ANIMALI E ALTRE BESTIE DI SARDEGNA: IL FENICOTTERO CURDO E LA COCCINELLA SARDA

illustrazione di Alessandra Murgia
di PATRIZIA BOI

Un giovane fenicottero curdo viveva spensierato con la sua famiglia nello stagno di Molentargius. Un brutto giorno, però, mentre inseguiva un gamberetto capriccioso che non voleva farsi acchiappare, si allontanò dagli altri fenicotteri e si smarrì nella palude. 

Non sapeva in che direzione andare e, anche se guardava il cielo e vedeva uno stormo di uccelli, non poteva volare, le sue ali erano ancora inesperte per volteggiare così in alto. Si sentiva solo e abbandonato, aveva paura del freddo e gli mancava la protezione di sua mamma, così scoppiò in lacrime per la disperazione.

In quel momento, una incantevole coccinella sarda che svolazzava intorno a lui fu colpita da una di quelle lacrime.

«Perbacco!» esclamò la coccinella. «Il tempo sembrava sereno, invece è scoppiato un temporale!».

Quando il fenicottero udì la vocina della coccinella, smise di piangere, incantato da quell’insetto delizioso. Guardava stupito le sue alucce trasparenti come il vetro, i suoi  occhi scuri e impenetrabili e fu colpito dall’eleganza delle sue antenne e dalla grazia del suo volo.

Mentre il fenicottero laosservava affascinato, la coccinella  sussurrò:

«Sei il più alto tra i fenicotteri di questo stagno, hai le piume morbide e delicate e il tuo colore mi ricorda i fiori di pesco a primavera. Con le gambe lunghe che hai, ci vogliono tanti battiti d’ala per raggiungere il tuo becco, una vera fatica, ma ne vale la pena perché è grazioso come quello di un uccello turco».

«Io non sono turco, sono curdo!» esclamò il fenicottero contrariato.

«Che differenza ci sarà mai!» sorrise la coccinella.

«La stessa differenza che esiste fra una coccinella sarda e una del continente. Parlate in modo completamente diverso!» ribatté il fenicottero.

«Cosa vuoi dire, che se due coccinelle parlano lingue diverse, non possono essere amiche?» soggiunse con dispiacere la coccinella.

«Non ho detto questo…, però devi ammettere che hanno abitudini diverse!» esclamò il fenicottero.

“Allora io e te non possiamo volerci bene solo perché abbiamo un colore diverso, una diversa grandezza e un diverso peso?” domandò la coccinella posandosi sul naso del fenicottero.

In quel momento il poveretto si ricordò di essere rimasto solo e diventò di nuovo triste.

La coccinella, allora, volò fin sulla fronte del fenicottero e lo accarezzò teneramente con la sua aluccia.

In un istante il fenicottero si accorse che il sole sorrideva, che lo stagno irradiava luce e che tutti i pesci facevano grandi salti. I gamberetti si prendevano per le zampe improvvisando danze fantasiose, mentre le rane spiccavano balzi altissimi, poi gracidavano in coro. Cosicché una gioia immensa lo pervase dalle zampe alla punta del becco.

Ancora oggi, nello stagno di Molentargius si può ammirare una strana coppia: un altissimo fenicottero curdo e una piccolissima coccinella sarda. Li troverete nel punto dello stagno in cui è sempre primavera.

S’alzano insieme con ali dorate

nel cielo limpido come due fate

il tempo odora di rose e mimose

anche se vivono in acque melmose.

Non li spaventano i temporali

fulmini tuoni e piogge infernali

sprizzano gioia se fanno il bagno

sono d’esempio per tutto lo stagno.

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