DOPO CARLO VARESE (TORTONA, 1793 – ROVEZZANO, 1866), AUTORE DI DUE ROMANZI STORICI AMBIENTATI IN SARDEGNA, RICORDIAMO GLI SCRITTORI SARDI DI ROMANZI STORICI FRA METÀ E FINE OTTOCENTO

SECONDA PARTE

di PAOLO PULINA

Nella prima parte di questo saggio, pubblicata su questo sito (che rilanciamo al termine di questa SECONDA PARTE) ho illustrato  la biografia e le opere “sarde”  di Carlo Varese (Tortona, 1793 – Rovezzano, 1866), autore di due romanzi storici ambientati in Sardegna, e ho ricordato gli scrittori sardi di romanzi storici fra metà e fine Ottocento.

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L’opera  di Carlo Varese “Preziosa di Sanluri, ossia I montanari sardi. Romanzo storico dell’autore della Sibilla Odaleta; preceduto da una dissertazione dello stesso intitolata ‘I romanzi di Walter Scott e le opere di Rossini’ ”, 2 voll., Milano, presso A. F. Stella e figli, 1832,  ha una trama ambientata sullo sfondo della rotta di Macomer. La battaglia si svolse a Macomer, il 19 maggio 1478. Da una parte le truppe aragonesi guidate dal viceré di Sardegna, Nicolò Carroz d’Arborea, con reparti fatti giungere dalla madrepatria, e dai regni di Napoli e Sicilia. Dall’altra parte i reggimenti sardi guidati dal marchese di Oristano, Leonardo Alagon. Fu una battaglia molto dura, che terminò con la vittoria degli aragonesi, la distruzione dell’esercito ribelle, la fuga e la successiva cattura di Leonardo Alagon, e la sconfitta dei sardi nazionalisti del marchesato di Oristano. 

Citiamo dal capitolo I del romanzo di Carlo Varese: l’esito disastroso della battaglia lo subirono  «il Marchese d’Oristano  e il Visconte di Sanluri  che avevano trascorso le terre di Logodoro  propagando dappertutto la sedizione [contro gli aragonesi], e chiamando all’armi quei feroci montanari, alle orecchie dei quali il nome d’indipendenza nazionale  suonava sempre gradito».
Come in “Preziosa di Sanluri” di Varese (1832),   in questi romanzi storici scritti da autori sardi a distanza di molti decenni – La rotta di Macomer (1872, di Carlo Brundo); Leonardo Alagon (1872, di Pietro Carboni); Rosa Gambella (1897, di Enrico Costa); Quiteria (1902, di Pompeo Calvia) –,  le vicende narrate ruotano tutte attorno alla battaglia di Macomer «quando i dominatori aragonesi distrussero le speranze irredentistiche dell’isola nella guerra per la successione al marchesato d’Oristano» (Aldo Maria Morace).

Ecco il prospetto cronologico e tematico dei romanzi storici di autori sardi pubblicati  tra metà e fine Ottocento

1845: Vincenzo Bruscu Onnis (Cagliari, 1822 – Milano, 1888), Adelasia di Torres,racconto storico dedicato ad Adelasia di Torres (Ardara, 1207 – Burgos, 1259). Figlia di Mariano II di Arborea, ereditò il giudicato di Torres e, come moglie di Ubaldo Visconti, quello di Gallura. Nel 1236 infeudò però questi possessi alla Chiesa e, rimasta vedova, sposò Enzo, figlio naturale legittimato di Federico II di  Svevia. Enzo morì poi prigioniero dei bolognesi e lei confinata nel castello del Goceano. I due giudicati finirono con lei.

1847: Vittorio Angius (Cagliari, 1797 – Torino, 1862), Leonora d’Arborea o scene sarde gli ultimi lustri del sec. XIV, trad. dal sardo di V. Angius, Torino, Tipografia G. Cassone, 1847. Lo studioso Giuseppe Marci definisce questo il «primo romanzo storico» per la Sardegna. È imperniato sulla figura di Eleonora d’Arborea. Figlia di Mariano IV giudice d’Arborea, fu sposata al genovese Brancaleone Doria. Dopo che gli arborensi, che volevano instaurare la repubblica, uccisero il fratello primogenito Ugone con l’unica figlia Benedetta, lei difese i diritti dei propri figli. Riuscì a sedare  la rivolta ma dovette venire a patti con il re d’Aragona presso i quali Brancaleone si era venuto a trovare. Mantenne i suoi possessi fino alla morte avvenuta nel 1403 o 1404. Per il giudicato di Arborea promulgò nel 1395 la Carta de logu che è un codice di leggi poi esteso a tutta la Sardegna e che rimase in vigore fino alla promulgazione del Codice feliciano nel 1830.

