SA DIE DE SA SARDIGNA 2023. FESTA E PROTESTA DELLA COMUNITA’ SARDA A TORINO IL 28 APRILE

di ENZO CUGUSI

Come ogni anno l’Associazione Sardi Gramsci celebra “Sa die de Sa Sardigna” e, a trent’anni dalla sua istituzione, chiama la comunità sarda del Piemonte a festeggiare la ricorrenza e non solo.

“Rompiamo l’isolamento” è il tema della manifestazione che si terrà venerdì 28 aprile alle 17 nella Piazza Palazzo di Città del capoluogo piemontese per rivendicare il potenziamento della continuità territoriale aerea Sardegna-Piemonte. Durante manifestazione, cui hanno assicurato la presenza i soci Marco Grimaldi deputato e Toni Ledda Consigliere comunale saranno lette pagine di Grazia Deledda, Emilio Lussu, Antonio Gramsci e Maria Giacobbe accompagnate dal suono delle launeddas e l’organetto di Marco Lisai.

La celebrazione torinese de “Sa Die” sarà anche l’occasione per ribadire il NO all’uso massiccio del territorio sardo per fini militari. Dal 23 aprile sino al 6 maggio ancora una volta la Sardegna diventa un enorme palcoscenico di guerra: l’esercitazione “Mare aperto 2023” sarà lapiù grande esercitazione militare di sempre coinvolgendo gli eserciti e mezzi di 23 nazioni, seimila uomini in tutto. Come se non bastassero gli oltre 35mila ettari sottoposti a servitù militare e la presenza dei tre poligoni più grandi d’Europa: Teulada, Quirra-San Lorenzo e Capo Frasca verranno ulteriormente interdette al libero transito ampie zona di terra e di mare.

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Un commento

  1. Sa Die sia un’occasione per ribadire il No alle servitù militari”*
    In questi giorni è in corso in Sardegna una delle più grosse esercitazioni militari che si siano mai tenute negli ultimi anni. Le coste sarde ancora una volta vengono utilizzate come una grande prova generale per un’invasione che speriamo di non vedere mai. Oggi come ieri la libertà di movimento vengono limitate dalla presenza di militari italiani e stranieri ma questa negazione di libertà viene scambiata per grande opportunità di sviluppo economico per le aree interessate. Quale interesse per i nostri pescatori, nel vedere chiusi interi tratti di costa, quale interesse nei nostri pastori nel dover subire l’inquinamento delle armi di artiglieria verso i propri allevamenti? Quale sviluppo se non quello degli schiavi che elemosinano un tozzo di pane. Sa Die de sa Sardigna diventi un momento di vero orgoglio sardo, diciamo no alle servitù militari! Associazione sardi Gramsci.Torino.

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