“FAEDDA-LU SU SARDU!” AL CIRCOLO PEPPINO MEREU DI SIENA: UNIDADE E DIVERSIDADE LINGUISTICA DE SARDIGNA

Il circolo Peppino Mereu di Siena sta rinascendo con la promozione di tante attività culturali, e soprattutto cercando di aggiornare i tanti sardi da tempo emigrati , in dialogo con i giovani appena arrivati, sui grandi temi della Sardegna contemporanea: la sua storia, la sua lingua, la sua letteratura.
Il 2 giugno nella nuova sede del Circolo è stato affrontato il tema :”Faedda·lu su sardu!” Unidade e diversidade linguìstica de Sardigna.
E’ stata Simone Pisano, responsabile per i circoli dell’Italia centrale e docente di Glottologia nell’ Università di Roma, a dover relazionare in merito al tema.
Pisano è un esperto straordinario della linguistica sarda, ha fatto tante ricerche e studi ‘sul campo’ e conosce benissimo le varietà parlate localmente. La sua relazione è stata una sorta di autoanalisi linguistica per ogni partecipante e per la sua varietà di sardo. Una presa di consapevolezza della ricchezza di forme parlate che esiste in Sardegna e al tempo stesso della difficoltà a produrre una lingua unica e comune, se non in tempi lunghi e puntando su una ampia diffusione di massa di tutte le varietà presenti.
Attraverso colpi di glottide, nasalizzazioni, metatesi presentate anche con esempi didattici raccolti dai parlanti e raccontate con efficacia, e facendo pronunciare ai presenti i loro modi locali, questa lezione di linguistica è diventata una sorta di polifonia. Ma anche una sorta di ricapitolazione della storia della documentazione del sardo a partire dalle prime attestazioni medievali già varie e plurali anch’esse.
I temi della politica della lingua sono invece rimasti sullo sfondo, anche per la evidenza della complessità. L’approccio critico, la necessità di non fare ipotesi azzardate in assenza di documenti, di non inventarsi storie inesistenti per favorire un punto di vista politico è apparso come uno dei tratti del metodo scientifico usato da Simone Pisano.
Il tema dal quale siamo partiti Faedda·lu su sardu!” lo si è visto nella grande varietà del presente e nella progettualità lontana forse utopica ma appassionante di una lingua sarda futura che non si fa a tavolino ma riflette nuovi processi culturali in una Sardegna dinamica meno internamente conflittuale, più ricca di cultura anche delle sue stesse varietà linguistiche.

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