UN ROMANZO CHE CI PORTA A CONOSCERE UN PERIODO OSCURO DEL DOPOGUERRA SICILIANO: “D’ORO E CEMENTO” DI MARIA ROSA GIANNALIA

di CARMEN SALIS

Maria Rosa Giannalia nasce in provincia di Palermo, insegnante, vive e lavora a Cagliari. Scrittrice per passione, in questo romanzo D’oro e cemento – Edizioni Amicolibro, ci porta nella sua amata Sicilia per farci conoscere la realtà di un periodo difficile come il dopoguerra.

Villaranci, un paesino vicino a Palermo, e Mimmino, la storia di una famiglia modesta come tante, il lavoro che inizia nell’infanzia. Chi è il parrino? Il parrino è un muratore, un artigiano molto bravo e capace che, insieme a una squadra di altri operai, contribuisce a ricostruire il paese di Villaranci nel dopoguerra attraversando, in sordina, in tono minore, tutte le fasi che porteranno l’Italia al boom economico. Ma tale nuova condizione non avvantaggia il sud in generale e la Sicilia in particolare, in quanto i nuovi modelli economici creati dal nord industriale non sono funzionali alle condizioni del sud. Infatti, attraverso la storia del parrino e degli altri muratori e quella dei braccianti agricoli su cui si basa la coltivazione, e la prosperità della Conca d’Oro, il lettore può conoscere le implicazioni negative nella zona in cui si ambienta la storia dell’industrializzazione, e dell’idea di profitto che ne consegue con l’induzione dei nuovi consumi. Nel romanzo il parrino si situa all’interno della “piccola storia” degli umili molto diversa dalla “grande storia” che siamo abituati a leggere nei libri.

A Mimmino vengono insegnati i valori dell’onestà e del lavoro, la costruzione delle case a regola d’arte, ma questo non basta.Perché hai raccontato questa storia?Principalmente per il senso di appartenenza che mi lega alla Sicilia, teatro dei fatti e dei protagonisti del romanzo. Infatti fin da piccola, avendo vissuto la mia infanzia e giovinezza in quei luoghi, ho visto progressivamente essere distrutta e devastata la vasta area della bellissima Conca d’Oro coltivata ad agrumeti, gloria e vanto della Sicilia, dalla speculazione edilizia che ha trasformato la Conca nello spettro di se stessa e ne ha modificato irreversibilmente il territorio per perseguire nuove forme di investimento economico. E questi nuovi investimenti, anziché aiutare l’economia di quella zona del palermitano, hanno fornito il pretesto per l’arricchimento dei malavitosi che sono riusciti, tramite la collusione con la classe politica degli anni sessanta e settanta del novecento, ad arricchirsi personalmente senza apportare il benché minimo miglioramento alla fascia più povera della popolazione. Pertanto, assistendo negli anni a questo disastro, mi sentivo abitata da una forte ossessione: denunciare e far conoscere almeno ai lettori tale situazione. Attraverso un lungo periodo di incubazione, finalmente la mia ossessione ha preso una forma: una storia di uomini che con la stessa loro voce potessero raccontare, denunciare, mostrare direttamente la loro vita, qual era e quale diventerà dopo la distruzione dei valori di onestà e di reciproca fiducia che per tanto tempo, sia pure nella povertà, li avevano sostenuti.

Due isole che ti abbracciano: Sicilia e Sardegna. Potresti mai fare una scelta? No. Mai nessuna scelta. È vero che vivo in Sardegna da circa cinquant’anni: vi sono giunta da giovane e non proprio per mia volontà. Ma poi ci sono rimasta per convinzione e per una sorta di innamoramento per la bellezza ancora selvaggia della natura che popola quest’isola.  La Sardegna mi è entrata nel cuore, mi rende serena e mi tranquillizza, ed è ancora capace di stupirmi con i suoi paesaggi splendidi. Ma la Sicilia vive intensamente dentro la mia anima, anche se la rabbia che mi invade ogni volta che vi faccio ritorno me la fa odiare. E così in questo rapporto amore-odio non so risolvermi e, se mi fosse possibile, vorrei passare dall’una all’altra isola continuamente e ogni giorno. La Sicilia mi esalta con la sua arte e la sua cultura, ma mi devasta con l’arroganza del potere della sua classe politica e di tutti coloro che da questa traggono vantaggi particolari e personali. La Sardegna placa il mio spirito e mi riconcilia con me stessa.

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Un commento

  1. Rosetta Martorana

    La Sicilia, con la sua bellezza naturale, la sua ricchezza storico-artistica e la sua letteratura agrodolce come molti cibi della sua tradizione, è stata stuprata da alcuni suoi figli ormai padroni di un potere autoreferenziale come nella Caduta degli dei.
    Quelli come me e l’autrice di questo libro, nonché mia amica, amano questa terra perché le loro vite sono state attraversate dal violento cambiamento voluto e gestito dal malaffare connivente con la classe politica più superficiale e prepotente di tutti i tempi.
    Questo libro, che conosco molto bene perché presentato da me con forte partecipazione, va dritto alla questione e al nostro cuore e realmente lascia dentro di noi una rabbia motivata dal fatto che molti bravi Siciliani sono diventati “cattivi” perché abbandonati da quelle istituzioni che avrebbero dovuto proteggere e difendere.
    Siamo tutti dei potenziali ” Mimmino” perché nessuno vorrebbe delinquere come nessuno dovrebbe rinunciare alla propria felicità e al rispetto della propria persona e dei sogni che nutre.
    La storia ti coinvolge e ti avvince favorendo una lettura fluida e accattivante.

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