“DANZANDO SOTTO LA PIOGGIA” IL DIARIO DI BORDO DI STEFANO FLORIS

Stefano Floris

di ANTONIO OBINO

“Danzando sotto la pioggia”, Santelli Editore, è il racconto autobiografico di Stefano Floris; quasi un diario di bordo della sua vita attraverso le esperienze che più lo hanno segnato ma che gli hanno permesso di crescere e coltivare le sue passioni. Innamorato della vita e dei viaggi, insieme alla sua fidanzata Tiziana Nuvoli ha attraversato migliaia di chilometri in treno per incontrare i sardi che per diversi motivi vivono lontani dalla nostra isola. Il viaggio è poi diventato una trasmissione televisiva sia a livello regionale che nazionale.

Come nasce l’idea di scrivere il libro? «Ho sempre amato scrivere, ho avuto l’opportunità di coltivare questa passione soprattutto durante i primi viaggi in Africa quando la sera in tenda tenevo un diario di Savana dove riportavo le impressioni ed i pensieri che poi condividevo con i miei amici. Sono stati loro i primi a spingermi a scrivere un libro, ed alla fine è andata così».

L’Africa è un continente dalle mille contraddizioni, quali di queste ha voluto raccontare nel suo libro? «Nel libro parlo del mio innamoramento per l’Africa e della depressione totale che ho avuto al ritorno dalla prima esperienza. Io sono sempre stato un ragazzo solare, allegro, spiritoso, ma tornato dalla mia prima Africa sono caduto in depressione perché lì ho conosciuto un popolo che riesce a sorridere pur nelle difficoltà che quotidianamente deve affrontare. Tutto questo si scontrava con l’abbondanza e lo spreco di cibo che vedevo ai matrimoni dove venivo invitato a suonare: montagne di cibo lasciate sui piatti che spesso finivano gettate nella spazzatura. Nel libro racconto quindi la reazione che ho avuto: ho smesso di lavorare e mi sono richiuso in casa per mesi rifiutando la vita. Racconto come l’Africa mi abbia preso a schiaffi, racconto di questa contraddizione tutta nostra nel vedere persone che seppure vivano in condizioni di estrema povertà riescano comunque a sorridere e sopportare la loro situazione. Un modus vivendi dal quale dovremo prendere spunto. Altra contraddizione che mi ha colpito profondamente è il rapporto tra gli animali e la popolazione locale: gli animali sono infatti una delle fonti principali di guadagno perché richiamano ogni anno migliaia di turisti, ma quando diventano un potenziale pericolo per i raccolti e per la sicurezza della popolazione, allora vengono uccisi».

Quando rientriamo da un viaggio ci portiamo sempre un ricordo particolare, può raccontarci il suo? «Nel libro non si parla solo di Africa ma anche del primo viaggio televisivo dal Portogallo al Vietnam, 20 mila chilometri in treno, esperienza cha ha avuto il riscontro sia di Licia Colò sia di Videolina. L’idea di incontrare i sardi nel mondo ci ha portato anche negli USA, “50 Stati Uniti d’America in treno”. Al rientro, a prescindere dalla destinazione, ci portiamo sempre dentro gli incontri con le persone. Viaggiando abbiamo avuto la fortuna di vedere posti di straordinaria bellezza, ma le sensazioni più intense le hanno sempre suscitate gli incontri con i sardi che raggiungiamo in tutto il mondo. Condividere, socializzare, incontrare nuove persone è per noi la cosa più bella del mondo».

Stefano con la fidanzata Tiziana Nuvoli

Quale consiglio si sente di dare a un turista che vuole organizzare la sua vacanza in un paese africano? «Andare in Africa per soggiornare esclusivamente in un villaggio turistico non permette di conoscere tutte le sfaccettature del continente: l’Africa è nelle strade, nelle scuole, nelle baraccopoli, nella Savana. Qui incontri gli animali che vivono in libertà ed entri in contatto con le popolazioni che la abitano. Hai l’opportunità di vedere diverse realtà a confronto tra loro, magari anche molto dure ma solo così puoi dire di aver visto l’Africa. Questa è la tipologia di viaggio che noi proponiamo».

In che modo questa sua avventura africana rappresenta una rinascita? «Come detto la mia prima Africa mi ha mandato in depressione, però già la seconda esperienza mi ha insegnato a non lamentarmi più delle cose futili, di non accontentarmi di un lavoro che non mi piace e di mordere la vita, inseguire il mio sogno; mi ha insegnato a ridere e sorridere sempre. In questo senso rappresenta una rinascita, perché mi ha aiutato a superare la tristezza della morte prematura di mio padre a 54 anni; a rinascere per essere stato lasciato dalla ragazza che amavo e trovare la donna della mia vita, Tiziana, con la quale ho condiviso la sua prima volta in Africa e dove mi sono definitivamente innamorato di lei. Quando viaggiamo e soprattutto quando ci troviamo in Africa siamo terribilmente sorridenti; questo stato d’animo di rinascita cerchiamo di trasmetterlo a quelle persone che vengono con noi. Come dice Gianluca Gotto, nomade digitale che scrive articoli e libri mentre gira per il mondo, cerchiamo di trasmettere le coordinate della libertà che si possono imparare proprio guardando l’Africa».

Ha già in mente il prossimo viaggio o dove le farebbe piacere andare? «Nei prossimi dodici mesi abbiamo in programma di tornare in Africa e far vedere la nostra Africa a tutte le persone che ce lo chiedono; stiamo organizzando anche un altro viaggio televisivo, il terzo del genere, alla ricerca dei sardi nel mondo. Questa volta saremo in Australia e Nuova Zelanda, per incontrare i nostri conterranei che vivono più lontano dalla loro terra».

 Stefano e Tiziana sono moto attivi sui social: la pagina Facebook Stefano Floris così come l’account @floris_e_nu sono i contenitori dove vengono custodite foto, ricordi e sensazioni di tutti i viaggi. All’interno è anche possibile trovare tutte le notizie relative al libro: date e luoghi di presentazione così come le impressioni di chi lo ha già letto. Gli incontri con il pubblico stanno registrando notevole interesse così come testimoniato dalle 650 presenze registrate nelle prime occasioni.

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