LE TRACCE PORTANO A MAMOIADA: L’EX PRESIDENTE ARGENTINO JUAN PERON, DICHIARA DI AVERE ORIGINI SARDE

Juan Peron

In un’intervista alla rivista “Epoca” l’ex-presidente dell’Argentina Juan Peron dichiara: “Hanno scritto di me che i miei antenati erano veneti. No, io sono di origine sarda: i miei bisnonni erano di Cagliari”, aggiungendo un tocco “identitario”: “noi sardi non dimentichiamo”.

Il più famoso presidente della repubblica argentina, marito della grande Evita, si chiamava esattamente Juan Domingo Peron che starebbe per Giovanni Domenico Pira originario di Mamoiada, che pur di restare in Argentina disertò la chiamata alle armi in Italia e per prudenza oltre a tradurre il nome distrusse ogni prova documentaria delle sue vere origini, quelle sarde appunto.

“Pareva uno dei casi più misteriosi ed affascinanti della storia moderna secondo il quale il mitico Generale Juan Perón, tre volte presidente dell’Argentina, sarebbe stato in realtà sardo.

La pretesa aveva dell’incredibile ma molti elementi concorrevano, in tutti i casi, in direzione di un Perón sardo. Sul fatto se ne parlava timidamente alla fine degli anni ‘40 e verso l’inizio dei ‘50 solamente a Mamoiada (centro in provincia di Nuoro), teatro iniziale di questa fantastica vicenda, ma poi con più insistenza nel 1951 dopo la comparsa di due articoli scritti dall’avvocato giornalista Nino Tola sul quotidiano “L’Unione Sarda” e qualcosa anche su “Il Giornale d’Italia”. In quel periodo il Tola svolse incredulo le prime indagini ed incuriosì tutti.

Naturalmente anche negli ambienti culturali sardi a quei tempi la notizia venne ampiamente commentata fra stupore e perplessità.

Il caso fu ripreso oltre vent’anni dopo dal giovanissimo mamoiadino Peppino Canneddu e pubblicato nel 1984 in un libro dal titolo “Juan Peron-Giovanni Piras, due nomi una persona”, edito da Antonio Lalli – Poggibonsi –. Le prime ricerche insinuavano che Giovanni Piras, un umile contadino di Mamoiada emigrato giovanissimo ai primi del secolo scorso in Sud-America, sarebbe diventato nientemeno che il mitico presidente Juan Perón.

La questione affascinò per tanto tempo un terzo ricercatore, Raffaele Ballore, che dal 1993 in poi iniziò ad indagare ulteriormente e a raccogliere materiale deciso a trarre un soggetto cinematografico da questa storia.

La ricerca doveva però necessariamente essere approfondita e trovare documentazione probatoria pro o contro questa fantastica tesi e verificare argomenti e fatti che hanno viziato alcune coincidenze in passato.”

Per continuare nella lettura consultare il sito http://www.mamoiada.org/paese/mamoiada/piras-peron-ita/

Fu presidente dell’Argentina dal 1946 al 1955 quando venne rovesciato da un colpo di Stato militare. Rieletto alla stessa carica nel 1973, morì l’anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie Isabel Martínez de Perón.

I seguaci di Perón — originariamente chiamati anche descamisados, «scamiciati», a indicare simbolicamente la provenienza dagli strati popolari della società — acclamavano i suoi sforzi per eliminare la povertà e dare maggior dignità al lavoro, mentre i suoi oppositori politici lo hanno considerato un demagogo e un dittatore. Diede vita al movimento politico conosciuto come peronismo o giustizialismo (justicialismo), che si proponeva come una terza via fra il capitalismo e il socialismo.

Perón costruì la sua immagine anche grazie all’aiuto della seconda moglie, Evita Perón. Il movimento peronista fu sincretico, talora definito populista unendo il socialismo, il patriottismo e la terza via economica, con alcune somiglianze col fascismo italiano (sebbene egli non abbia mai dichiarato affinità in tal senso) senza rinnegare, perlomeno retoricamente, la democrazia, la sovranità popolare e il socialismo nazionale.

Si ispirò anche alle politiche economiche keynesiane e dirigiste del New Deal di Franklin Delano Roosevelt.

In politica estera sostenne il distacco dell’Argentina dall’influenza degli Stati Uniti, e al contempo una politica terzomondista, di neutralità e di non allineamento nei confronti dei due blocchi (filosovietico e filostatunitense) della guerra fredda.

Nel 1973, durante la sua seconda presidenza, l’Argentina entrò difatti a far parte del Movimento dei paesi non allineati.

Perón è stato anche descritto come un tipico caudillo (parola che nei paesi ispanofoni indica un capo carismatico che riunisce in sé potere politico e militare), benché egli nei suoi scritti abbia apertamente rifiutato questa etichetta e questo ruolo.

L’ideologia peronista ha permeato – e tuttora è molto importante – la maggior parte dei partiti politici argentini odierni, sia di destra sia di sinistra. Egli è stato uno dei presidenti argentini più discussi sia per questa mancanza di un riferimento politico ben preciso, sia per aver dato asilo ai nazisti che scappavano dai processi per crimini di guerra al termine della seconda guerra mondiale.

Perón non aveva vicinanze ideologiche con il nazionalsocialismo hitleriano, sebbene alcuni studiosi lo affermino, mentre erano note le simpatie verso il fascismo di Benito Mussolini (e la sua personale sintesi di nazionalismo, corporativismo e sindacalismo rivoluzionario).

Il peronismo non fu mai antisemita e con la Fondazione Evita Perón aiutò il neonato stato di Israele, gesto ricambiato con una visita ufficiale di Golda Meir in Argentina.

Durante la sua vita ebbe rapporti con la massoneria europea e, secondo alcuni, tramite la terza moglie Isabelita, ebbe un legame con Licio Gelli, capo della loggia massonica P2.

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