ESPERIENZE TRASCORSE E PROGETTI FUTURI: NANDO BUFFONI, ECONOMISTA E FUNZIONARIO PRESSO BANCHE INTERNAZIONALI

di LUCIA BECCHERE

Raccontare Nando Buffoni economista, funzionario presso Banche Internazionali, è come fare un lungo viaggio intorno al mondo. Un 87enne che vuole “stare al balcone per programmare ancora il suo orizzonte”. Nato a Bitti, da una famiglia borghese, primo di 6 figli, padre avvocato impiegato come segretario comunale, mentre la madre è stata la prima donna bittese, figlia di pastori ad essere avviata agli studi superiori e ad aver conseguito il diploma magistrale.

Per esigenze di famiglia frequenta le elementari in vari paesi: Suni, Lula, Bitti e Posada. Un predestinato cosmopolita! Completerà gli studi a Sassari dove si laurea in giurisprudenza a 23 anni con 110 e lode e la proposta di pubblicazione, discutendo una tesi in economia sul lavoro, salari, occupazione e produttività del lavoro, svolta sotto la guida del professor Sylos Labini, grande economista italiano (1920-2005), tesi che discuterà con Luigi Berlinguer e Francesco Cossiga’ in assenza del Maestro.

A Cambridge con una borsa di studio si laurea in legge con indirizzo economico.  A Catania lavora ad una ricerca sulla agricoltura per conto di Feltrinelli, poi a Roma dove si occupa di uno studio sulle aree marginali. Dal governo polacco riceve una borsa di studio per un dottorato con una tesi molto innovativa: “Il ruolo del profitto nell’economia socialista”. All’università di Varsavia dove è rimasto per 4 anni, ho avuto la fortuna di lavorare con il prof Langhe, l’inventore della Teoria economica del socialismo, viceministro dell’economia e responsabile della pianificazione. Lì conosce Leokadia che nel ’68 sposa 2 volte, in Polonia e in Sardegna.

Dal ‘67 al ‘69 è chiamato a dirigere l’Ufficio Studi  del Centro di Programmazione della Regione Sardegna, all’interno del piano di Rinascita dove rimane per circa 3 anni, rassegna le dimissioni in dissenso sulla attività di programmazione. Nel 1983 viene invitato dal Consiglio Regionale della Sardegna a organizzare una missione nel sud-est dell’Asia per studiare il funzionamento delle Zone Franche in quell’area. I consiglieri regionali, al rientro, informeranno il Presidente della Giunta delle difficoltà ad introdurre la Zona Franca in Sardegna per la mancanza delle condizioni necessarie alla operatività: governo stabile, burocrazia efficiente e “occupazione affidabile” (ossia niente scioperi).

Va in Asia a lavorare nella Banca Asiatica di Sviluppo (ADB), una banca internazionale con sede a Manila nelle Filippine, che si occupava dello sviluppo dell’Asia sud-orientale (dal Pakistan fino alla Polinesia), allora comprendente 35 paesi, 18 dei quali provenienti dalla regione e riceventi sostegno dalla Banca e 17 sostenitori, 3 dei quali appartenenti alla Regione (Giappone, Australia e Nuova Zelanda). Fra questi l’Italia, che faceva parte dei paesi fondatori e donatori. A Manila, dove si trattenuto per oltre 10 anni, si è occupato delle banche di sviluppo locali destinate a sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese, diventando manager della ADB per 12 paesi. Fra le attività più interessanti del suo incarico ricorda il negoziato con il governo della Repubblica Socialista del Vietnam del 1979 (il Vietnam viene unificato dopo l’annessione del Vietnam del Sud da parte del Vietnam del Nord), l’applicazione dei tassi di interesse sui prestiti da parte delle banche di stato alle imprese di stato (nei paesi socialisti in quel periodo i tassi di interesse non venivano applicati, verranno introdotti successivamente). Allo stesso modo, nel 1979, ha negoziato con il governo della Repubblica Islamica del Pakistan l’applicazione dei tassi di interesse sui crediti da parte delle banche che utilizzavano prestiti della ADB. Il sistema Islamico, nell’applicazione del Corano, rigetta l’impiego dei tassi di intesse su prestiti e crediti.

