L’ALLARME DEI SINDACI CONTRO L’ASSALTO DELLE MULTINAZIONALI. LAND GRABBING: NO AI MEGA-IMPIANTI EOLICI IN SARDEGNA

di FRANCO ARBA

La Treccani definisce l’espropriazione come il “Privare qualcuno di una sua proprietà, per un fine di pubblica utilità o in seguito a sentenza esecutiva”.

La comunicazione inviata direttamente dal Ministero dell’Ambiente al sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, è la notifica di un’espropriazione prossima ventura di alcune aree per l’installazione di quattro pale eoliche alte 200/220 metri.

Si tratta di capire quale sia la pubblica utilità determinabile da tale espropriazione. Il comune di Villanovaforru, così come quello non lontano di Ussaramanna, è dal 2022, a tutti gli effetti, Comunità Energetica Rinnovabile, ossia un gruppo di famiglie e imprese di un territorio associate per produrre e consumare energia da fonti rinnovabili, senza il consumo di altro suolo (in questo caso un impianto fotovoltaico è stato impiantato sul tetto della palestra della scuola). Un’eccellenza che rende inutili le grandi pale eoliche che il Ministero vuole obbligatoriamente installare.

Perché quindi questo obbligo? Si potrebbe dire che la pubblica utilità non sia riferita a uno o due comuni, ma a un territorio più vasto. Quale, la Sardegna intera?

Sarebbe strano, perché l’Isola esporta già il 38% dell’energia prodotta (dati TERNA 2019); inoltre la somma delle domande avanzate per la connessione di impianti solari, eolico e eolico offshore potrebbero generare energia elettrica pari al 574% in più di ciò che serve alla Sardegna.

Più che di pubblica utilità si dovrebbe parlare di privato interesse e di speculazione. Ciò che, lentamente, sta determinando una situazione di crescente servitù energetica per l’Isola, che poco e niente ha a che fare con il reale fabbisogno della popolazione sarda. Così simile a quella servitù militare che devasta ampie zone della Sardegna.

Se già a suo tempo una comunità è riuscita ad opporsi con successo a un’espropriazione, come accadde a Orgosolo nel 1969; se un’altra comunità è riuscita a impedire una speculazione energetica, come accadde ad Arborea contro il Progetto Eleonora, negli anni 2012-2016, è necessario che le comunità di Villanovaforru, della Marmilla e di tutta la Sardegna si uniscano per opporsi all’ennesimo tentativo di land grabbing.

Il Circolo Sardegna Bologna e tutta la FASI – che al recente Consiglio Nazionale ha approvato una mozione a sostegno del Comune di Villanovaforru ‘contro il via libera del Ministero dell’ambiente al progetto che prevede espropri in favore di multinazionali per l’installazione di grandi pale eoliche, esprimendo la propria ferma condanna all’assalto eolico alla Sardegna e a ogni forma di predazione e colonialismo energetico’ – seguono con preoccupazione questo nuovo assalto al territorio sardo per l’interesse di aziende private. Nel caso specifico la piemontese Asja energy che, dal 1995, produce energia verde da biogas, eolico e fotovoltaico, in Italia e all’estero. L’Asja energy ha nella sua mission e nei suoi valori la “Responsabilità verso le persone e l’ambiente” . Vorremmo tanto capire dalla Asja dove inizia e dove finisce la sua responsabilità verso le persone che abitano le comunità della Marmilla che, per bocca dei propri amministratori locali, hanno detto chiaro e tondo: “NON VI VOGLIAMO!”

Non solo, ma Asja è anche “attenta agli aspetti sociali, ambientali, culturali e alla qualità della propria attività”. Vorremmo tanto capire dove si evince l’attenzione al sociale e alla cultura nel progetto di installazione di quattro pale eoliche a ridosso di siti archeologici di rilevante importanza per la cultura locale e mondiale, come quello di Genna Maria, a Villanovaforru.

Come sardi della diaspora non possiamo che essere vicini a chi si oppone e resiste all’ennesimo sopruso.

Come a Pratobello! Come ad Arborea!

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