BULTEI, LA MADONNINA CHE SI MUOVE ED ALTRE STORIE: RITRATTO DI MICHELE PINNA

ph: Michele Pinna

di NERIA DE GIOVANNI

Mi pare che arrivati a un certo punto della vita tutti si guardi indietro con una punta di nostalgia ma sicuramente con più obiettività. Da giovanissimi chi di noi non ha amato allontanarsi dal proprio paese pensando di far il grande volo magari anche oltre l’isola? Eppure il paese, il luogo d’origine, le proprie radici familiari e collettive, sono là, restano come chimere che attirano nel ricordo e nella consapevolezza della maturità.
Credo che tutto questo sia capitato anche a Michele Pinna, da poco in libreria col nuovo libro “Milla movende” (Edes, Collana oltre i confini, pagg. 195).

Michele Pinna è nato a Bono, ma ha vissuto per circa otto anni a Bultei, il paese di cui sono testimonianza vicende e personaggi, prima fra tutti quella che dà il titolo all’intero volume. “Eccola si sta muovendo”, libera traduzione italiana dell’espressione sarda “milla movende”, riferita al presunto miracolo della madonnina di Bultei: “la gente accorreva a Bultei per vedere il miracolo con i propri occhi; quel movimento oscillatorio della Madonnina, dentro la sua nicchia illuminata, reale o presunto che fosse, ma che le folle andavano a vedere incitate, come da un richiamo interiore, dal grido “milla movende” (eccola che si muove)… [pag. 57].

In questo libro molte sono le figure legate alla chiesa, soprattutto preti e c’è una spiegazione. Nei nostri paesi il prete era una delle poche persone colte e istruite, davanti a cui molti sentivano quasi un timore reverenziale visto il loro essere uomini sacri.

Così come il prete, anche il medico condotto era centrale nella vita del paese, salute dell’anima e salute del corpo. “su duttore”, dott. Becciu, è stato un’anima per quella comunità e il suo nome e la sua figura bonaria e ironica, richiama la memoria altri personaggi e altri attori in quel teatro informale che quotidianamente era Bultei… [pag. 83].

Per accorpare il dettato narrativo ad una sorta di testimonianza, bene ha fatto Michele Pinna a inframmettere nei vari capitoli foto d’epoca riproducenti soprattutto i personaggi di cui si parla che avrebbero conosciuto altrimenti la via dell’oblio. Come tutte le microstorie annegate e travolte dalla grande storia.

Michele Pinna offre con questo libro un’innegabile capacità di rielaborazione culturale mettendo in evidenza i tratti più autentici del vivere in paese che accomunano tutte le aree dell’isola di Sardegna.

C’è una sorta di dilatazione del tempo e dello spazio per cui Bultei diventa veramente “quasi un continente” la cui lontananza dai centri più urbanizzati lo preserva circondandolo di un alone quasi fuori del tempo. D’altronde come dice lo stesso scrittore: “Il primo viaggio della mia vita lo fatto da Bono a Bultei. Un viaggio che è durato forse quindici o venti minuti, giusto il tempo che la Sita facesse otto chilometri, quanti sono quelli che separano i due paesi del Goceano, passando per la Centoventotto. Mi parve, però, un viaggio lungo come fossi andato ad un luogo lontano [pag. 55].

Dopo i numerosi saggi di ricerca sulla lingua e le tradizioni sarde, Michele Pinna, direttore della rivista “S’esuja” e direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni, con questa “Milla movende” trova un pubblico più ampio che potrà sempre apprezzare, accanto alla memoria personale, anche la capacità di vivificare i ricordi che sono di tutti noi.

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Un commento

  1. Ho appena finito di leggere questo bellissimo libro e con grande emozione mi ha riportato indietro di 60 anni sono nato a Bultei nel 1947 ho vissuto esattamente tutti quelli anni come ha scritto il Professore Michele Pinna Saluti Mario Orritos. Torino

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