Nel 1980 rientra in Italia e lavora fra Milano e Sassari al Banco di Sardegna. Dopo una breve permanenza a Milano risiede a Sassari. All’inizio del ‘92 lo troviamo a Londra alla Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo (BERS) la quale si occupa dei paesi in Transizione, ossia i paesi socialisti della ex Cortina di Ferro e della ex Jugoslavia che intendevano transitare ai sistemi di mercato. Si occupa dei sistemi bancari di questi paesi  che necessitano di ristrutturazione e conversione. Viaggia intensamente in missione: Polonia, Russia, Lettonia, Georgia, Armenia, Uzbekistan, Ukraina.

Nel 1995 viene trasferito in Kazakhstan come rappresentante della BERS, nomina che comporta il grado di ambasciatore. Svolge l’incarico fino al 1997 quando viene collocato in pensione dopo una estensione di 2 anni. Rientra in Sardegna e si presenta come consulente internazionale. Nel ‘98 ritorna in Polonia come consulente della Banca Centrale per assistere le banche cooperative in una provincia sud-orientale del Paese. In seguito rientra a Milano dove insegna per la Fondazione Giordano Dell’Amore che svolgeva Lauree Magistrali (Masters) in Banca e Finanza per funzionari dei Paesi Africani e della Transizione, questi ultimi provenienti dall’Europa Orientale e dai Balcani. Parte per la Bosnia-Erzegovina per dirigere un progetto dell’Unione Europea diretto a ristrutturare e rafforzare le banche locali che sortivano da un sistema socialista per metterle in grado di gestire un finanziamento rivolto al potenziamento delle piccole imprese. E, ancora, alle Filippine per un progetto di Antiriciclaggio; quindi, in Russia, rappresenterà l’Italia, incaricata di assistere quel paese per introdurre la concorrenza nel sistema finanziario; in Romania in rappresentanza del governo italiano per assistere il paese ad introdurre un sistema antiriciclaggio come condizione all’ingresso nell’UE e, in seguito, nella Macedonia del Nord, come docente nei corsi di formazione per conto della Comunità europea.

Nel 2013 si laurea in sociologia, a 78 anni a Sassari perché “la sociologia e l’economia- spiega – sono due aspetti complementari dello stesso tema, l’una rivela il punto di vista umano, l’altra quello economico. Svolge una tesi nella quale pone a confronto la Cina e il Giappone e spiega perché il Giappone ha superato il sottosviluppo un secolo prima della Cina. La tesi ha ottenuto la lode e la proposta di pubblicazione.

Dottor Buffoni, cosa guarda dal balcone?  Guardo quello che è passato, come lo abbiamo interpretato in passato e quello che si sta verificando adesso. Viaggio con la mente e mi documento. Ormai è possibile l’accesso e la consultazione a distanza in qualsiasi biblioteca del mondo. Confesso di vedere un mare agitato e una corsa dove predomina il “si salvi chi può”! Mi piacerebbe continuare ad approfondire e, scherzo, conseguire un dottorato su un tema che mi sta appassionando da tempo e sul quale non mi pare si stia dando l’attenzione dovuta. Si tratta di un aspetto che ci sta sfuggendo di mano. Il titolo: “Sardigna ‘e intro, Sardigna ‘e fora”, cioè le due Sardegna, dal punto di vista politico, economico e sociale: una Sardegna turistica delle coste, in crescita seppure tenue e la zona interna in degrado. I due sistemi contraddicono tutte le teorie di uno sviluppo diffusivo. Lo sviluppo è egocentrico. Il vescovo delle diocesi di Nuoro e Lanusei sta dando un’interpretazione cristiana al turismo, una interpretazione che però la politica rifiuta.  In questo contesto è non solo opportuno, ma necessario, porsi una domanda: che cosa il PNNR porta alle Zone Interne della Sardegna per riequilibrare gli squilibri crescenti che si manifestano in modo evidente? Quali sono i progetti affidabili per ridurre le diseguaglianze? Se ai paesi della Zone Interne (“Sardigna ‘e Intro”) leviamo o riduciamo la scuola, la banca, la chiesa, la sanità, i servizi, il pediatra (perché ci sono meno bambini), il geriatra, quali sono le condizioni o i vantaggi per “restare”? Il degrado è inevitabile.

