GIUSEPPE TANCHIS, UNA DELLE PIU’ BELLE VOCI ESPRESSE DALLA SARDEGNA: FU IL PRIMO INTERPRETE DI “NON POTHO REPOSARE”

Giuseppe Tanchis a destra con il famoso tenore Giuseppe Di Stefano

di MICHELE PINTORE

Raggiunge il traguardo delle 94 primavere Giuseppe Tanchis, una delle più belle voci espresse dalla Sardegna. Grande voce di tenore lirico, che nel 1966 fu il primo interprete della celebre versione di Non potho reposare con il Coro Barbagia di Nuoro per la RCA Italiana; l’incisione discografica che contribuì a far conoscere al mondo la più bella e famosa canzone sarda di sempre. Il ricordo del cantante e le memorie di altre due grandi voci nuoresi del passato, che per un tratto di strada furono suoi “compagni di viaggio”: il fratello Diego, e Nedo Pirisino, il cantore dei papi in Vaticano.

Classe 1929, Giuseppe Tanchis, grande voce lirica nuorese (di origini bolotanesi), messe a riposo da qualche anno le corde vocali ha recentemente festeggiato il tra amici e familiari il traguardo delle 94 primavere. Una vita la sua vissuta all’insegna della sua grande passione, la musica e il canto lirico. Una passione nata fin da ragazzo, quando, insieme ai fratelli più piccoli, Diego e Luciano (anche loro appassionati di canto), nel salotto buono di casa andavano a rovistare tra i vecchi dischi della “Voce del padrone”, che il padre, il dott. Bachisio (noto medico dell’Ospedale di Nuoro) usava collezionare. La ricerca dei ragazzi portò un giorno alla scoperta di un disco del celebre baritono fiorentino Gino Bechi, cantante allora tra i più acclamati del tempo, e fu subito “amore a prima vista” tra il giovane Giuseppe e la voce del grande baritono fiorentino, che da allora cercò subito di imitare nel canto attratto dall’ascolto dei suoi dischi. Tanto ne fu attratto, che da allora decise di entrare in Conservatorio e intraprendere la carriera artistica di baritono. Giuseppe Tanchis iniziò così gli studi presso il Conservatorio Giovanni Pier Luigi da Palestrina di Cagliari. Da subito, in Conservatorio gli insegnanti si trovarono indecisi nella classificazione della sua voce, tanto che il giovane in seguito, per maggiori certezze, decise di proseguire gli studi presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. A Roma la sorpresa fu grande, dal momento che i docenti del Conservatorio romano giudicarono la voce del giovane studente molto più ampia, con un’estensione oltre il registro di baritono, abbracciando di conseguenza pienamente il registro di tenore lirico. Con la nuova impostazione vocale il giovane Giuseppe Tanchis proseguì brillantemente gli studi, studi che però purtroppo dovette interrompere bruscamente per sopraggiunti gravi problemi familiari che l’obbligarono al rientro in famiglia a Nuoro. A Nuoro poco dopo conobbe Pia, una giovane ragazza che poco dopo sarebbe diventata sua moglie. Col matrimonio Giuseppe Tanchis pose definitivamente la parola fine a quella che si era prospettata come una brillante e promettente carriera artistica di cantante lirico. Tramontati i sogni di esibizioni in prestigiosi palcoscenici, una volta fatto rientro a Nuoro il cantante non interruppe comunque il suo impegno canoro, entrando a far parte dell’allora Corale Santa Maria della Neve, diretta da don Pietro Cottu, Nella Corale divenne incontrastato tenore solista nel vasto repertorio concertistico di repertorio, repertorio comprendente numerosi brani di musica sacra, operistica e tradizionale. Fece parte anche del Coro della cattedrale di Nuoro, diretto da don Sergio Piras (I ragazzi di don Sergio), insieme ai cantori: Piero Ticca, Gavino Are, Salvatore Rubeddu, Efisio Melis, Mario Usai, Tonino Sanna, Luciano Tanchis, Gioacchino Scrugli, Michele Pintore, Matteo Scrugli e Antonio Serusi. Nel 1966 entrò a far parte del Coro Barbagia di Nuoro, diretto dal maestro Banneddu Ruiu, con cui nel 1966 contribuì alla realizzazione del lavoro discografico della RCA italiana “Sardegna canta e prega” di cui fu insuperato e insuperabile interprete dei brani Non potho reposare e In su monte ‘e Gonare.

