“AL DI LÀ DEL MARE”, UNA STORIA AL FEMMINILE PER LA PRIMA PUBBLICAZIONE DI PAOLA RUZZINI

ph: Paola Ruzzini

di CARMEN SALIS

Paola Ruzzini è nata e vive a Sassari, in questa sua prima pubblicazione, Al di là del mare – Edizioni Amicolibro, racconta la storia di Sofia. Un viaggio che definisce la sua formazione interiore, in una narrazione pulita e sincera.

Paola, nella prefazione sostieni di aver scritto una storia vissuta e pensata per le donne, ma consigliata agli uomini Al di là del Mare è un racconto che vede protagoniste le donne in tutti i possibili ruoli: donne, ragazze, studentesse, lavoratrici, mamme, artiste, amiche, amanti. Le donne del libro sono tutte forti, capaci di sgomitare per la vita senza troppe lamentele e sempre col sorriso sulle labbra. Le vediamo in preda alle imposizioni sociali, partire solitarie, soffrire, fare sesso, amare, morire, vivere, e credo che ogni donna si possa riconoscere tra le rughe e, tramite le pagine, ritrovare un po’ di forza persa per strada, tra i ciottoli della vita.

Lo consiglio agli uomini perché credo che gli uomini amino proprio questo delle donne: la nostra forza, la capacità di portare la vita in grembo con tutte le difficoltà e ostacoli sempre con eleganza quasi non fosse pesante. Le donne sanno correre anche con i tacchi. Credo che gli uomini leggendo questo racconto potranno rivedere le proprie mamme, sorelle, fidanzate, mogli, innamorandosi ancora una volta di queste meravigliose creature e riconoscendo nelle loro fragilità la grande forza d’animo che smuove il mondo, le famiglie, i loro cuori.  La donna è come una poesia: apparentemente fragile e piccola ma in realtà saldamente eterna.

La tenacia e la forza di non mollare mai la presa, che in questo libro altro non è che la vita

Questo libro parla proprio di questo: di non mollare mai la presa, di non mollare mai la vita. La vita è preziosa e spesso sentiamo che fugge, ma forse a scappare siamo noi quando si fa più dura, insidiosa. La vita in realtà non va da nessuna parte, resta lì con noi, non rallenta e non accelera, non gira all’improvviso machiavellica e non sgambetta qua e là nella speranza di farci cadere. Forse alcune volte siamo noi più stanchi, e non sempre tenere il passo è facile, ma la vita non se ne va, non ci lascia soli: o c’è o non c’è e quindi finché ci siamo dobbiamo proseguire, non mollare mai, vivere ogni minuto sia esso felice o triste, sapendo che un passo dopo l’altro si giunge alla meta.E questo che impara Sofia, ad amare la vita senza giudicarla e per farlo deve passare per varie fasi, litigi, incomprensioni, amori e dissapori con la vita stessa. Sofia rinascerà ma solo dopo aver trovato il coraggio e aver affrontato un faccia a faccia con la vita.

Che ruolo ha l’amore nelle scelte di Sofia? L’amore circonda Sofia in tutte le sue sfaccettature e modi di rivelarsi. Sofia si appoggia all’amore, quasi lo cerca, lo forza come se sapesse che un amore forte, un sentimento nuovo, esplosivo potrebbe salvarla, aiutarla a uscire da un uragano che da tempo le impedisce di vivere serenamente. Ma l’amore ha bisogno di calma, di cuori aperti pronti a ospitarlo. L’amore è grande e non ci sta dentro cuori spezzati. L’amore ha bisogno di cuori sani e forti e può prendersi cura di qualcuno, ma non curare. Sofia è profondamente ferita e sta male non perché le manca l’amore, ma perché ha perso un amore grande, forse il più grande che può esistere: quello della madre. E non basterà un semplice amore terreno, carnale per colmare queste ferite. Sofia deve ricucirsi da sola, deve andare avanti, deve ritrovarsi passo dopo passo, abbattere il muro di paure costruito attorno e imparare di nuovo prima ad amare se stessa, e per farlo dovrà guardarsi dentro e restare persa per il mondo sola col suo cuore.  

