IL GRANDE IMPEGNO A ROMA VERSO LA SARDEGNA DEI SARDI EMIGRATI DEL GREMIO: I VOLUMI DI SANDRO DESSI’ DEDICATI A GRAMSCI

di LUISA SABA

Ripetutamente, ma senza ripetività, il Gremio dei Sardi ha ricordato  negli ultimi tempi la figura di Antonio Gramsci. In particolare  mi riferisco  a due eventi, il primo dei quali è la presentazione dei tre volumi  di  Sandro Dessi, ” Il Mondo di Antonio Gramsci” , realizzata in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria del 18 gennaio 2018.  Il “Mondo di Antonio Gramsci” ripercorre la vita del pensatore di Ghilarza partendo dal quotidiano e dai luoghi che hanno contribuito a costruire la sua personalità.  Attraverso il linguaggio del fumetto e le raffinate illustrazioni  curate dallo stesso Dessì e da Viviana Faedda, l’opera guida   cronologicamente il lettore nella biografia gramsciana, con una versione trilingue, sardo, italiano, inglese ed ha come compito precipuo quello di  far conoscere Gramsci nel mondo della scuola e in particolare degli adolescenti.

Il secondo evento è il racconto della  vita di Gramsci  cantato dal coro di Neoneli  in un memorabile incontro canoro avvenuto il 28 aprile, nei locali del Gremio a Roma.

C’è un filo rosso  che lega i due eventi  e in genere la ripresa dell’interesse sulla vita di  Gramsci, che non è visto solo come l’icona che ha fondato il partito Comunista e muore come martire della resistenza antifascista, ma viene rappresentato e..cantato come  uomo che con le sue scelte quotidiane  e  il suo esempio di rispetto consapevole e coerente a regole morali testimonia  un modo di fare politica e di professare la propria coerenza ad un ideale di  vita  che può essere indicato ai giovani di oggi  come la strada maestra  della partecipazione democratica e della civile  convivenza. A chi più giovane non è,arrivailmessaggio di custodire e trasmettere i valori  di  un umanesimo  che può parlare ai posteri perche sempre attuale  ed è tanto più forte quanto  piùsi riesce a collocarlo nella  temporalità. “Rivivere la  temporalità  di Gramsci, dice  Giuseppe Vacca (Vita e pensieri  di A. Gramsci, Einaudi 2012), a lungo presidente della Fondazione Gramsci, nella circostanza dei Tenores  relatore di prestigio insieme a Giorgio Macciotta presidente della Fondazione Casa Museo Gramsci di Ghilarza, è la premessa necessaria per consentire  a Gramsci la capacità di parlare anche a noi. Storicizzare non significa relativizzare, al contrario tanto più si storicizza, tanto più si arricchiscono le prospettive di lettura e comprensione dei testi gramsciani”.

Le ottave cantate  del coro di Neoneli  si muovono su questa traiettoria temporale ,ripercorrono la vita di Gramsci giorno dopo giorno, dalla nascita ad Ales in un freddo gennaio del 1891 alla  adolescenza sofferente tra Ghilarza e Sorgono,  per continuare con gli attacchi del morbo di Pot, malattia che andava socialmente nascosta e che lo porterà ad una deformazione della schiena; e  poi la gioventù in miseria per le disavventure paterne, l’incontro con il mondo operaio a Torino, l’esperienza torinese e quella russa, l’amore contrastato con Giulia  e la persecuzione  fascista, con la passione  per i libri e lo studio che non lo abbandona mai , e saranno la sua compagnia più fedele anche  nella lunga prigionia  che lo farà morire nel 1937.

Certamente i media usati, la musica, il fumetto, il pluralismo linguistico, rendono il messaggio sia dello spettacolo dei Tenores  sia dei testi di Sandro Dessi  accessibili ad un pubblico vastissimo, dagli anziani  e no che amano il canto a Tenores ai giovani che  amano i fumetti  e comunicano  essenzialmente per immagini.  Tuttavia il merito  che  travalica la splendida impresa artistica musicale dei Tenores  come quella  letteraria  di Sandro Dessi è quello di  farci avvicinare  alla  grande storia  europea del secolo scorso, ed alla storia tout court, ricostruendo le  vicende esistenziali, politiche e affettive  dell’uomo  Nino Gramsci su uno sfondo in cui possiamo  riconoscere  e collocare biografie  familiari, integrare storie personali con storie collettive, storie  di bisnonni che hanno partecipato alla grande guerra, di comunità  interessate alle grandi migrazioni perche colpite dalla grande depressione del 29, la nascita di movimenti sardisti e di faticosi tentativi  di noi sardi di  inserirci in progetti  continentali senza perdere  la nostra identità .Penso che la conoscenza della  storia di  Gramsci  sia un modo per ricostruire  anche  le nostre storie ,” dalle storie alla storia”,come diceva don Lorenzo Milani, trovare  personalmente una serie di significati che abbracciano  le nostre relazioni  umane ed i nostri rapporti sociali attraverso la narrazione di fatti che, messi in versi , o in parole, o in immagini,  ci appaiono come la trama profonda della nostra identità.

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