Nedo Pirisino con mons. Domenico Bartolucci e Papa Giovanni Paolo II

Diego Tanchis classe 1933, fratello minore di Giuseppe, anche lui appassionato di canto lirico. Fece parte fin da giovanissimo del Coro di Nuoro, con cui partecipò nel 1955 al concorso radiofonico promosso dalla RAI – Radio Due, “Campanile d’oro”, gara che vedeva in competizione canora tutte le regioni d’Italia, e che si risolse premiando la Sardegna, che sfiorò la vittoria finale giungendo in finalissima. Merito dell’ottimo risultato sardo fu sopratutto l’esecuzione del brano Zia Tatana Faragone, brano composto nel 1910 dal maestro Francesco Ganga, alias Mastru Predischedda;eseguito da Diego Tanchis nel ruolo di solista del Coro di Nuoro. Purtroppo, qualche tempo dopo quell’indimenticabile esibizione, Diego Tanchis subì un grave incidente automobilistico che gli causò un forte trauma e conseguente situazione di parziale immobilità per il resto della sua esistenza. Diego Tanchis venne a mancare all’età di 71 anni il 6 aprile del 2004. Il prossimo anno ricorreranno i 20 anni dalla sua morte; è auspicabile che la città di Nuoro ricordi la figura di questo sfortunato artista che aveva sognato una meritevole carriera artistica.  

   

Diego Tanchis

Nedo Pirisino classe 1926, si rivelò come una voce prodigio sin da giovanissimo. Componente del coro della vecchia chiesa delle Grazie, nel rione di Seuna di Nuoro, il giovane Nedo prese le prime lezioni di canto dal maestro Tommaso Madrigali, che, viste le eccezionali qualità canore del giovane lo convinse nel 1949 a partecipare ad un concorso per “voci nuove per la lirica” indetto a Nuoro nel 1949; concorso che il giovane concorrente superò agevolmente. Superata la prima selezione cittadina Nedo Pirisino venne ammesso alla selezione regionale, che si tenne a Sassari sempre nel 1949, dove si rivelò alla commissione come una vera e propria promessa della lirica nazionale. L’ottimo risultato alla selezione regionale, lo portò di diritto alla partecipazione al concorso nazionale che si tenne a Bologna nel 1950. Al concorso bolognese Nedo Pirisino si impose nettamente al 2° posto su 155 concorrenti provenienti da tutte le parti d’Italia. Con la vittoria al concorso nazionale il giovane cantante nuorese ottenne inoltre una menzione d’onore accompagnata da un Borsa di Studio per la durata di un anno. Terminato il periodo di durata della Borsa di Studio purtroppo al giovane Nedo vennero a mancare i finanziamenti necessari per continuare gli studi, non potendo contare neppure sul sostegno della famiglia che viveva in modeste condizioni. Furono tempi difficili per il giovane studente, che fortunatamente risolse in parte; vincendo prima un concorso per corista presso l’Accademia romana di Santa Cecilia, e in seguito un altro presso il coro nazionale della RAI. Una svolta decisiva alla sua carriera il cantante la ebbe quando, grazie alle sue eccellenti doti vocali venne chiamato dal maestro, mons. Domenico Bartolucci, a far parte del prestigioso coro della Cappella Sistina in Vaticano, dove intraprese una lunga e brillante carriera fino al 1989, servendo ben 5 pontefici. Nedo Pirisino morì a Roma il 22 gennaio del 2003.

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