LA GUIDA DEL “GAMBERO ROSSO” PER IL 2021 PREMIA LA CUCINA MADE IN SARDEGNA: IL “CASO” DELLA TRATTORIA SARDA ARMIDDA DI ROBERTO SERRA

Trattoria Armidda di Roberto Serra

Vini. Pizzerie. E ora, i ristoranti migliori d’Italia. Gambero Rosso ha ufficializzato i nomi di chi entrerà in una delle guide più famose del nostro Paese, con la Sardegna a prendersi il ruolo di protagonista. Come per la guida delle pizzerie e dei vini, è stata una scelta ardua, visto il momento storico che stanno passando da marzo. E in un contesto di crisi come questa, la vera grande sfida dei ristoranti italiani è stato di tenere alte le saracinesche dei propri locali. Definirla un’impresa è in un certo senso riduttivo. Le norme per limitare gli spostamenti e gli assembramenti nei luoghi chiusi hanno purtroppo messo i clienti nella difficile condizione di rinunciare a un momento di stacco dalla routine quotidiana. Perché entrare in un ristorante vuol dire proprio questo: lasciarsi alle spalle il peso della giornata, per poi trascinarsi in un mondo fatto di sapori locali, o, perché no, internazionali, come prevede la cucina fusion.

Sono 2650 i ristoranti inclusi nella guida Ristoranti d’Italia 2021, che, giunto alla 31° edizione, rappresenta un manuale che scava a fondo nella cultura gastronomica italiana. Anche in questo caso, si è deciso di lasciare da parte la sana competizione. Per questa edizione i voti perdono di significato, per le ragioni già esposte. Questo 2020 è l’anno dell’inclusione e della sinergia. E tutti i ristoranti sparsi tra le regioni hanno di fronte lo stesso obiettivo, che c’entra poco con la classifica o con i punteggi. A rimanere intatti sono i simboli (Forchette, Gamberi, Bottiglie, Mappamondi…) che certificano la qualità dei locali a seconda del numero assegnato. Spazio dunque ai ristoranti che in questo momento hanno resistito e hanno avuto la capacità di rinnovarsi, attraverso servizi innovativi e flessibili, dall’asporto, il delivery fino alla parte più formale del packaging. La Sardegna da questo punto di vista ha dimostrato di saper ancora regalare sorprese. Il caso della Trattoria Sarda Armidda è in questo caso emblematico. In pochissimo tempo è riuscito a ottenere Tre Gamberi, il massimo riconoscimento di Gambero Rosso. Se tutto questo può sembrare assolutamente normale per una trattoria navigata, per quella di Abbasanta sono bastati pochi mesi. L’apertura è avvenuta lo scorso agosto, dopo che lo chef Roberto Serra ha deciso di ristrutturare il suo ristorante Su Carduleu. Stare con le mani in mano non è evidentemente nel suo stile, e per questo si è messo subito al lavoro creando un locale all’insegna delle tradizioni sarde. «Questo riconoscimento – afferma Roberto Serra – ci rende particolarmente soddisfatti. Ho aperto la trattoria appena quattro mesi fa dopo un periodo molto difficile dovuto alla pandemia. Dopo sei mesi di fermo ho preso un locale in gestione e ho trasferito la mia esperienza e la mia filosofia in cucina legata a una ricerca maniacale della materia prima del territorio. Questo premio ci ripaga di tanti sforzi e di un anno difficile».

Per quanto riguarda invece le due forchette, il Gambero Rosso ne ha assegnati cinque ai ristoranti sardi. Uno di questi si torva a pochi passi dalla Costa Smeralda. Si tratta del Fuoco Sacro del Petra Segreta Resort di San Pantaleo, un ristorante che mette insieme un’offerta a base di pesce e di carne sfruttando l’eleganza e i colori dell’hotel. A raccontare la cucina tipica della Sardegna ci pensa anche il ristorante Dal Corsaro di Cagliari, grazie al tocco della Stella Michelin Stefano Deidda. E non è l’unico nel capoluogo sardo. A metterci la firma è lo chef Luigi Pomata con il suo ristorante omonimo, in viale Regina Margherita. A chiudere la lista di Gambero Rosso in Sardegna il Da Nicolo di Carloforte e il ristorante Hub di Macomer.

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