“VIVERE A MODO MIO”, TRA FINZIONE TELEVISIVA E REALTA’: IN LIBRERIA IL RACCONTO DELLA VITA DI RICCARDO COCO

di GIORGIO ARIU

I meno giovani tra i telespettatori sardi -soprattutto i cagliaritani e quelli della provincia- sanno che era lui l’inventore e l’autore dei filmini doppiati in slang per così dire isolano che fecero la fortuna della neonata Videolina, la più grossa realtà sarda e tra le prime Tv private in assoluto in Italia a metà degli anni Settanta. Ma non tutti sanno chi era davvero Riccardo Coco, uno che ha fatto la storia della Tv privata in Sardegna, qual era la personalità di un uomo che certo verrà ricordato come il pioniere del varietà televisivo autarchico, fatto in casa, cioè interamente ideato, prodotto e realizzato in Sardegna. Quali erano le molle che l’hanno spinto a imporsi all’attenzione generale, quali i segreti della simpatia che ispirava.

Quel suo primo varietà si chiamava “Vivere”, andò in onda per quasi sei anni e quattrocento puntate, un vero record; ed era davvero innovativo, con una formula rivoluzionaria per l’epoca. Chiacchiere in studio con personaggi di tutti i tipi, dai divi del cinema e della Rai (allora l’unica Tv che trasmetteva su due reti, mentre il berlusconiano Canale5 muoveva i primi passi), a politici, sportivi e varie personalità locali, a emeriti sconosciuti che proprio grazie a quella trasmissione ebbero anche più o meno lunghi periodi di notorietà. E poi filmati in esterna, gag, tanta musica, risate ma anche serissime riflessioni sui temi d’attualità più scottanti. E naturalmente belle ragazze. Un talk show antesignano che fotografava la società sarda in tutti i suoi aspetti, mettendola a confronto con quella della penisola, che scopriva pregi e difetti di una regione perennemente all’inseguimento di una crescita costante e duratura. Che faceva comunque riflettere e divertire allo stesso tempo, tenendoti incollato alla Tv, il venerdì sera, per quelle due ore rigorosamente in diretta che garantivano sempre anche qualche piacevole sorpresa. Un po’ -chiedendo scusa per il paragone- come quando andavi a vedere il Cagliari o seguivi la Nazionale di calcio in Tv: vediamo oggi cosa inventa il “nostro” Gigi Riva, quale spettacolare azione/gol ha in serbo per tutti noi! Ed era difficile che ci deludesse.

Ma Riccardo Coco, scomparso poco più di un anno fa, nel giugno 2017, era anche altro, rappresentante di commercio, negoziante, pilota automobilistico, pittore, cinofilo, musicista, cantante, regista, sceneggiatore e autore televisivo, giornalista, editore, presentatore, ristoratore, chef, generoso anfitrione. Un poliedrico ed eclettico personaggio a sua volta, tra i tanti personaggi che ha ospitato o addirittura creato nelle sue trasmissioni televisive. E “personaggio” lo definiscono Antonello Angioni nella presentazione del libro “Vivere a modo mio” o Mauro Manunza in un suo ricordo racchiuso nelle stesse pagine. Un libro, edito dalla Gia e presente ancora oggi nelle librerie e nelle principali edicole della provincia di Cagliari, nel quale Riccardo viene raccontato sin dalle origini da Andrea Coco, suo cugino per caso ma amico per scelta, e che con lui ha condiviso mille avventure.

Un libro che racconta la vita movimentata e certo fuori dagli schemi di questa autentica “forza della natura” che una ne faceva e cento ne pensava. Sempre con un filo di ironica leggerezza, planando cioè sempre dall’alto sui problemi della vita quotidiana, consapevole del valore effimero delle cose e attento -come scrive l’autore del libro- a evitare i macigni sul cuore. Ma anche a incuriosire, intrattenere e divertire i telespettatori e chiunque avesse l’opportunità di conoscerlo.

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Un commento

  1. Quando ognuno di noi
    pensa alla sua storia televisiva
    nelle emittenti sarde,
    deve ringraziare Riccardo.
    È stato l’alfa
    delle nostre piccole omega.

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