BONO, RISORGONO “SA DOMO DE SU RETTORE” E LA MEMORIA DELLA SARDA RIVOLUZIONE: STANZIATI DALLA REGIONE SARDEGNA UN MILIONE DI EURO PER LA CASA DEL CANONICO FRASSU

di GIANRAIMONDO FARINA

Un’altra notizia, a seguito degli importanti risultati conseguiti nell’azione di ricerca del luogo di sepoltura parigina di Giovanni Maria Angioy, portata avanti da Adriana Valenti Sabouret, non poteva non rimanere nascosta e suscitare un desiderato atto liberatorio in chi, da tempo vi sperava. E la notizia non può che far piacere, soprattutto in questo momento difficile per  la comunità di Bono, seguito del vile attentato subito dal sindaco Michele Solinas. Si tratta di un grande ed importante risultato conseguito grazie all’approvazione dell’emendamento aggiuntivo, presentato dall’on. Daniele Cocco, al disegno di legge n. 371 (legge di stabilità regionale- legge finanziaria 2023). Una modifica avente ad oggetto l’autorizzazione, da parte della Giunta regionale sarda, allo stanziamento di un milione di euro a favore del comune di Bono ” “per l’acquisizione e la valorizzazione dell’ edificio di elevato valore architettonico già residenza del canonico Salvatore Frassu”. “Sostanzialmente un “atto di giustizia”- ha avuto a dire l’on. Daniele Cocco, presentatore dell’emendamento, che ha aggiunto il comma 5 bis all’art. 7, comma 5, del summenzionato D.L. 371/2023. “Un atto di giustizia” – ha rimarcato nel suo intervento- “verso quei patrioti che hanno pagato con l’esilio e con la morte il loro legame profondo a Giovanni Maria Angioy ed alle memorie della Sarda Rivoluzione. Come il canonico, anch’egli bonese, Salvatore Frassu. Un “grido” che ha raccolto lo scopo della neonata Associazione “Bono per Angioy”, presieduta da Giampiero Nurra con Adriana Valenti Sabouret vicepresidente con il sottoscritto segretario e la prof.ssa Eleonora Nurra tesoriera. Un sodalizio, quest’ultimo, che, da subito, grazie all’intrapresa del presidente, a neppure un anno dalla fondazione, è riuscito a segnare importanti risultati dovuti alla sua azione di pressione verso i “decision maker” regionali. Ed uno scopo, stando allo Statuto costitutivo , è ben delineato sullo sfondo, quasi come “stella polare” : fare di quest’insigne palazzo signorile il museo, “luogo della memoria della Sarda Rivoluzione”. Una storia edilizia ed architettonica che, dunque, giunge al suo epilogo agognato con quest’importante stanziamento regionale a favore dell’acquisizione dell’immobile da parte del comune di Bono. Peraltro unica strada praticabile per preservarlo dallo stato di totale degrado ed abbandono in cui vige da tempo. Somma che, quindi, verrà impegnata anche al fine di risolvere l’intricata ed ingarbugliata questione ereditaria che riguarda il palazzo allo scopo di “offrirlo” alla comunità bonese e sarda.  E buon motivo per fare ritornare a riecheggiare le frasi dello splendido e sentito epitaffio composto da Giuseppe Sanna Sanna il 23 agosto 1857 in occasione della morte del Frassu avvenuta il 9 dello stesso mese. Ed apparse sulle colonne della “Gazzetta Popolare”. Frasi quanto mai dense di significato per un uomo che, nato nel 1777, da subito, divenne, in età giovanile, seguace di Giovanni Maria Angioy (lo raggiunse, assieme a don Felice Mulas Rubatta e ad Emanuele Crobu, nel suo peregrinare in Alta Italia alla ricerca di un primo contatto con Napoleone).  Dopo il fallimento dei moti rivoluzionari sardi, e l’amnistia generale concessagli, prima della quale subì la persecuzione da parte del governo con il confino impostogli in quel di Orgosolo, Frassu poté abbracciare la carriera ecclesiastica, divenendo prima rettore a Benetutti, sempre in Gocéano, e poi canonico della cattedrale di Oristano. Farà rientro, poi, a Bono, dove morirà nel 1857.

Sanna Sanna era ancora deputato e, continuando a scrivere per il giornale da lui fondato, si trovò a redigere il c.d. ”cappello redazionale”, introduttivo di uno scritto più articolato, sempre sul Frassu, di Giorgio Asproni.  Scriveva per questo il 23 agosto 1857: “Or sono circa due settimane che gli abitanti di Bono vedevano non senza dolore attraversare quelle vie il feretro di un venerando sacerdote che per lungo ordine d’anni visse consacrato all’amore della patria e di Dio. Una grande intelligenza si spense, una intelligenza però modestissima che apparve solo a coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo davvicino e nei luoghi ove l’egregio canonico Frassu ebbe occasioni di mostrarsi qual veramente era, ricco di eminenti doti di cuore e di mente. A quest’uomo, che cominciò la sua carriera al fianco di Angioy e l’ha compiuta conservando nell’animo la fede che gli aveva fatta bella e altera la giovinezza, a quest’uomo che seppe dall’altare spargere sul popolo le benedizioni di Dio senza negar culto alla libertà, vita del mondo, è nostro debito tributare pubblico encomio e perché le sue virtù lo meritano, e perché queste giovino, come esempio raro, a chi cammina nell’ardua via della democrazia”.

Salvatore Frassu, colui che Giorgio Asproni ebbe a definire “il Nestore dei democratici sardi”.

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2 commenti

  1. Adriana Valenti Sabouret

    Una meravigliosa notizia da celebrare. Una grande vittoria!

  2. Essendo un discendente di. Sanna. Sanna. Non posso che essere felice di questa iniziativa…

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