GIOVANI CHE NON SI ARRENDONO: L’AGRICOLTURA IN SARDEGNA TRA ENTUSIASMO E CAMBIAMENTI CLIMATICI

di MICHELE ARBAU

L’agricoltura rappresenta un settore con tante sfaccettature. Soffre per le distorsioni che da anni ormai si sono sedimentate lungo la filiera: per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in media vanno a remunerare il prodotto agricolo mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale. E soffre per i cambiamenti climatici che la stanno condizionando e penalizzando oltremodo con ingenti danni strutturali, perdite di prodotto e aumento dei costi di gestione. Dall’altra però assistiamo anche ad un rinnovato entusiasmo, con il pullulare di aziende che si caratterizzano per la multifunzionalità,  idee innovative nei metodi di produzione e nei prodotti. La legge di Orientamento, fortemente voluta dalla Coldiretti, ha dato sfogo alla creatività degli imprenditori agricoli che in 15 anni hanno rivoluzionato il comparto, allargandone il perimetro (verso il sociale, le produzioni sostenibili, la vendita diretta fino alla bioedilizia e ai prodotti dell’agricosmesi). Tra i protagonisti di questo fenomeno ci sono sicuramente i giovani che hanno portato nuovo entusiasmo e creatività. In controtendenza rispetto alla disoccupazione giovanile, nel 2018 è cresciuto del 5% il numero di imprese agricole italiane condotte da under 35 che vedono nel Made in Italy nuove prospettive di futuro, portando l’Italia al vertice in Europa per numero di aziende condotte da giovani, pari a 55mila imprese agricole. Le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, destinate ad aumentare nel tempo. Lo dimostra il fatto che, secondo un’analisi Coldiretti/Censis, oltre 8 italiani su dieci (82,1%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura con la percentuale che sale all’86,2% se si considerano i soli genitori laureati. Non è un caso se questo profondo mutamento culturale si sia tradotto anche nelle scelte relative al percorso scolastico. Negli ultimi sette anni la facoltà di Agraria fa registrare un aumento del 14,5% delle iscrizioni, in controtendenza al calo generale del 6,8% degli universitari che sono scesi costantemente negli anni fino ad arrivare ad appena 1,67 milioni nel 2017/2018. La Sardegna partecipa da protagonista a questo fenomeno. Nel 2017 c’è stato il boom di giovani agricoltori under 35 sulla spinta anche del bando sul nuovo insediamento. Dai dati Unioncamere emerge infatti che nel 2017, mentre a livello nazionale gli agricoltori under 35 rappresentavano il 7% del totale in Sardegna il dato saliva all’11,6% con oltre 4mila imprese. Il dato più alto arriva dalla provincia di Nuoro: qui le aziende under 35 sono 1.586, il 16,5% sul totale. Nuoro è anche la quarta provincia italiana in cui si conta il maggior numero di giovani imprenditori agroalimentari (la prima è Bari con 2.062), Sassari è ottava. Sono aziende che riescono a coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità e che si stanno distinguendo. Una ulteriore prova arriva dagli Oscar green, l’ambito premio ideato da Coldiretti Giovani e riservato alle aziende agricole under 40 innovatrici. Nelle ultime due edizioni la Sardegna ha portato in finale nazionale tre aziende ed ha vinto un primo premio con Luisa Cabiddu, 26 anni di Girasole salita nel gradino più alto nella categoria Sostenibilità. Luisa è un architetto contadino che coltiva il grano e lo trasforma in farina e pasta ma che riutilizza e da valore edilizio ad un sottoprodotto, la paglia, utilizzandola per costruire delle case. Certo non è tutto rose e fiori. Le difficoltà come abbiamo detto non mancano. Oltre alle problematiche che affliggono tutte le aziende, le nuove devono affrontarne altre, spesso le più ostiche, quelle che le condannano alla chiusura. E non sempre trovano sostegno nelle istituzioni: si veda il calvario del primo insediamento. Coldiretti è in campo a sostegno anche dei giovani agricoltori. Si sta battendo, per esempio, in questi giorni a livello nazionale per superare l’esclusione dalla manovra del governo della proroga degli sgravi contributivi per i nuovi imprenditori agricoli under 40, voluta ed ottenuta proprio da Coldiretti Giovani. Inoltre il movimento giovanile della Coldiretti, guidato in Sardegna da Angelo Cabigliera, pastore di 30 anni di Pattada, è attualmente impegnato con tutta l’Organizzazione con l’iniziativa dei cittadini europei  nella raccolta firme per chiedere alla Commissione europea di imporre una dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari. E’ possibile firmare la petizione anche online dal sito https://sceglilorigine.coldiretti.it”. Una battaglia fondamentale a favore della trasparenza e dei consumatori per garantirgli gli strumenti ed avere la possibilità di acquistare con consapevolezza ma anche a favore dei produttori.

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