NUORO RENDE OMAGGIO ALLA SUA GRANDE FIGLIA ALESSANDRA ONIDA: LA COMMEMORAZIONE ALLA BIBLIOTECA SEBASTIANO SATTA

di LUCIA BECCHERE

“Per aver creduto nella sua comunità e averla amata, e aver aiutato, con il suo sapere, le persone in difficoltà a ottenere dignità e speranza, per il suo contributo alla ricerca di cure innovative”, con questa motivazione, il 13 ottobre scorso, la Pro Loco Nuoro, durante una cerimonia commemorativa svoltasi nella Biblioteca Satta gremita fino all’inverosimile, ha conferito il premio “Per amore di una città” alla ricercatrice e neuropsicologa nuorese Antonella Onida, scomparsa il 26 settembre scorso a seguito di un incidente stradale. Un riconoscimento prestigioso, istituito oltre 15 anni fa, che annovera premiati di grande spessore: la poetessa Lucia Pinna, don Ottorino Alberti, il medico dei poveri Andrea Romagna, la studiosa Giovanna Cerina e il rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino.

Il premio, un bassorilievo dello scultore Pietro Longu ”Il canto della sirena”, è un’elaborazione di una scultura dello stesso autore, opera unica, l’originale in bronzo si trova nel lungomare di Golfo Aranci, “dedicata all’unicità della donna sarda, una donna forte, saggia, discreta, paziente e coraggiosa, dall’animo orgoglioso, colonna portante della famiglia … qualità che ritrovo in una donna eccellente come Alessandra”.

L’opera è stata consegnata al padre Silvio, che dopo aver ringraziato quanti hanno voluto omaggiare la figlia, ha ricordato quanto entusiasmo animava ogni sua azione. “In casa non parlava di tutto quello che faceva nel lavoro – ha detto -.  Sapevamo l’immenso amore che nutriva per la città di Nuoro e il suo fermo proposito di lavorare nelle strutture pubbliche, mai nel privato, perché i frutti del suo impegno ricadessero sull’intera comunità. Non eravamo a conoscenza di tutti i suoi progetti – ha confessato -, neppure della sua esperienza come speleologa, solo a luglio ci aveva informato della sua partenza per Lione e niente più. Riservatezza estrema. Alla famiglia dedicava qualche momento, il sabato e la domenica alle escursioni per immergersi nella natura, tutto il resto era per gli altri”.

Una vita dedicata agli altri, agli invisibili – ha esordito Antonio Rojch, coordinatore della serata -. Alessandra Onida era attesa a Lione dove avrebbe dovuto svolgere il dottorato di ricerca per approfondire i suoi studi sulla neuropsicologia. Ricercatrice dal cuore d’oro, sempre pronta a correre al capezzale dei suoi pazienti nei momenti difficili e sconfortanti, quando è impossibile trovare una risposta terapeutica. Era la Presidente dei neuropsicologi italiani, figura unica nel territorio sanitario, non solo in Sardegna ma anche nel resto d’Italia. Laurea ad Urbino – ha ricordato il giornalista-scrittore -, specializzazione alla Sapienza di Roma sulla neuropsicologia dell’età evolutiva, sulla fisiopatologia della demenza, dei disturbi visuo-spaziali, dell’attenzione e della memoria. Aveva seguito corsi di specializzazione a Cambridge ed Edimburgo, insegnato per due anni psicologia all’Università di Sassari e tanto altro. Diversamente da quanti impoveriscono la Sardegna andando via, lei era rientrata a Nuoro per essere d’aiuto alla sua gente. Poiché la ricerca e l’innovazione – ha proseguito Rojch – erano le sue grandi passioni, al San Francesco aveva seguito dei corsi per la diagnosi della demenza e di recente era parte attiva del gruppo di ricerca sul long-Covid nel reparto di neurologia, sulla sclerosi multipla e la fibromialgia con un nuovo approccio di terapie neuro ormonali per migliorare la qualità di vita dei pazienti, richiamando l’attenzione di esperti a livello nazionale. Era anche escursionista speleologa, aveva trasformato la grotta in un laboratorio per approfondire i suoi studi sulle condizioni di vita nelle grotte per poter rilevare quanto l’assenza di luce possa influenzare i ritmi vitali dell’uomo e i suoi comportamenti, fino a ricostruire la vita del paleolitico. Ha presentato il risultato dei suoi studi all’Università di Trieste, interessando anche l’Agenzia Spaziale Europea. Generosa fino alla fine, aveva fatto dono dei suoi organi”. Così Antonio Rojch nel suo appassionato intervento di fronte ad un pubblico commosso e partecipato.

