UNA LETTERA AI POLITICI : LA TEMATICA ETERNA DELLE BASI MILITARI DELLA SARDEGNA

di BRUNA MURGIA

La presente per richiamare la Vostra attenzione su un problema reale che riguarda l’utilizzo dell’uranio impoverito nelle diverse Basi Militari della Sardegna e sulle conseguenze che continuano ad avvelenare e uccidere esseri umani, animali e vegetali.

Sottopongo a voi l’estratto di un articolo pubblicato su Tottus in pari (eccolo:
http://www.tottusinpari.it/2019/04/25/morti-che-parlano-sardegna-una-polveriera-nel-cuore-del-mediterraneo/ ) in cui, in pochi minuti, potrete leggere e apprendere qual è la realtà dell’Isola.

Poiché non è mia intenzione sottrarre troppo tempo all’impegno politico quotidiano di ognuno di voi, non mi soffermerò su personali e pleonastiche considerazioni: la verità si dispiega nel suo farsi a ciascuno di voi non resta che interpretarne e capire l’urgenza per intervenire.

Una sola preghiera: non usate l’argomento per fini elettorali per poi dimenticare la vicenda subito dopo, come già successo per altre e diverse situazioni, una fra tutte: le fabbriche che hanno chiuso – alcune non per difficoltà economiche ma semplicemente per delocalizzare e conseguire profitti maggiori – che, finito il tempo delle promesse, hanno lasciato nella disperazione i lavoratori e le loro famiglie, che, manco a dirlo, avevano creduto alle vostre promesse. Queste persone sono ancora là nell’attesa di risposte concrete.

Non fatelo, perché se c’è una cosa sbagliata sotto tutti i punti di vista, che una persona, prima ancora che un politico, può fare è proprio quella di farsi garante delle situazioni e poi non fare nulla, o limitarsi a fare qualcosa che assomiglia al nulla: procrastinare le promesse nel tempo senza decidere mai, consapevole che “tanto la gente dimentica”. Ogni promessa è “un debito” da onorare con fatica e passione: questo è quanto mi hanno insegnato e a mia volta cerco di trasmetterlo nella quotidianità professionale e relazionale.

Non fatelo perché sarebbe esecrabile!

I morti meritano rispetto nel loro sonno eterno e non devono essere dimenticati; i vivi conservano il diritto naturale, prima ancor che giuridico, alla tutela della propria salute. Uno Stato degno di questo nome deve adoperarsi affinché ciò avvenga.

Sono consapevole che non lo farete, ma se vi venisse in mente di rispondere a questa mail evitate di dirmi che: non eravate/non siete/siete da poco al governo per cui non potevate/potete cambiare subito tutte le cose. È già troppo penoso assistere quotidianamente alle estenuanti urlate campagne elettorali basate prevalentemente sulla retorica dei buoni e i cattivi, degli italiani e gli stranieri, dei ricchi e dei poveri – a questi ultimi ci pensano davvero in pochi – , dei sovranisti e della sinistra. BASTA!

Sovranisti di che? A sinistra di cosa?

Esiste una sola umanità che richiede di essere osservata e salvaguardata con attenzione alle arricchenti e stimolanti diversità di ognuno.

Abbiamo bisogno di certezze che si basino essenzialmente su pochi e semplici fondamenti: diritto alla vita sana e decorosa; giustizia sociale; lavoro che restituisca dignità alle persone; sicurezza che si traduca in una maggiore e più efficiente presenza dello stato; di un’ Europa più giusta.

In sintesi abbiamo bisogno di: VERITÀ e ONESTÀ. Quella concreta basata su elementi realisticamente realizzabili, che non si esauriscano nella campagna elettorale urlata fuori dai Palazzi presso i quali ogni politico entra con un biglietto d’ingresso estratto dall’urna elettorale. In quel momento lo show finisce e si prende atto della realtà che il Paese sta vivendo, per intervenire in essa e con essa in modo equilibrato, cosciente e consapevole.

Un ulteriore e ultima richiesta: a tutti coloro – e solo a loro – che sono impegnati nella campagna elettorale per cercare di cambiare veramente l’Europa, in cui l’esistenza dell’umanità sia realmente salvaguardata, auguro di conquistare un posto da cui sia possibile esprimere un progetto condiviso di Società/Paesi, che ne fanno e ne faranno parte, fondato sul riconoscimento dei diritti e dei doveri, in cui la moltitudine possa rispecchiarsi e sentirsene parte.

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