“ANIMAS”, IL LIBRO DI FEDERICA CABRAS: INTENSO E COLMO DI FASCINO DI UNA SARDEGNA ARCAICA

Federica Cabras

di MANUELA MORANA

Sinossi. La notte del trentuno ottobre, in cui il confine tra i vivi e i morti si fa meno nitido, è una notte pericolosa per la famiglia Ruinas. I maschi di questa stirpe sono maledetti: se un Ruinas incontra la morte nella sera dell’ultimo giorno di ottobre, resta sulla terra per sette anni, durante i quali opera per condurre alla pazzia e poi alla tomba il resto della famiglia. Nella Sardegna degli anni Cinquanta sono Lucia e sua figlia Graziella a fare i conti con la morte dannata del loro capofamiglia Giovanni. Quando la madre comincia a perdere il senno, è la giovane Graziella che continua a lottare per cambiare questo destino, sostenuta da Umberto, un altro Ruinas in pericolo, che le darà il coraggio necessario per provare a mettere in salvo tutti.

Recensione. Emma Martis è una giornalista, è sposata con Giancarlo ma avverte che il suo matrimonio non è proprio stabilissimo, a volte si sente mancare il terreno sotto ai piedi e si chiede se lui è proprio quello giusto per lei, se lo chiede ancora di più adesso che ha scoperto di aspettare il loro primo figlio, un figlio arrivato improvvisamente, quando ormai quasi non ci speravano più. Eppure eccolo, l’ecografia ha rivelato che è un maschio e il primo trimestre di gestazione è già volato. Emma ha deciso di andare a dare la bella notizia alla nonna di suo marito, un’anziana signora incredibilmente magnetica alla quale la nostra protagonista è profondamente legata. Emma ha chiesto a suo marito di non essere presente perché per la mentalità della sua antenata queste sono questioni da “donne” e anche perché ultimamente lei si sente più libera e spontanea quando non ha vicino suo marito.

Graziella Ruinas è la vera e indiscussa protagonista del romanzo “Ànimas”, è una forza della natura, una donna anziana ma con una storia incredibile alle spalle, ha perso il padre quando era poco più che una bambina e da quel momento ha dovuto combattere per ottenere la libertà e poter vivere con il suo grande amore senza che i fantasmi del passato o le maledizioni scagliate contro i suoi avi le rovinassero la vita.
Subito dopo la morte del padre il suo Umberto è accorso in loro sostegno per aiutare lei e la sua mamma a gestire la casa e le bestie. Poco più che adolescenti, i due sono cresciuti insieme e il sentimento vero e sincero è nato e maturato lentamente, come una piantina della quale bisogna prendersi cura.

«Mio marito è stato la mia casa, la mia vita» le ha rivelato qualche mese prima, mentre bevevano un tè sul portico. «Stare senza di lui per me è un tormento. Non come adesso, che vi prendete e vi lasciate. Io gli giurai amore eterno decenni fa e da allora nulla è cambiato. Non che non ci siano stati problemi, in tutti i matrimoni ci sono, e ogni tanto ci siamo addormentati con i sederi appiccicati e i musi lunghi. Io con le mani conserte e lui con il naso puntato verso il muro. Ma mai, mai, ho pensato di non amarlo più. E non abbiamo mai dormito lontani, dal primo all’ultimo giorno del nostro matrimonio. Quelle maledette lenzuola, ora, non si riscaldano più. Tèngio fritu. Sì, senza di lui ho sempre freddo. Ecco, il destino ha stabilito che ci dovessimo prendere per mano, che dovessimo passare la nostra vita insieme. Non poteva andare che così».

“Ànimas” ci racconta la storia di Graziella, una vicenda che è ambientata negli anni ’50 in Sardegna e in nessun altro luogo potrebbe svolgersi perché è in quella meravigliosa terra piena di mistero e magia, di miti e leggende, simbolismi e storie che si può venire letteralmente risucchiati in un mondo fatto di chiaroscuri, di luce e ombre, di amore e dolore, di vita e morte.

Nell’Isola, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, il 31 ottobre, si fa meno nitido, meno chiaro, più nebuloso. È a cavallo tra l’ultimo giorno di ottobre e il primo di novembre che i defunti possono passeggiare indisturbati per le vie del paese, unirsi a noi. Banchettare. Dialogare. Persino toccarci. Questo si credeva già dall’era dei tempi, ma una diceria tramandava che la mia famiglia fosse indissolubilmente legata a questa raccapricciante credenza.

Una triste maledizione grava sui Ruinas, un avo fu maledetto dopo aver compiuto un gesto meschino, crudele e davvero spietato. Da quel momento qualsiasi uomo della famiglia vede avvicinarsi con paura la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, durante quella notte la maledizione viene a riscuotere il proprio pegno e l’anima del malcapitato invece di riposare in pace è condannata a vagare sulla terra per sette lunghi anni nei quali porterà alla follia i suoi affetti più cari fino a quando anche questi non faranno una tragica fine.