In tanti si sono alternati al microfono nel voler offrire la propria testimonianza. Salvatore Loi, presidente provinciale Unpli (Unione delle Pro Loco), ha sottolineato come Alessandra, nonostante all’apice della carriera, volesse riprendere gli studi fatti e ricominciare con la ricerca, mentre il primario di anestesia e rianimazione del San Francesco Peppino Paffi, che con lei aveva iniziato un percorso di riabilitazione di traumatizzati cranici e dei pazienti con postumi di emorragie cerebrali, di lei ha detto: “Era una persona che dava tutta sé stessa, voleva conoscere il paziente soprattutto dal lato umano. Un tassello che mancava nel nostro reparto, una collega che dava una prospettiva di vita al malato. Per tutti noi una grande perdita”. A raccontare l’amica speleologa è stato il presidente gruppo grotte nuorese Francesco Sanna: “Partecipava alle attività dell’associazione sempre con entusiasmo e desiderio di conoscenza, sperimentava ogni cosa con rigore scientifico, indagava i comportamenti dell’essere umano in un ambiente estremo e per questo aveva frequentato il corso per apprendere le tecniche d’introduzione nelle grotte. Aveva organizzato anche un progetto di ricerca che le era valso il plauso e il sostegno dell’agenzia spaziale europea”.

Anche l’Associazione Parkinson- nella figura della Presidente Giampiera Deiana ha voluto ricordare il contributo della giovane ricercatrice nell’organizzare tanti convegni. “Profonda conoscitrice delle malattie neurologiche – ha sottolineato la Deiana – ha svolto lavoro di consulenza per i nostri soci bisognosi di indagine diagnostica. Si approcciava al malato con umanità e professionalità, sempre in punta di piedi”. Così pure la Presidente associazione Migrantes Rosanna Massidda, ha confermato la sua straordinaria sensibilità e disponibilità nei confronti dei ragazzi, definendola “amica e medico neuropsicologo eccellente”.

Gianluca Deiana neurologo al San Francesco di Nuoro ha portato la sua testimonianza in quanto amico e collega. Aveva lavorato con lei 8 anni come assistente di neurologia e radiologia all’università di Lione. Attualmente lavora tra Nuoro e Lione dove svolge un dottorato di ricerca neuroscienze quello che avrebbe dovuto svolgere la stessa Alessandra, ma è impegnato anche sullo sviluppo di una ricerca sulla sindrome del long-Covid. “Una ricercatrice associata che sapeva avvolgere d’umanità anche l’ultimo dei pazienti – ha affermato Deiana -. Una figlia di Nuoro che aveva scelto di restare qui per essere di aiuto alla propria gente. In tanti si rivolgevano a lei, venivano anche da altre parti della Sardegna perché Alessandra sapeva offrire tutta la sua competenza. Il suo estro era la ricerca, non come punto di arrivo ma come strumento per migliorare la sua professionalità”.

In collegamento streaming da Lione la dottoressa Angela Sirigu, ricercatrice del CNRS francese, che ha appreso con profonda commozione la notizia della sua scomparsa. “A lei doveva essere assegnato un dottorato internazionale – ha voluto aggiungere -, qualcosa di prestigioso perché comporta la collaborazione fra due nazioni. Ma il progetto continuerà al San Francesco e questo è merito di Alessandra”.

Infine il coro “Gli amici del folclore” diretto da Paolo Flumini che ha voluto rendere omaggio a questa grande figlia di Nuoro col canto di A ninnia e Babbu Nostru.

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5 commenti

  1. Sei una stella in mezzo al cielo prega x.noi

  2. Non sarà facile alleviare l’immenso dolore della famiglia. Il tempo non guarisce tutte le ferite e il dolore iniziale, per una così grave perdita familiare, riprende forza con il passare dei giorni e colpisce con maggiore intensità soprattutto chi ha generato la figlia. Solo la famiglia, il marito i figli, e soprattutto la presenza dei nipoti potranno confortare e aiutare una madre ad accettare cristianamente questa improvvisa e tragica scomparsa.

  3. Ciao dott sei una grande e un angelo in cielo riposa in pace

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