155 ANNI FA GUIDO’ IL POPOLO AFFAMATO NEI MOTI POPOLARI DE SU CONNOTTU: PASKA ZAU, LA ‘MARIANNE’ NUORESE

di MICHELE PINTORE

Come l’iconica Marianne francese, effigiata nel celebre quadro di Eugene Delacroix (La Liberté guidant le peuple), che durante la rivoluzione del 1830 con la bandiera in mano guidò il popolo francese verso la libertà, anche Paska Zau, la coraggiosa donna barbaricina, con una rudimentale vessillo fatto con una lacera sottoveste issata su di un bastone, alla testa del popolo nuorese il 26 aprile del 1868 lanciò l’attacco al Palazzo Martoni, sede della municipalità cittadina durante i moti popolari de Su connottu

Si chiamava Pasqua Selis, ma nella storia cittadina è rimasta immortalata come Paska Zau (a causa del soprannome attributo al marito, Salvatore Guiso, noto Zau), ma sopratutto è ricordata per essere passata alla storia come la coraggiosa donna nuorese, vedova e con 10 figli, che il 26 aprile del 1868, al grido di “ A su connottu!, Torramus a Su connottu!”(A quello che abbiamo sempre conosciuto = Ritorniamo alle vecchie usanze di sempre), alla testa di una turba di cittadini esasperati e indignati, con in mano una misera bandiera, fatta con una lacera sottoveste, guidò l’assalto al palazzo Martoni, sede del comune di Nuoro. L’assalto, che mise a ferro e fuoco l’edificio pubblico, fu l’atto più significativo dei moti popolari che presero il nome de Su connottu, e che contribuì a creare intorno a Paska Zau il mito dell’umile donna battagliera in lotta contro le ingiustizie sociali.

C’era già aria di sommossa quell’aprile di 155 anni fa, dal momento che in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 2252 del 26 aprile 1865, scadevano i 3 anni di termine (il 26 aprile 1868) con cui si imponeva ai comuni di abolire i diritti di ademprivio (diritti di uso civico), e mettere di conseguenza in vendita ai migliori offerenti tutti i terreni comunali fino ad allora gravati dagli usi civici “essenziali”, terreni che permettevano tra l’altro, ai cittadini meno abbienti, l’uso – godimento del pascolo, la raccolta del  legnatico e del ghiandatico. In una popolazione come quella nuorese di allora, formata per la maggior parte di poveri e nullatenenti, la decisione legislativa si rivelò come un un colpo mortale per la già misera economia locale. Non restava che un estremo tentativo per fare sospendere il provvedimento legislativo. Da parte dei cittadini iniziò la mobilitazione generale. Il mattino di venerdì 24 aprile un numeroso gruppo di donne nuoresi (tra le quali anche Paska Zau) si presentò presso la Sottoprefettura nuorese, chiedendo a gran voce al Sottoprefetto, don Giovanni Pes di San Vittorio, la revoca del provvedimento legislativo. Il funzionario si limitò a tentare di placare gli animi esasperati delle donne con parole di rappacificazione, ma queste insoddisfatte promisero di scendere in piazza la domenica successiva insieme ai loro uomini (che durante la settimana erano occupati nei lavori della campagna). Si arrivo cosi alla domenica del 26 aprile, il giorno della sommossa. Di buon mattino ci fu un ulteriore tentativo da parte degli uomini, di contattare nuovamente il Sottoprefetto Pes di San Vittorio, nel vano tentativo di sperare ancora in una revoca del provvedimento. Tutto fu inutile. Verso mezzogiorno il gruppo si spostò nei pressi del municipio nuorese, allora situato nel palazzo Martoni (rione Santu Predu), dove circa 300 persone vocianti, capeggiate da Paska Zau avevano già circondato l’edificio al grido di “A fora su cossizu comunale! (fuori il consiglio comunale!) . Ben presto dalle parole si passò ai fatti. Una giovane donna di nome Tonia Ormena, armata di una grossa scure, abbatté quindi il portone della casa comunale, mentre Paska Zau con in mano la sua umile bandiera, in compagnia della figlia Tonia al grido di “A su Connottu!,Torramus a su connottu” fece irruzione negli uffici comunali distruggendo e bruciando tutti i documenti catastali, nell’estremo tentativo di distruggere la documentazione relativa ai piani di lottizzazione dei terreni comunali. Si compì così il gesto più noto della protesta di Paska Zau, un gesto che raggiunse l’apice quel fresco mattino di aprile del 1868, un breve periodo, che mise in luce il grande impegno sociale di Paska Zau, l’umile e coraggiosa cittadina nuorese, che come la più famosa Marianne francese guidò un popolo esasperato contro le angherie e le ingiustizie dei potenti del tempo. Paska Zau venne quindi arrestata insieme ad altri 69 responsabili di saccheggio e mandata a processo. Fortunatamente il processo si risolse con l’assoluzione di tutti gli imputati, viste le gravi situazioni che gli avevano portati ad agire in preda alla disperazione. A differenza della figura di Marianne, che per la Francia rimase sempre l’immagine simbolo della libertà che guidò il popolo, purtroppo sulla nostra Paska Zau, dopo il ruolo che ebbe nei violenti moti de Su Connottu cadde impietosamente il velo dell’oblio. Fortunatamente, la figura della coraggiosa donna nuorese è stata recentemente riabilitata grazie alle ricerche dei due studiosi nuoresi: Michele Pintore e Gianfranco Conti, che ne  hanno ricostruito la  triste storia della donna e le vicende familiari.

palazzo Martoni

Paska Zau e la sua storia.

Maria Pasqua Selis – nota Paska Zau, nasce a Nuoro il 16 giugno del 1808 da Selis Sebastiano e Mele Elena.

A 20 anni, il 10 ottobre del 1828 si sposa con Guiso-Brozzu Salvatore (1805–1856). La coppia ebbe 10 figli:

– Antonia Giuseppa, nata nel 1830.

–  Maria Antonia, nata nel 1833.

– Valerio, nato nel 1835.

– Elena, nata nel 1838.

– Sebastiano, nato nel 1840 (gemello).

– Maddalena, nata nel 1840 (gemella).

– Francesco, nato nel 1842 (premorto).

– Antonio, nato nel 1843 (gemello).

– Francesco, nato nel 1843 (gemello).

– Rosa, nata nel 1848.

Dopo una vita di patimenti e grandi sacrifici, Paska Zau morì di stenti a Nuoro nel rione di Sa Conza (Santu Predu) il 31 gennaio del 1882.

Aveva allora 74 anni, anche se dai registri parrocchiali risulta: “…di circa 80 anni…”; evidente segno di un fisico devastato a seguito di una triste esistenza, fatta di pesanti fatiche e dure sofferenze.

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