1868: Gioacchino Ciuffo (Cagliari 1815-1886),  Eleonora d’Arborea: dramma storico in quattro atti, Cagliari, Tipografia della Gazzetta popolare, 1868, pp. 52.

1870: Carlo Brundo (Cagliari 1834-1904), L’Alcaide di Longone: racconto storico del secolo XVII, Cagliari, Tip. Timon, 1870, pp. 234. «Riguarda le imprese – alla metà del Seicento – del bandito Giovanni Gallurese.  L’opera è intitolata L’Alcaide di Longone perché Giovanni era stato, prima di darsi alla latitanza, militare alle dipendenze del governo spagnolo dell’isola, in servizio nella torre che si può vedere ancora oggi alla periferia di Santa Teresa Gallura, il cui nome antico è appunto Longone, Lungoni». (Salvatore Tola)

1871: Michele Operti (sec XIX),  Vincenzo Sulis: romanzo storico, Firenze, Tip. Sborgi e Guarnieri, 1871, pp. 444. Riedito nel 1893 col titolo Il tribuno di Cagliari. Vincenzo Sulis (Cagliari 1746 – La Maddalena 1834), quando nel 1793 la flotta francese si presentò nella rada di Cagliari, si adoperò per respingerla. In seguito però cadde in disgrazia e nel 1799 fu arrestato e chiuso nella torre dello Sperone di Alghero. Liberato nel 1821, si stabilì nell’isola della Maddalena dove scrisse una sua Vita.

1871: Antonio Baccaredda (Cagliari, 1824 – Napoli, 1908), Vincenzo Sulis. Bozzetto storico, Cagliari, Tip. ed. dell’Avvenire di Sardegna, 1871, pp. 296.

1872: Carlo Brundo (Cagliari 1834-1904),  La rotta di Macomer: racconto storico del secolo XV,  Cagliari,  Tip. Timon, 1872, pp. 365.

1872: Pietro Carboni (Cagliari 1857-Genova 1902), Leonardo Alagon: romanzo storico del secolo XV,  Cagliari, Tip. dell’Avvenire di Sardegna, 1872, pp. 442.

1874: Carlo Brundo (Cagliari 1834-1904), Adelasia di Torres: racconto storico del secolo XIII, Cagliari, Tip. Timon, 1874, pp.297.

1875: Carlo Brundo (Cagliari 1834-1904), Il Picco Balistreri : racconto storico del secolo XVII,Cagliari, A. Timon, 1875, pp. 139.

1875: Marcello Cossu (Semèstene, 1845-Cagliari, 1895), Elodia e la repubblica sassarese, romanzo storico del secolo XIII,   Cagliari, Tip. del Corriere di Sardegna, 1875, pp.228.

1876: Carlo Brundo(Cagliari 1834-1904), Una congiura in Cagliari: racconto storico del secolo XVII,Cagliari, Tipografia A. Timon, 1876, pp. 510.

1881: Gavino Nino (Bosa, 1807 – Cagliari, 1886), Ugone d’Arborea: dramma in cinque atti in versi, Cagliari, Tipografia del commercio, 1881, pp. 148. Ugone III di Arborea, o de Serra Bas (Molins de Rei, 1337 circa – Oristano, 3 marzo 1383), è stato giudice di Arborea dal 1375 al 1383. Ugone III, messo in ombra dalla leggendaria figura della sorella Eleonora, solo ora viene riconosciuto come uno dei più significativi sovrani arborensi.

1882: Gavino Cossu,  Gli Anchita e i Brundanu: racconto sardo del secolo XVII, Cagliari, Tip. Editrice dell’Avvenire di Sardegna, 1882, pp. 507. È il romanzo che più di tutti si ispira a I Promessi Sposi: narra l’amore contrastato di due giovani appartenenti a due famiglie rivali ambientato nel Seicento sardo.

1885: Enrico Costa (Sassari, 1841-1909),  Il muto di Gallura: racconto storico sardo Milano, Alfredo Brigola e C., 1885, pp. 174.

1885: Marcello Cossu (Semèstene, 1845 – Lanusei, 1895), Ritedda di Barigau: bozzetto ogliastrino,  Lanusei: Tip. Sociale, 1885,pp. 127.

1887: Stefano Sampol Gandolfo (Alghero, 1820 – Roma, 1889),  L’eremita di Ripaglia ossia l’antipapa Amedeo VIII di Savoia. Racconto storico, seconda  edizione romana ritoccata ed accresciuta,  Roma,  1887 (Ciotola), pp. 262.

