L’ESPOSIZIONE DELLE OPERE DI MAURO CAPPELLETTI E VINCENZO SATTA ALLA MAC-LULA: UNA NUOVA MOSTRA PER IL PRIMO COMPLEANNO DEL MUSEO

Domenico Fumagalli, Mariolina Mannia e il pittore Vincenzo Satta

Con l’allestimento della mostra d’arte “Pittura aniconica-Essenza del colore” curata dal critico d’arte Claudio Cerritelli, i due fondatori del MacLula Lula (Nu) Domenico Fumagalli e Mariolina Mannia, hanno offerto al territorio una nuova pagina d’arte e cultura. Il museo che il 29 luglio compie il suo primo anno di vita, vanta un enorme successo con sei mila presenze all’attivo provenienti da tutte le parti della Sardegna e del continente. L’esposizione di oltre 30 opere curata dall’architetto Luca Zecchin, inaugurata il 7 luglio e dedicata ai grandi maestri Mauro Cappelletti e Vincenzo Satta, raffinati artisti uniti da consolidata appartenenza al movimento Aniconico, rimarrà aperta fino al 24 settembre.

Lo sguardo indugia sul visibile-invisibile, eterno ossimoro che attanaglia l’uomo sempre alla ricerca dell’essenza del vuoto che spalanca le porte all’infinito dove la mente umana naufraga di fronte al mistero della propria esistenza. E’ proprio la perenne ricerca dell’invisibile attraverso il visibile, insita nella condizione umana, a regalare pregio all’arte.

“Le opere dei due artisti sprigionano una visione in divenire che nasce dalla vertigine del vuoto e dalla vastità di forme dipinte nel loro disvelarsi sulla soglia del visibile” dice Cerritelli nella prefazione al Catalogo.

Mauro Cappelletti, nato a Trento nel 1948 dove vive e lavora, dal 1970 è impegnato nell’ambito della pittura analitica, declinata anche in astrazione lirica, mentre Vincenzo Satta, nato a Nuoro nel 1937, vive e opera a Bologna dove ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Pompilio Mandelli e Paolo Manaresi. Le sue opere sono esposte nei musei di tutta Italia, Man di Nuoro compreso.

Per Mannia e Fumagalli niente nasce per caso, ma ogni tassello ha una sua ragione di essere. Il filo conduttore è sempre l’uomo con le sue problematiche esistenziali veicolate attraverso l’arte che è linguaggio e in quanto tale illumina le coscienze sull’essere e sul divenire, per comprendere chi siamo e dove andiamo.

“Il nostro è stato un costante impegno mirato alla ricerca di temi che diano voce alla società in cui l’uomo si dipana” dice Mariolina Mannia. L’impatto sul territorio dei temi riportati sulla tela – prosegue –  è stato abbastanza positivo. L’arte contemporanea non è di facile lettura, ma grazie anche ai commenti degli ospiti e alle due giovani guide che con professionalità e competenza danno voce e senso a quanto apparentemente inafferrabile, abbiamo la consapevolezza di essere sulla strada giusta”.

In contemporanea alla mostra “Pittura Aniconica” allestita nello spazio principale, nello spazio murale attiguo è stata curata la mostra d’arte “Elsa e lo Spray Tratti dell’umano” – titolo che prende nome da una tela esposta, dove si possono ammirare una ventina di opere che rappresentano tracce dell’umano e del suo evolversi.

“Se le opere di Satta e Cappelletti – sottolinea Fumagalli direttore artistico dotato di grande intuito – rappresentano la luce e gli aspetti visibili e invisibili dell’arte oltre l’essenza del colore che si estende sulla tela, la mostra di “Elsa e lo Spray”, rappresenta la visione degli artisti moderni sul concetto di vita tra il visibile e l’invisibile, concetto che si fonda su sguardi, testimonianze e occhi sbarrati dell’umanità verso questo mondo che vedono e non vedono. Da una parte dello spazio museale c’è l’arte e dall’altra c’è la reazione della persona verso quella forma artistica che si mostra e si nasconde allo stesso tempo. Tema attualissimo che richiama quello dell’arte aniconica. Entrambi i temi – conclude – in quanto connessi, si fondono, si compenetrano agendo in perfetta sintonia”.

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