IN SARDEGNA IL MENHIR PIU’ ALTO D’EUROPA: ARCU (O MONTE) CORRU TUNDU DI VILLA SANT’ANTONIO E’ SPESSO CITATO COME TALE

È a Oristano il menhir più alto dell’isola e, anche se in Bretagna alcuni arrivano al doppio di altezza di quelli rinvenuti in Sardegna il menhir detto Arcu (o Monte) Corru Tundu di Villa Sant’Antonio, con i suoi 5 metri e 75 centimetri, viene spesso citato come il più alto d’Europa.

In Sardegna prendono il nome di pedras fittas e sono presenti in varie zone dell’Isola. Sono i monoliti che sovente non presentano incisioni e sono completamente lisci con chiara simbologia fallica, molti invece recano scolpite le mammelle, talvolta simbolo femminile di fecondità, segni che evocano la potenza della Dea Madre.

Possono essere lisci o lavorati ma sono muti cioè aniconici, non hanno segni, come spiega Giorgio Murru, direttore del Laconi Menhir Museum: «Io credo a quanto dice, tra l’altro, Giulio Cesare nel De Bello Gallico: sono espressioni di un culto solare di cui gli unici depositari furono i druidi, dopo il loro massacro intere comunità continueranno a mantenere questa forma di religione che per noi resta misteriosa. Quel che sappiamo è che diversi sovrani, in Europa, vieteranno l’idolatria di elementi pagani, in Francia si arriverà addirittura a istituire la pena di morte per chi accende fuochi di San Giovanni nel solstizio d’estate, tant’è vero che per poter continuare a venerare alcuni di questi millenari totem si ricorrerà all’incisione di croci. È questa l’opinione più accreditata oggi tra gli studiosi».   

Accanto si trova un’alta concentrazione di rari menhir protoantropomorfi e antropomorfi. I megaliti furono realizzati tra il 3300 e il 2500 a.C., durante l’epoca denominata Cultura di Ozieri. A Goni, nella provincia di Cagliari, in una località chiamata Pranu Muttedu, si trovano menhir allineati in lunghe file e fanno parte di un’area molto ricca di monumenti megalitici del Neolitico, tra i quali molte Domus de Janas. All’insegna del magico mondo delle Janas, le fate della mitologia sarda che, si racconta, vivessero nelle casette di pietra e che fossero depositarie della meravigliosa arte della tessitura.

A Sant’Antioco, nella provincia di Iglesias Carbonia, oltre ai più conosciuti Su Para e Sa Mongia è possibile osservare, negli agglomerati urbanistici preistorici, parecchi menhir di genere maschile, di forma fallica, con sezione a pilastro, e parecchi menhir femminili con sezione piano-convessa o concavo convessa.

Una Sardegna da ammirare lentamente e con curiosità conserva tra i suoi reperti le prove di un’isola che è centro dei traffici e delle relazioni mediterranee ed europee.

Non solo un salto indietro nel tempo che regala emozioni, questi grandi monoliti di pietra infilati nel terreno, che come i dolmen, megalitici monumenti funerari che testimoniano di riti religiosi del Neolitico, sono cuori di pietra che formano un inestimabile patrimonio.

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5 commenti

  1. Maurizio Solinas

    I menir, simbolo di fertilita’, rappresentavano il sesso maschile. Nel nord Europa ce ne sono moltissimi. Quello femminile era il pozzo sacro.

  2. Più alto in Europa? Credo di no. In Sardegna? Si

  3. 🫡SHARDANAS

  4. Visitato…passeggiata a piedi da Villa S.Antonio.

  5. ferdinando malatesta

    I ❤ Sardegna!…

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