Il viaggio inteso non solo come luoghi da scoprire. Il viaggio per me è fondamentale. Muoversi, spostarsi, conoscere, abbracciare altre abitudini, respirare aria differente, perdersi non è altro che una metafora della vita. Qualsiasi aggettivo vogliamo dare al viaggio vale nello stesso identico modo se trasferito sulla vita. L’uomo è in viaggio da sempre, la vita è un viaggio, la storia è un viaggio, i ricordi sono un viaggio. E allora a volte avere il coraggio di prendere e partire è un po’ lo stesso che buttarsi nei giorni, nei minuti nelle occasioni incerte, insicure senza meta. Il viaggio è scegliere, vivere senza paura di sbagliare perché alla fine la vita come un viaggio non è mai sbagliata, può essere più tortuosa, priva di segnalazioni, soggetta alle intemperie, ma non è sbagliata. Sbagliato è credere che abbiamo un unico treno, che non abbiamo più tempo, che non si può cambiare rotta.

In apertura del romanzo una poesia… Amo aprire tutti i miei racconti con una poesia, perfino la mia tesi di Laurea dà il benvenuto ai curiosi con una breve poesia. Una volta, un lettore a me caro disse che il mio modo di scrivere racconti, la mia prosa è poetica. Devo essere sincera: mai complimento fu più gradito.  Amo la poesia, è tra i generi il mio primo vero amore. Da ragazza non avevo molto interesse per gli studi, ma la poesia, le lezioni di letteratura per me erano un momento di pace.Della poesia mi ha sempre attirato questa capacità di poter racchiudere in poche righe pagine di storia, anni di vita. Quando da bambina mi facevano studiare una poesia, quello che mi stupiva di più era tutto ciò che poi ne rivelava l’analisi, e spesso il tutto era invisibile al primo sguardo, nell’indagarla mi sentivo un detective. Della poesia amo anche la perfezione, nonostante sia l’unico genere letterario che ammette l’errore, anzi quasi lo venera, nonostante nasca da un’emozione, un ricordo, un sogno, la poesia è una signora puntigliosa che pretende una ricerca attenta di significato e una scelta minuziosa dei termini che devono esplodere dentro il lettore. La poesia è uno scrigno magico la cui magia è proprio quella di custodire tra le righe gli intimi segreti dell’autore. Ed è proprio per questo che iniziai a scrivere, per depositare i miei più preziosi al sicuro dentro la poesia.Questa in particolare ne racchiude parecchi e qualcuno lo voglio svelare. È dedicata a mia madre, come a lei dedico ogni lettera del mio libro. Parla degli anni di sofferenza vissuti assieme dovuti a un male (il malefico sospetto s’annida in te), superati grazie alla sua grande forza d’animo e immancabile sorriso presente sino all’ultimo. Perfino durante le sue ultime ore, in cui sui nostri visi scendeva precipitosa una lacrima, sul suo dormiente, ormai in coma soleggiava un sorriso (una lacrima che morente su un sorriso rinasce vita). E quando sola, dopo anni malinconici, presa da una “frenesia d’essere”, finalmente mi ritrovai rinata, giunsi alla conclusione che nella vita forse se non si smette di sorridere: “tragedia è favola”.Questa poesia è dedicata a mia madre alla quale dedico tutto il mio libro, per quanto non potrà mai sfogliarlo.

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Un commento

  1. Giuseppina Mura

    Paola, che sorpresa.! Sono solo a metà del libro e non riesco a chiuderlo. Meraviglioso, travolgente e poetico. Devo ringraziare Giuseppe che me lo ha regalato, ma tu non smettere di scrivere. Muovi molte emozioni, GRAZIE.

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