LA MIA #BARBAGIAONTHEROAD: DISCOVERING OLIENA, IL SUGGESTIVO PAESE AI PIEDI DEL CORRASI

La chiesa di Santa Croce nel centro storico del paese

di SALVATORE LAMPREU

Oliena, un caratteristico paese che pare pacificamente disteso al sole, nelle giornate d’estate si presenta come un lenzuolo ricamato di casette cucite alle pendici del Monte Corrasi, il gigante calcareo di oltre 1.400 metri di altezza, che con la sua cresta bianca domina quell’angolo di Barbagia.

Ci sono tante buone ragioni per visitare questa suggestiva località, insignita della bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano, che dista, a occhio e croce, appena una manciata di chilometri  dalla cittadina di Nuoro.

Una natura incontaminata, numerose antiche chiese variamente distribuite sul territorio, un patrimonio consolidato nei secoli di tradizioni legate all’enogastronomia e all’artigianato artistico fanno di Oliena un posto unico e sicuramente meritevole di essere esplorato.

L’ultima volta che ci sono stato risale allo scorso giugno ma Autunno in Barbagia, potrebbe rivelarsi l’occasione giusta per farci nuovamente un salto. Anche perché, non so se lo sapete, ma Autunno in Barbagia è nato proprio a Oliena nel lontano 1996 col nome di Cortes Apertas.

Pensando a Oliena i primi colori che mi saltano alla mente sono il rosso rubino del vino e il giallo dorato della filigrana sarda. Si, perché Oliena è la patria del Nepente, una qualità pregiata di Cannonau DOC che addirittura nel 1909 venne ampiamente esaltata da Gabriele D’Annunzio in una guida alle Osterie d’Italia. Diciamo che il Nepente è talmente buono che, come suggerito dall’etimologia greca del termine, è davvero in grado di scacciare o affievolire qualsiasi tristezza.

Per quanto riguarda l’oreficeria, famosissimi sono i gioielli indossati dalle donne durante le processioni e realizzati in filigrana sarda con precisione chirurgica così come il loro scialle tradizionale, particolarmente ricco di ricami e ornamenti.

Un giro per le strette viuzze di Oliena vi permetterà non solo di ammirare scorci fuori dal tempo, assembramenti curiosi di case dalle forme incerte a cui si accede tramite minuscoli portoncini in legno che danno su stradine lastricate (tutto pane per i denti degli instagramers a caccia di dettagli), ma anche di scoprire un numero incredibilmente elevato di chiese e qualche bel murale colorato.

Sono ben quindici le chiese presenti nel comune di Oliena, di cui unidici nel centro abitato e quattro nelle campagne circostanti. Tra quelle che si trovano nel paese vi consiglio di visitare l’ex parrocchiale di Santa Maria, risalente al XIII secolo e attorno alla quale, un tempo, sorgeva il vecchio cimitero.

L’attuale chiesa parrocchiale è intitolata a Sant’Ignazio di Loyola, patrono del paese. L’edificio, che si presenta con un’accogliente navata centrale, eretto a fine Seicento è adiacente all’ex collegio che oggi ospita la canonica ed è reso accessibile tramite una doppia scalinata. Altra chiesa da non farsi sfuggire è quella, completamente intonacata di bianco, dedicata a San Lussorio, santo molto venerato in paese, che si trova alla fine del lungo corso.

Di notevole fascino la chiesa di Santa Croce o Santa Rughe, seminascosta tra le vie del centro storico, ritenuta essere la più antica del paese. Un tempo, questa chiesa, era la sede dell’omonima Confraternita originariamente chiamata “dei disciplinanti” per via della disciplina, uno strumento con cui i confratelli si flagellavano durante i riti delle settimana santa. Da non perdere il crocifisso ligneo custodito all’interno, di bottega napoletana e risalente al XVIII secolo, avvolto dalla leggenda secondo cui sarebbe sufficiente toccarlo per scatenare violenti temporali accompagnati da fulmini e tuoni.

Di straordinaria bellezza anche gli affreschi della chiesa intitolata a Nostra Signora d’Itria, il cui culto è reminiscenza dei sei secoli di influenza bizantina nell’isola, e che inizialmente era dedicata a San Bernardino.
Le altre chiese presenti nel paese sono quella di Nostra Signora del Carmelo, di Nostra Signora di Buon Cammino, di Nostra Signora di Bonaria, di San Giuseppe, di Sant’Anna, e di San Francesco da Paola con convento annesso. Sono quattro le chiesette ubicate nelle campagne di Oliena: il santuario di Nostra Signora di Monserrata, la chiesetta di Nostra Signora della Pietà immersa nella verde area de Su Gologone, quella bianca di San Giovanni e la vicina chiesa diroccata di Santa Lucia.

Ad eccezione della prima, io ho avuto la fortuna di visitare tutte e tre le altre chiese. La chiesa della Pietà, originariamente intitolata a Nostra Signora de sa vena (col termine sa vena in sardo si indica una sorgente d’acqua) è addossata a un costone roccioso nell’oasi de Su Gologone e nella sua semplicità è straordinariamente bella. Merita una visita!

Lungo la strada per Su Gologone si trovano poi, una di fronte all’altra, la chiesa di Santa Lucia in stato di abbandono, di cui si possono ammirare le rovine avvolte dal mistero e dall’oblio, e il bianchissimo santuario campestre di San Giovanni composto dalla chiesetta e dalle cumbessias che la circondano,  davanti al quale si erge un ulivo secolare che generosamente offre ombra ai passanti.

Dal punto di vista naturalistico Oliena ha tanto da offrire. Uno dei siti maggiormente conosciuti è senz’altro rappresentato dalle sorgenti de Su Gologone, la principale fonte carsica in Sardegna, che si caratterizzano per un’ambientazione unica, costituita dallo specchio d’acqua dove si affacciano le altissime pareti rocciose a strapiombo e una rigogliosa vegetazione.

Nell’area circostante è possibile anche effettuare diverse attività sportive, dal trekking allo speleoturismo, dal kayak alle escursioni a piedi. Ci sarebbero ancora innumerevoli cose da raccontare su Oliena, sulle sue risorse culturali e archeologiche, sulla bontà del suo pane caldo appena sfornato, su  Su Durdurinu la tipica danza, sui paesaggi meravigliosi che si osservano dal Supramonte.

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