Che cos’è la felicità? Armonia con il prossimo e con se stesso. A Bhutan, piccolo paese alle pendici dell’Himalaya, viene calcolato l’indice di felicità percepita dai cittadini. Se ha armonia, ogni individuo esprime quello che di vero ha dentro di sé, anche se i suoi bisogni sono limitati. Perfino chi non sa leggere un libro, con la sua intelligenza, ha la percezione dell’affetto, del rispetto, dell’amicizia, della sicurezza della famiglia, sono questi i valori sociali che segnano l’indice di felicità.

Pensa che la felicità si trovi più facilmente nei paesi economicamente meno sviluppati? Direi di sì. E’ vero che in alcuni di questi paesi dove ci sono delle grandi disuguaglianze e dei risentimenti, sono nate le teorie di rivoluzione, pensiamo all’America Latina, ad alcuni paesi dell’Asia, ma proprio in quei paesi economicamente arretrati, ho trovato più senso di umanità e più percezione di affetti e di valori sociali e religiosi. Se posso, suggerirei di leggere “Le vie della Felicità” di Enzo Bianchi, Rizzoli Ed.

Cosa rimpiange della vita intensa che ha vissuto?  Ci sto riflettendo e sto cercando di scrivere su questo. Penso di essere stato premiato oltre il merito. Sono stato guidato da 2 Valori: la Speranza e la Provvidenza. Sono contento di quello che ho raggiunto, e ce n’è pure tanto. Ringrazio Dio ogni giorno per avermi creato e fatto cristiano. Al consuntivo giornaliero mi sento in difetto nei confronti del Prossimo che scopro molto spesso in ritardo.

Che bambino è stato?  Ero un bambino di molta fantasia, con tanta voglia di farmi valere in qualche modo, ma con merito. Non mi sono mai fatto raccomandare. Ero convinto di poter eccellere e la competizione mi ha sempre stimolato. Ho sempre cercato di adeguarmi ai più bravi. Mi immaginavo sempre condottiero ma mi sono comportato con lealtà anche da secondo o da terzo!

Cosa pensa dell’Einstein telescopio? Dal punto di vista geologico, Sos Enattos, hanno senz’altro le condizioni più favorevoli, ma non dal punto di vista organizzativo e della gestione. Il gruppo di cui fa parte Olanda, Belgio e Germania, ha intorno un numero di università con specializzazioni proprio in quel campo, la Sardegna non mi pare possa reggere al confronto. Nel contempo, la Sardegna e governo nazionale credo abbiano stanziato risorse limitate mentre Olanda e soci hanno stanziato cifre imponenti. E’ stato detto che nel Progetto avrebbero trovato lavoro circa 35 mila persone, ma il 90-95% degli occupati riguarderebbero la preparazione degli impianti e delle i infrastrutture, in gran parte generici o poco qualificati, gran parte dei quali occupati a tempo determinato. Gli specialisti ad altissimo livello provenienti dall’esterno, avrebbero bisogno di infrastrutture logistiche e di tanto altro. Che cosa potremmo offrire noi, in loco, sotto l’aspetto del Capitale Umano, oltre ai “generici” nel medio periodo? Non mi pare che ci siano proposte per formare, nel medio periodo, studenti da poter incentivare a specializzarsi in discipline compatibili con le opportunità offerte da questo straordinario progetto. Non mi pare che abbiamo università con docenti per fornire formazione e specializzazioni appropriate, onestamente, e dubito anch’io, che siamo in grado di offrire  il minimo necessario delle strutture necessarie e non mi pare, e mi duole, che, a parte impegni verbali, ci siano  proposte concrete. E’ un sogno realizzabile? Ma questo progetto, com’è che si ritiene possa contribuire a risolvere il problema delle Zone Interne! Infatti, non mi risulta che ci sia un impegno specifico nel Pnrr. Aggiungo che, a quanto apprendo dai media, ci sia un po’ di confusione. Il progetto delle pale eoliche non è stato ancora ritirato dal governo centrale (mentre scrivo) e non si capisce come i due progetti possano coesistere!  (Il 5 aprile è stato approvato in Commissione Bilancio al Senato un emendamento al Decreto Pnrr che blocca il progetto eolico di Gomoretta e mette in salvo l’iter per la realizzazione di onde gravitazionali da realizzarsi a Sos Enattos. Ndr)

