AI CADUTI E AI COMBATTENTI DI TUTTE LE GUERRE: IL LIBRO DI GIAN LUISA CARRACOI DEDICATO A BARI SARDO E AI SUOI MARTIRI

di VINCENZO MORETTI

La cosiddetta “microstoria” indaga periodi di più o meno lunga durata, riguardanti aree geografiche molto circoscritte, per offrire una ricostruzione minuziosa e analitica degli eventi di piccole comunità locali: vicende, personaggi, comportamenti e stati d’animo collettivi che inevitabilmente sfuggono alla storia di vasta scala. Questo è uno dei molteplici intenti di Gian Luisa Carracoi, autrice di un prezioso volume, Bari Sardo e i suoi martiri. Ai caduti e ai combattenti di tutte le guerre, che infatti va oltre i confini contenutistici e metodologici della “microstoria” perché, come si riporta in quarta di copertina, «racconta le vicende della Grande Guerra, così come le avevano vissute i soldati partiti da Bari Sardo, ma va anche oltre il Carso e l’Isonzo, in una narrazione che si snoda  tra le guerre in Africa Orientale, in Spagna, e lungo il devastante Secondo conflitto mondiale». Infatti, come scrive Marina Moncelsi nella sua “Postfazione”, l’Autrice «ha scelto di studiare una comunità non limitandosi a fare la storia dei soldati bariesi in guerra, ma presentandola nel suo insieme; e pur seguendo i giovani coscritti dall’Ogliastra fino al fronte, lo sguardo passa dal prima al dopo dentro il paese, fino al 1945». L’ “Indice” ben evidenzia la struttura del libro che tratta in modo chiaro e completo una materia tanto complessa: quattro “Parti” (“La prima guerra mondiale”, “Le guerre tra le due guerre”, “La seconda guerra mondiale”, “I martiri di santa Cecilia” – più una corposa appendice riguardante “Lo stato di salute fisica e sociale delle reclute bariesi della Grande Guerra”), ciascuna delle quali contiene indagini di storia locale (la situazione del paese di Bari sardo, con tutte le possibili notizie rintracciabili sui caduti e sugli “altri che ritornarono”), ma presenta anche pagine che compendiano, con precisione pari alla chiarezza didattica, la Grande Storia delle battaglie dell’Isonzo e del Piave, della guerra d’Etiopia e di Spagna, della martoriata Sardegna “portaerei d’Italia” durante la seconda guerra mondiale.

Con questo suo lavoro, Gian Luisa Carracoi dimostra come sia possibile coniugare il rigore metodologico di chi fa ricerca storica e la nativa capacità di raccontare in modo avvincente e commosso. Bari Sardo e i suoi martiri è frutto di accurate, caparbie ricerche d’archivio (di cui si dà conto nella “Premessa” e nei “Ringraziamenti”) e di fonti orali (i lontani ricordi di persone che vissero quelle esperienze, o dei loro parenti), ma è anche frutto di quella che l’Autrice stessa definisce una «fraterna curiosità di scavare dentro le loro storie, di approfondire la loro conoscenza, di interrogarli del come e dove l’ottusità della guerra li abbia condotti…». Un sentimento che le ispira pagine ricche di pathos, che mai scadono nel retorico e nel lacrimoso, come esemplarmente dimostra, fra i tanti, questo passo: I soldati uscivano dalle trincee in ranghi compatti e, se si riusciva a superare le matasse di filo spinato e penetrare nella trincea nemica, il combattimento si trasformava in cruentissimi corpo a corpo, con le bombe a mano, i picconi, le vanghette e il calcio del fucile. Tanti cadevano subito, falciati dalle mitragliatrici, altri restavano feriti sul terreno e morivano dissanguati, senza possibilità di aiuto, in quel sinistro spazio tra le due linee di trincee. Tutto era impregnato di ardore, coraggio, attaccamento alla vita, ma la morte era sempre accanto.

