid, e con mia moglie abbiamo deciso di cambiare ancora».

Gli investimenti dell’hedge fund Adia spaziano dai classici mercati, come l’immobiliare e i bond fino ai più rischiosi, come le cryptovalute. Ma c’è anche spazio per gli investimenti in IA, che a sua volta ha una serie di diramazioni nel clima, nella scienza della salute, nella sicurezza informatica e in quella militare. E c’è anche una parte molto importante: l’automazione dei sistemi di investimento. Tradotto: Emilio Porcu è tra i cervelli che fanno lavorare bene gli algoritmi che poi sono utilizzati per tenere il salvadanaio sempre pieno e non solo.
Emilio Porcu, dopo anni in giro per il mondo, ha trovato la sua Mecca professionale definitiva negli Emirati Arabi, dove c’è un fermento pazzesco attorno all’IA. «In questo momento – riprende Porcu – Abu Dhabi è la fucina dell’intelligenza artificiale nel mondo perché è il paese che più si è spinto in avanti per abbracciarne la cultura. Qui il paradigma è questo: i dati vengono prima di tutto, anche prima della matematica. E quando hai il dato cerchi di capire che tipo di matematica devi utilizzare. Questa è una rivoluzione spaventosa in tutti gli aspetti degli esseri umani».

Vivere negli Emirati Arabi è come fare un salto nel futuro, tutto è invaso dall’IA. «La vita dei cittadini è completamente automatizzata – spiega ancora Porcu – tutto avviene in relazione ai computer: il modo in cui prenoti ristoranti, l’accesso al posto di lavoro e via dicendo. Si sta investendo molto anche sull’automazione sanitaria con misure per monitorare i probabili futuri pazienti nel tempo. E questo implica un’immensa mole di dati. Faccio un esempio: il modo in cui scrivi su whatsapp o su una tastiera può permettere di capire la tua esposizione al rischio di patologie come il Parkinson. Oppure le vibrazioni della voce in un messaggio vocale inviato a un amico possono essere analizzate per capire se sono evidenziano potenziali patologie». Parte del lavoro di Emilio Porcu consiste nel “costruire” i modelli matematici che stanno alla base dell’IA, cioè fa convergere l’algoritmo. Tecnicamente questa operazione si chiama accuracy check.

Ma che persone sono questi emiri? «Sono bravi, intelligentissimi – sottolinea Porcu –. La gente sbaglia a pensare che siano soltanto dei ricconi, sono persone illuminate che hanno investito in conoscenza e utilizzano la scienza tutti i giorni per far progredire la società. Se l’Italia, con i cervelli che ha, costruisse un’economia basata sulla scienza come fanno qui, sarebbe tutta un’altra storia. E invece molti scienziati italiani “scappano” qui, ce ne saranno un centinaio sparsi tra gli Emirati e Dubai. E ce ne sono molti anche dentro gli edge fund e altri con incarichi di governo riservati. La nostra professionalità è molto apprezzata».

Nel racconto di Emilio Porcu c’è però una nota di amarezza: «Purtroppo non sono riuscito a portarmi dietro nemmeno un sardo, mentre in Cile c’ero riuscito. Avevo addirittura organizzato una visita delle autorità emiratine in Sardegna. Avrebbero dovuto visitare l’università di Sassari e la sede di Abinsula, che è una realtà importante che vorrei coinvolgere qui, ma purtroppo la pandemia ha fatto saltare tutto. Riproporremo la visita nel 2024».

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5 commenti

  1. Complimenti

  2. Paola Corizia

    Bravissimo Emilio!

  3. Georgia Liguori

    Se l’IA la usa per fare guadagnare mi sta bene. ma se la usa per controllarci non mi sta bene

  4. Giovanni Duchateau

    complimenti
    spero un giorno ritorni in sardegna
    fare una grande projecto con tuo conoscenzo

  5. Salvatore Mele

    Tanti auguri per il tuo lavoro

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