Qualcosa che non ha fatto e che avrebbe voluto fare? Chiedere questo a una persona che ha ancora una fantasia attiva, è come dare legna al fuoco! Mi conterrò. Avrei voluto fare uno studio comparato sulla dottrina sociale della chiesa e l’equivalente dell’Islam. L’Islam non ha una dottrina sociale ma tutta una serie di principi e alcuni sono molto o abbastanza vicini ai nostri, questo ci aiuterebbe a capire quanto siamo vicini, se siamo sotto l’unico Dio o se siamo vicini dal punto di vista della morale e di tutto quello che riguarda i diritti e i doveri sociali. Nei prossimi anni una parte degli emigrati saranno islamici, e noi dell’Islam sappiamo poco o nulla, come del resto anche loro, in generale. Un esempio. Nella costituzione islamica “I diritti dell’uomo” iniziano Nel nome di Allah così come la costituzione americana inizia Nel nome di Dio. La nostra costituzione inizia Nel nome del popolo. Per quel che riguarda l’economia per gli islamici l’interesse sui prestiti, non è ammesso, per loro i prestiti sono una partecipazione all’investimento. Ci sono dei principi che nel capitalismo non sono applicabili.

Cosa non rifarebbe? Sono tante le cose che non rifarei. In particolare, avrei evitato di fare un prestito alla Repubblica del Vietnam (Vietnam del Sud) nel 1974. Si trattava di un prestito fasullo. La Repubblica del Vietnam nel 1975 avrebbe cessato di esistere e sarebbe stata incorporata dalla Repubblica Socialista del Vietnam (Vietnam del Nord). Infatti, Henry Kissinger, ministro degli esteri degli Stati Uniti aveva già firmato con il rappresentante del Vietnam del Nord il ritiro delle truppe americane per il primo maggio del 1975, come avvenne, di fatto. Con il progetto si ipotizzava che una decina di milioni di dollari, sarebbero dovuti andare a società che non sarebbero più esistite. Questo l’ho saputo sul campo.

Come trascorre le giornate?  Leggo e scrivo. Vado a pesca di polpi; cerco funghi, porcini, soprattutto; asparagi, finocchietti e tarassaco. Amo molto cucinare.

Ha 4 nipoti, che nonno è? Ho un ruolo di contemporaneo e li incoraggio a superare le loro debolezze. Li invito all’ironia e a mantenere la parola data

Quale libro sta leggendo? Ne sto leggendo due, uno di aforismi, “Briciole della vita” di Vjazemskij, mi piace soprattutto perché è caustico. L’altro è “Capitalismo meridiano alle radici dello spirito mercantile tra religione e profitto” di Luigino Bruno.

Quale suggerirebbe?   “Geremia. Una voce profetica nelle città”, di Carlo Maria Martini per la profondità dei temi e per lo spirito profetico e “Noi come cittadini, noi come popolo” di Papa Francesco, una pastorale dell’Argentina e, ancora, un altro suo libro “Guarire dalla corruzione”.

 

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