L’ETERNITA’ CHE SI SPECCHIA SUL LAGO OMODEO: PRUNITTU, DA RIMANERE SENZA FIATO

di MAURO PILI

Prendete fiato. Profondi respiri e garantitevi ossigeno per entrare nel trapasso. Dalla vita all’eternità, dalla terra al cielo.

Arrivarci non è semplice. E non ho alcuna intenzione di togliervi il sollievo di inoltrarvi nelle rocce a strapiombo del Barigadu, nelle fitte foreste di lentischio o di corbezzolo, nei panorami baciati dal grande fiume della Sardegna o dall’oceano dell’Omodeo.

Se il medico vi ha prescritto l’aerosol, lasciatelo perdere.

Ditegli che preferite la Barigaduterapia, dove l’aria è intrisa di una miscellanea esclusiva di profumi unici e terapeutici che vi guidano in un cammino che si sa dove inizia ma non dove finisce.

Arrivate nel delizioso paesino di Sorradile, potete scavalcare il grande lago da nord o da sud, per chi percorre l’innominabile Carlo Felice interrompetela all’altezza di Ghilarza.

Percorrendo quei tornanti vi accorgerete che i tratti del paesaggio, dovunque traguardiate lo sguardo, si imbattono perennemente in quell’immenso specchio d’acqua, già di per se vita di un popolo, ma nel contempo per niente valorizzato, come meriterebbe.

Rallentate. Prima di entrare nel principale palcoscenico del lago, Sorradile, troverete, venendo da Ghilarza, un anonimo cartello con una freccia: domus de Janas.

Girate a destra. Salite, salite. E poi fermatevi davanti ad un cancello che non c’è. Ci sono i pilastri ma la soglia del portone è rimasta vuota. Uno spiazzo che non c’è. Fermatevi, fate quello che volete, ma fermatevi.

A destra, rivolgendo lo sguardo verso il lago.

In questo periodo, più che in altri, l’acqua non scorre, inonda ogni centimetro di quel terreno.

Qui i cataclismi geologici hanno segnato allo stesso tempo altopiani e strapiombi, insenature di pietra e vuoti d’aria.

Camminate per cento metri su una distesa di pietra, modellata dal sole e dal vento.

A sinistra, vedrete uno strapiombo. Non dovete lanciarvi.

Costeggiatelo e troverete un camminamento ripido come l’accesso in una galleria mineraria, in questo caso scoperchiata da uno sprofondamento della faglia.

Perseguitelo. Lentamente. Se ci andate in questi giorni, troverete un fiume in piena. Dovrete guadarlo. Bastano stivali da campagna.

Percorretelo guardando per terra. Solo dopo qualche centinaio di metri levate lo sguardo al cielo.

In quella parete alla vostra destra, scoscesa come solo gli arrampicatori estremi possono immaginare, vedrete il punto d’incontro tra la vita e l’aldilà.

Quel modo unico, straordinariamente esclusivo, che contraddistingueva 5000 anni fa il trapasso nell’antica civiltà del Popolo Sardo.

Ditemi pure che sono incantato dalla mia terra, affascinato dalla nostra storia, da quella civiltà così antica e così tanto superba.

Ditemelo pure, ma non mi convincerete.

Solo chi non ha visto questi luoghi può pensare che la nostra civiltà passata fosse “solo” una civiltà.

Non mi convincerete. A Prunittu, nell’antica necropoli di Sorradile io ci sono stato e sono rimasto senza fiato.

Solo la consapevolezza che gli stolti hanno smantellato l’ospedale di Ghilarza mi ha impedito di chiedere soccorso.

Pensare che in quelle ardite pareti rosa, intrise di muschi grassi come suini d’allevamento, si potesse concepire la più alta venerazione della vita con il trapasso all’eternità, lascia esterrefatti.

Cinquemila anni fa, l’immensa civiltà del Popolo sardo, scolpiva nell’eternità l’eternità!

E, infatti, dopo 5 millenni quei segni, quelle immacolate vestigia, sono ancora lì, intoccabili, irraggiungibili, sacre.

Un insieme di finestre sul proscenio del lago, rivolte verso il cielo. Comunicanti, scavate con la maestria dei cesellatori di precisione.

5 mila anni fa!

Sarà difficile arrivarci, così come è impossibile descrivere quelle lingue di roccia che si stagliano nel cielo e quelle domus de janas che si affacciano sul paesaggio mozzafiato dell’Omodeo.

Non fatevi affascinare da chi ha edificato un monumento, nell’antica Roma o nell’antico Egitto.

In questa terra una civiltà immensa, quella Sarda, ha saputo restituire alla terra l’eternità dei propri uomini, con ingegno costruttivo ma sopratutto con la più affascinante visione della vita, quella del trapasso!

Andate, ristorate i vostri polmoni e la vostra mente nell’affascinante mondo di Prunittu, a Sorradile, il paese che si specchia sul lago Omodeo.

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Un commento

  1. Angoli di bellezze nascoste della Sardegna . Grazie On Mauro Pili che porta a conoscenza di tutti qs opere d’arte archeologiche .

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