IL DISCORSO DI GRAZIA DELEDDA QUANDO RICEVETTE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA IL 10 DICEMBRE 1926

di MARIA VITTORIA DETTOTO

Il discorso di Grazia Deledda quando le consegnarono il Premio Nobel per la letteratura, il 10 dicembre 1926, fu un inno alla bellezza della Sardegna ed alla sardità della scrittrice nuorese, che ancora oggi è l’unica donna in Italia ad aver ricevuto questo premio.

Queste le parole pronunciate dalla Deledda:

“Sono nata in Sardegna. Ho vissuto coi venti. Sono nata in Sardegna. La mia famiglia, composta di gente savia ma anche di violenti e di artisti primitivi, aveva autorità e aveva anche biblioteca. Ma quando cominciai a scrivere, a tredici anni, fui contrariata dai miei. Il filosofo ammonisce: se tuo figlio scrive versi, correggilo e mandalo per la strada dei monti; se lo trovi nella poesia la seconda volta, puniscilo ancora; se va per la terza volta, lascialo in pace perché è poeta. Senza vanità anche a me è capitato così. Avevo un irresistibile miraggio del mondo, e soprattutto di Roma. E a Roma, dopo il fulgore della giovinezza, mi costruì una casa mia dove vivo tranquilla col mio compagno di vita ad ascoltare le ardenti parole dei miei figli giovani.

Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio.

Ho vissuto coi venti, coi boschi, con le montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo.”

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Un commento

  1. Bellissimo discorso di Grazia Deledda.

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