È proprio durante quella terribile notte che Giovanni, marito devoto di Lucia e padre amorevole di Graziella, muore improvvisamente. Lucia che conosce bene la maledizione che grava sulla testa dei Ruinas cerca di celare l’accaduto e con la complicità della figlia, del parroco e del medico dichiara che la morte è avvenuta giorno 1° novembre, si illude che così facendo terrà lontana dalla sua famiglia il dolore, la dannazione e le chiacchere dei vicini. Pensa di poter ingannare tutti e uscirne incolume. Ma la maledizione non dà scampo, nemmeno l’aiuto di Umberto, anche lui un Ruinas, riesce a tenere lontano il male da quelle povere e innocenti donne che si sono viste strappare via l’uomo di casa, un uomo che per tutta la sua vita è stato buono, dolce e premuroso e che adesso si è trasformato in uno spirito dannato e malefico.

All’interno di “Ànimas” moltissimi saranno gli avvenimenti strani e davvero inquietanti che si abbatteranno sulla casa della nostra protagonista e nessuno sarà in grado di aiutarla. Tra il freddo perenne che sembra non abbandonare mai la loro casa, il fuoco che si spegne di continuo, apparizioni, comportamenti incredibili, problemi con le bestie e tanto altro si snodano scene davvero da brivido. Solo alcuni sogni sveleranno a Graziella, tassello dopo tassello, la verità sulla storia della sua famiglia, tutte le persone che proveranno ad aiutarla inoltre ne pagheranno le gravissime conseguenze. Ma lei è una donna sarda e le donne sarde hanno sempre una marcia in più, sono coraggiose e forti, non si arrendono davanti agli ostacoli e non si fanno bloccare dalla paura.

Ero piccola, ma ero figlia della mia Terra. Una donna sarda, una donna che non abbassa la testa di fronte a niente e che non ha paura nemmeno di avere paura. Una donna che si mangia i segreti e li custodisce nello stomaco. Che non si ferma. Che non piange o, se lo fa, non si fa vedere da nessuno. Sentivo di poter essere me stessa solo con l’uomo cui avevo promesso di custodire i figli nel ventre e con la donna che, unica al mondo, aveva allattato me e me sola.

Tante sono le domande che vi verranno in mentre leggerete “Ànimas”: qual è la verità sulla storia della famiglia Ruinas? Chi è Ettore? Ed Ernesto? Quale peso grava sulla piccola Graziella? Riuscirà da sola a risolvere il mistero che le sta distruggendo la famiglia e la vita? Riuscirà a salvarsi, a salvare sua madre e ad impedire che anche il suo Umberto le venga strappato in una notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre?

Nel mio corpo scorreva sangue di Ruinas e di Medas: entrambe le famiglie erano capaci di tutto. E lo sarei stata anche io. Ero una femmina in un mondo che voleva gli uomini al comando, ma non mi importava: la forza che sentivo crescere nel petto era sufficiente per sentirmi abbastanza. Abbastanza capace. Abbastanza grande, nonostante i miei quattordici anni. Abbastanza potente. E avevo il sostegno di Umberto, il mio Umberto. Lo stesso Umberto che, lo sapevo, sarebbe stato il mio compagno di vita. Non vedevo l’ora di sistemare quella faccenda, anche per saperlo al sicuro. Entrambi avevamo una taglia sopra la testa.
Io perché figlia sfortunata, lui perché portatore di sciagura. Dovevo liberare entrambi.

Federica Cabras ci regala una storia intensa e piena di fascino, “Ànimas” è un libro potente e assolutamente da non perdere, un racconto che vi stregherà e vi terrà incollati alle sue pagine facendovi provare brividi di paura ma riuscirà anche ad accendere la speranza nei vostri cuori. Impossibile non immedesimarsi completamente in Graziella, non sentire il suo cuore battere forte e non percepire la sua incredibile forza di volontà che supera la paura, la sua voglia di riscatto, il suo immenso coraggio e il bisogno spasmodico che ha di salvare la vita delle persone che ama. Personalmente ho trovato in Graziella un personaggio meraviglioso e un esempio da seguire: è una vera donna, coraggiosa, forte e pronta a sacrificarsi per ciò in cui crede, è un’eroina che non si arrende mai, un faro al quale fare riferimento per salvarci dal buio che a volte sembra circondarci.
“Ànimas” è un libro che vi resterà dentro per molto, molto tempo. Una storia scritta magistralmente, fluida, scorrevole e per nulla banale o scontata, con un finale che vi terrà con il fiato sospeso. È una storia nella quale le donne hanno un ruolo fondamentale, sono proprio loro infatti che spesso riescono a rimettere a posto ogni cosa, facendo in modo che tutto funzioni e non aspettando che arrivi il principe azzurro a salvarle, è un libro che ci ricorda del valore immenso che ognuna di noi ha se solo decidiamo di scendere in campo portando avanti le nostre battaglie.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!

“Ànimas” di Federica Cabras; Genere: Saga familiare – Storie di fantasmi; Editore: Officina Milena; Pagine: 200

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