Si può fare Storia per molti motivi, palesi o reconditi, ambiziosi o modesti, nobili o abietti. Il motivo che ha spinto Luisa Carracoi a scrivere Bari Sardo e i suoi martiri è l’amore: lo dichiara implicitamente in esergo, con una citazione da Edith Stein, filosofa e monaca tedesca vittima della Shoah, canonizzata da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1998:«Non accettate nulla come verità che sia priva d’amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’una senza l’altra diventa una menzogna distruttiva». Fare Storia, dunque, per amore di verità, ma anche come atto d’amore cristiano, di servizio al proprio prossimo. E che cosa vi è di più “prossimo” della propria comunità, del paese dove si vive e si lavora? Un piccolo paese che ha avuto anch’esso i suoi «martiri» di cui onorare la memoria, se per “martiri” si intendono, con l’Autrice, i tanti «che con l’offerta della propria vita, nell’attaccamento a valori immutabili ed eterni, sono stati testimoni autentici della giustizia e della verità, al di là dell’appartenenza religiosa e indipendentemente dall’epoca storica».

Luisa Carracoi non si ritiene, come tanti illustri Maestri o suoi colleghi pari grado, un giudice del “Tribunale della Storia”, deputato a distinguere i morti dalla parte “giusta” da quelli della parte “sbagliata”. Mi pare che il sottotitolo del libro, Ai caduti e ai combattenti di tutte le guerre, anticipi un tipico suo modo di sentire e di considerare gli eventi bellici: con la ferma repulsione per la violenza, in nome del divino comandamento “Non uccidere”, con la cristiana pietà per coloro che dalla guerra furono toccati e travolti. Perché la guerra, come scrisse nella sua “Prefazione” Giampaolo Matta, è la scelta delle tenebre della luce: la guerra – ricordò l’allora parroco di Bari sardo, citando Hélie Denoix de Saint Marc, uno scrittore che trascorse gran parte della sua vita combattendo – «umilia, disonora, degrada. È l’orrore del mondo riunito in un parossismo di sangue e di lacrime».

Soprattutto la guerra voluta da Mussolini portò alla gente di Bari Sardo non soltanto tristi lutti, ma anche gravi difficoltà economiche, che originarono episodi di miseria materiale e morale. Ma fu proprio dopo questi anni difficili che avvenne “La ripresa”, narrata nelle ultime pagine della parte IV, dove si ricorda Tommaso Piras, un bell’esempio di bariese lungimiranza e caparbietà, uomo dallo spirito francescano, tutto dedito al lavoro e al volontariato parrocchiale, nonché forte assertore della preziosità di una buona formazione culturale. Mente riflessiva e protesa al futuro, nel febbraio del 1952, nel momento in cui il paese assaporava le prime luci di una nuova alba, diede vita a una bella impresa, la bloccheria, che in pochi anni riuscì ad ottenere buoni risultati di vendita in tutto il territorio e diede nuova speranza a tante famiglie;

e si rileva quanto fu importante, come sempre, il coraggio e la forza delle donne. Un grande esempio di tenacia negli anni del dopoguerra lo diede zia Luigina Nieddu (Classe 1911), che si prodigò tanto per far ottenere le pensioni agli invalidi di guerra. Una donna dal grande spirito combattivo.

Ecco qui ricordate le virtù degli uomini e delle donne di Bari Sardo: «tenacia», «lungimiranza e caparbietà» «spirito francescano» di umiltà e rispetto per la natura, «dedizione al lavoro» e fede religiosa, «grande spirito combattivo», «coraggio» e «forza» d’animo. Dopo le tenebre dei tempi di guerra, saranno queste virtù ad essere illuminate dalle «prime luci di una nuova alba».

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Luisa Carracoi

    Grazie, Vincenzo Moretti per questa sua preziosa recensione.

  2. Nonè più tempo
    o pini silenziosi
    di conservare nella vostra memoria ciò che avete visto in quel giorno nefasto
    ecco , scrivete
    nel freddo marmo
    l’epitaffio d’una tragedia …..
    giovini vite
    sospinte da un’onda infuocata
    hanno spiccato il volo verso l’infinito di Dio
    abbiamo teso i nostri rami con sforzo supremo
    e con rammarico
    siamo solo riusciti ad accarezzarne il viso…….
    sono volati via veloci
    verso quelle mani luminose anch’esse segnate dal dolore scomparendo per sempre
    hai nostri occhi
    ma che non debbano
    dal nostro cuore….
    Affidate al vento
    di questo ricordo
    PERCHÉ NESSUNO DIMENTICHI
    e a loro
    LA SU’
    dove il vento diventa carezza porti il messaggio di AMORE e ricordo INTATTO di
    coloro che attendono l’incontro per sempre
    in un tempo che verrà ……
    🌹PER NON DIMENTICARE🌹

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *