IL MONDO DELL’AQUILA REALE: NICOLA MARCELLO E ZULEMA

di FEDERICA CABRAS

Imponente e maestosa, solenne nel suo volo, con uno sguardo attento e un’espressione che, se si guarda con occhi umani, può quasi apparire corrucciata, bella di una bellezza che sembra fatale: l’aquila reale, come ci racconta il gavoese Nicola Marcello – uno dei due unici Aquilieri della Sardegna – è un rapace difficile da allevare, molto grande e forte. Pericoloso, anche: è l’unico potenzialmente capace di perforare il cranio o tranciare la giugulare di un uomo.

Soprattutto l’aquila reale daphanea, ossia la sottospecie che detiene lui. La sua Zulema, di due anni e mezzo, non è ancora del tutto adulta – sebbene già ben piazzata con i suoi sei chili –, ma potrebbe arrivare, visto questa specie è la più grande, persino a sette chili, con artigli lunghi più di nove centimetri e una pressione di cento chili per centimetro quadro sulle zampe.

Mica un canarino, insomma, eppure queste informazioni non fanno che incrementare il suo fascino, l’aura di incanto che sa avvolgere come un mantello questi portentosi animali.

Ma come nasce la passione per questo mondo così wild?

«I miei primi incontri con i rapaci» racconta il giovane gavoese «sono stati molto tempo fa. Avevo circa nove anni. Si trattava di poiane che volevano fare razzie nei pollai di famiglia, così io le salvavo dall’ira dei parenti e controllavo che stessero bene. Le portavo a casa e, attento che non si facessero male, quindi coprendo le finestre con le tende, facevo delle prove di volo. Se sembravano vivaci e sane, le lasciavo poi andare.»

Nicola Marcello non è certo del tutto nuovo al mondo degli uccelli (galline, pavoni, fagiani sono parte della sua quotidianità) quando decide sia il caso di fare il salto con animali più maestosi. Un incontro fortuito permette – chissà, è bello pensare che ogni tanto il destino si metta in mezzo ad aiutare i sogni a uscire dai cassetti – il livello successivo.

«Ero da un rivenditore di galline e, parlando, gli ho detto di essere interessato al mondo dei rapaci. “Sei fortunato, qui c’è un ragazzo che sta scaricando mangime e ne ha” mi disse, e da lì conobbi Andrea Concu di Mogoro, l’altro Aquiliere dell’Isola. Fu proprio lui a consigliarmi un corso intensivo con i Falconieri di Eleonora a San Gavino.»

Lì il ragazzo impara con falchi e poiane le basi della Falconeria ma, come racconta, è l’Aquila Reale ad ammaliarlo oltre ogni limite. «Andrea aveva un maschio quindi, dopo il corso, ho intrapreso il mio percorso con lui. Ovviamente, prima di prendere un esemplare mio, ho preso confidenza con questo mondo allevando due gufi reali, una poiana di Harris e una poiana Ferruginosa.»

«I corsi sono molto utili a farti un’idea generale delle cose importanti» spiega «ma niente può sostituire l’esperienza diretta, quella fatta con l’animale, che va compreso, rispettato, mantenuto nel migliore dei modi. Non è certo semplice, si deve stabulare nel modo migliore possibile. Acceleri il processo se qualcuno ti segue» chiarisce «ma il percorso lo devi fare tu… tu devi sbattere la testa su quello che detenere questi animali comporta, tu devi fare esperienza insieme al tuo animale. La tecnica è una cosa, conquistarsi la fiducia di un’aquila reale è un’altra.»

Certo, se si ha una passione forte per questi esseri viventi imponenti e bellissimi, meglio iniziare con una Poiana di Harris, ad esempio: «Sono incredibilmente intelligenti, molto facili da addestrare.»

Ma attenzione: è un percorso che va intrapreso solo se si ha intenzione di fare le cose per bene. «Un buon Falconiere si riconosce dallo stato di salute dell’animale. Non basta dire: voglio vederli volare. Bisogna avere una passione forte che ti porti a instaurare, con calma e pazienza, un rapporto unico, che non è di affetto come quello che si crea tra un padrone e un cane o gatto, ma è di fiducia. Restano animali freddi e selvatici, ma se si crea un legame si vede, lo fanno notare. Loro vengono da te perché in te hanno fiducia: punto. Non c’è premio nel guanto che tenga, se non si legano non verranno mai da te.»

Da considerare, la longevità: le Aquile Reali possono vivere fino a 50, 60 anni, e quando si legano in maniera forte con il proprio Falconiere – cosa che l’Aquiliere di Gavoi sconsiglia – il rapporto è così stretto che nessuno – nessuno! – potrà mai avvicinarsi a lui in presenza del suo amico a due zampe, pena l’attacco. Ricordiamo che sono animali monogami, creano legami forti, duraturi.

«Abbiamo creato l’associazione Falconieri di Barbagia e organizziamo corsi» conclude. «Ma solo le persone portate possono continuare, a quel punto viene anche scelto l’animale giusto. Le persone che reputiamo adatte possono interagire e imparare persino con aquila e avvoltoio.»

Nicola Marcello, quando vede volare la sua Zulema, immagina se stesso bambino e sorride: il suo sogno si è avverato.

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2 commenti

  1. bellissimo esemplare

  2. virgilio mazzei

    Bravo il falconiere; splendido l’esemplera; interessante l’articolo e i consigli di Nicola.

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