“LINDEN HOUSE- L’ALBERO DEI NODI”: IL LIBRO E LE PASSIONI NELL’INTERVISTA ALLA SCRITTRICE SARA MANCA

ph: Sara Manca
di MICHELA GIRARDI

La scrittrice cagliaritana Sara Manca, dopo “Una giornata perfetta per essere felice” e “Fino a tutta la vita che c’è”, torna in libreria con un nuovo romanzo, “Linden House. L’albero dei nodi” edito da Il seme bianco. Oggi facciamo quattro chiacchiere con lei sul nuovo libro e sulle sue passioni.

Chi è Sara Manca? Sono laureata in scienze politiche, lavoro con i libri. Mi piacciono gli odori campestri, ma la campagna mi inquieta; amo il mare e fortunatamente ne respiro l’odore ogni giorno. Amo leggere, scattare fotografie di cui spesso mi servo per visualizzare le storie. Non condivido i miei scatti sui social, che per altro uso molto poco, perché trovo che siano troppo personali, intimi. Sarebbe come permettere a chiunque di guardare il mondo attraverso i miei occhi. Con le parole invece si può giocare, si possono rivelare tante cose senza che nessuno se ne accorga. Gli scrittori affidano ai lettori inconsapevoli tantissimi segreti.

Linden House: ti riaffacci alla narrativa con un nuovo romanzo, ambientato in Inghilterra. Come è nato, di quali necessità e suggestioni è figlio? La storia nacque casualmente mentre sistemavo dei libri e l’occhio mi cadde su un verso dell’Odissea, verso che già conoscevo, ma che in quel momento mi colpì particolarmente e fece da apripista alla protagonista principale e a tutto il suo mondo. Devo comunque dire che il mondo onirico ha sempre suscitato in me una particolare curiosità, così come il destino, il fato e la casualità della vita.

In quale genere lo inseriresti? Non riesco a inserire Linden House in un genere definito. Sono presenti elementi soprannaturali che, anche se alla lontana, strizzano l’occhio al realismo magico; ci sono i sentimenti, quelli famigliari e quelli propri delle relazioni romantiche; c’è mistero e qualche nota d’ironia. Apparentemente potrebbe non sembrare, ma dietro questa storia si nascondono domande importanti che almeno una volta nella vita tutti ci siamo posti e che già si ponevano nei tempi più remoti, dai greci ai celti, passando per i romani. Non dimentichiamo che alla base di questa storia c’è proprio la concezione del destino propria di quei popoli.

Come sempre dai molto spazio ai personaggi femminili. Da cosa è dettata questa scelta? Il mondo femminile è caratterizzato da infinite sfumature e ogni sfumatura ne racchiude altre ancora. Per le donne il mondo non è bianco o nero, noi lo percepiamo visceralmente prima ancora di vederlo o sentirlo con i cinque sensi. Questa peculiarità mi affascina ecco perché scelgo protagoniste femminili e le racconto con tutte le loro insicurezze e fragilità. Sempre più spesso si raccontano donne forti, indipendenti che bastano a loro stesse, sicure e che sanno quello che vogliono. Queste donne vengono rappresentate come simbolo di parità. Io non credo che lo siano. Parità significa, per me, libertà di scelta, libertà di essere ciò che sono senza aver paura dei giudizi, delle prevaricazioni, senza aver paura di essere inadeguata. Poter scegliere fa di una donna una persona libera.

La protagonista, Lily, è una romantica, crede che l’amore sia l’unica esperienza che possiamo fare dell’eternità. Lo sei anche tu? Forse in passato. Ma più passano gli anni e più l’idea del romanticismo perde le tinte forti, sbiadisce. Il disincanto prende il sopravvento, ma la vita può sorprenderti con forme di romanticismo slegate da quello proprio del rapporto di coppia. L’amore ha infinite forme e non si limita a essere quello raccontato nei romanzi rosa e nelle commedie romantiche hollywoodiane.

Si parla nel libro di misteri e sogni, di apparenze e bugie. Perché hai scelto di strutturare la trama intorno a questi concetti? Le storie nascono da sole, non è lo scrittore che decide lo svolgersi degli eventi. Quando ho iniziato a scrivere Linden House non sapevo dove la protagonista mi avrebbe portata: lei raccontava e io scrivevo. Devo dire comunque che l’idea di scrivere un romanzo strutturato in questo modo mi venne qualche anno fa dopo aver letto “Il profumo del pane alla lavanda” di Sarah Addison Allen, una lettura leggera e piacevole nel quale note di magie si mescolano alla realtà senza alterarne l’essenza. In fondo la realtà mescolata alla magia ha un buon profumo e per me è il profumo del tiglio in fiore.

Progetti per il futuro? Sto scrivendo una nuova storia, ma sono solo all’inizio, anche se, ironia della scrittura, nasce da una fine.

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