1897: Enrico Costa (Sassari, 1841-1909), Rosa Gambella: racconto storico sassarese del secolo XV, Sassari, Tip. Nuova Sardegna, 1897, pp. 347. Ha per protagonista la moglie di Angelo de Marongio, che era stato uno degli artefici della vittoria della battaglia di Macomer (19 maggio 1478), tanto che fece ritorno trionfale a Sassari con le sue truppe, conducendo prigionieri i figli dello sconfitto, Leonardo Alagon.

1902: Pompeo Calvia (Sassari, 1857- 1919), Quiteria (racconto tolto dagli avvenimenti sardi del XV secolo), “La Sardegna Letteraria”, I, 1-16 (marzo-agosto 1902). Il racconto ruota attorno alla figura di Quiteria, figlia di Leonardo di Alagon, prigioniera con i fratelli Michele, Francescuccio e la sorella Giovanna nel castello di Sassari, dopo la rotta dei difensori di Arborea, susseguente alla funesta giornata della battaglia di Macomer (19 maggio 1478).

I romanzi che nella seconda metà dell’Ottocento fecero scoprire la Sardegna ai sardi di Manlio Brigaglia

Far scoprire la Sardegna ai sardi. Far scoprire un passato importante e in alcuni momenti anche glorioso, il contrario esatto di una Sardegna sempre depressa e umiliata, per lunghissimi periodi preda di signori stranieri, senza una propria coscienza di popolo.

A questo impegno si dedicarono alcuni scrittori sardi della seconda metà dell’Ottocento, ricalcando con qualche decennio di ritardo quello che nella letteratura italiana di quel secolo viene chiamato il “romanzo storico”. Un romanzo, cioè (il modello, sempre presente, sono addirittura I Promessi Sposi), nel quale una vicenda tutta inventata dall’autore (Renzo e Lucia) è però dipanata sullo sfondo di avvenimenti storici (il dominio spagnolo, la calata dei Lanzichenecchi, la peste di Milano), importanti, per l’autore, quasi quanto la vicenda di fantasia.

In realtà, il “romanzo storico” sardo differisce dai suoi modelli italiani per due motivi principali. Il primo è che la breve ondata di questi romanzi fortemente popolari, quasi tutti pubblicati a puntate come romanzi d’appendice nei quotidiani delle due città principali dell’isola, arriva diversi anni dopo la voga del romanzo storico italiano: questo nasce nei primi anni del Risorgimento, mentre il romanzo storico sardo arriva a unificazione già avviata o addirittura già compiuta.

Il secondo motivo sta, ovviamente, nella scelta delle vicende e dei personaggi. In Sardegna, cioè, questo romanzo si sviluppa quando, seguendo la lezione di Pasquale Tola, Giuseppe Manno e Giovanni Spano, si cerca di trovare nel passato vicino o lontano dell’isola (i quattro secoli che vanno dalla caduta dei Giudicati alla fine della dominazione spagnola) fatti e personaggi che possano costituire veri e propri titoli di nobiltà della Sardegna e dunque il diritto dei sardi ad inserirsi con pari dignità nel nuovo Stato nazionale.

I nuclei storici preferiti sono diversi: la fine del giudicato di Torres e la nascita del cosiddetto “libero Comune” sassarese, nella seconda metà del Duecento (Adelasia di Torres di Carlo Brundo; Elodia e la Repubblica sassarese di Marcello Cossu), la “saga” di Leonardo Alagon, ultimo discendente dei Giudici d’Arborea, nella seconda metà del Quattrocento (Leonardo Alagon di Pietro Carboni; La rotta di Macomer di Carlo Brundo; Quiteria di Pompeo Calvia e Rosa Gambella di Enrico Costa – che ha per protagonista la moglie del vincitore della battaglia di Macomer), la lotta dei sardi contro l’oppressiva dominazione spagnola che culmina nell’uccisione del viceré Camarassa, 1668 (Gli Anchita e i Brundanu di Gavino Cossu), la ribellione di singoli popolani che per difendere il proprio onore diventano fuorilegge (il tempiese Pietro Balistreri che darà nome a una cima del monte  Limbara, Picco Balistreri, e Giovanni Gallurese, L’Alcaide di Longone, tutti e due di Carlo Brundo), sino agli anni della rivolta contro i Piemontesi, con la figura di un avventuroso tribuno (Vincenzo Sulis di Antonio Baccaredda).

Nota. Quella che precede è la presentazione di Manlio Brigaglia (Tempio 1929- Sassari 2018) della collana di romanzi storici relativi alla Sardegna da lui curata nel 2013  (con la collaborazione di Rita Cecaro e di Salvatore Tola) per le edizioni del quotidiano “La Nuova Sardegna”. I titoli sono quelli segnalati in corsivo qui sopra.

LA PRIMA PARTE

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