“RADDOPPIAMO O CE NE ANDIAMO!”: RWM, LA FABBRICA DI BOMBE TEDESCA A DOMUSNOVAS CHE RICATTA LA SARDEGNA

di Paolo Salvatore Orrù

Rwm vuol raddoppiare, altrimenti licenzia. Nessuna riconversione è possibile. Prendere o lasciare. L’alternativa è una sola: “la chiusura della fabbrica e il licenziamento dei dipendenti”, aveva dichiarato Fabio Sgarzi, amministratore delegato della società che fabbrica armamenti a Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente.  La Rwm non ha mai nascosto le sue ambizioni, anzi è sempre stata chiara: se non ci fanno raddoppiare sposteremo la produzione in Arabia Saudita.  Il procedimento di ampliamento – lo ha rivelato youtg.net tv – è stato avviato da mesi. Solo ora però Rwm ha depositato le carte che svelano i dettagli del progetto per la “Realizzazione del nuovo campo prove R140” nei Comuni di Domusnovas e Iglesias. In sostanza, l’azienda vorrebbe “recintare – spiega youtg.net – un’ulteriore area di sua proprietà, attualmente esterna al muro perimetrale della fabbrica, per costruire un campo prove”.

La storia delle armi made in Sardegna è nota (è stata trattata anche da un reportage del New York Times). Gli ordigni prodotti nello stabilimento sono fra le migliori del mercato, ecco perché sono molto richieste dall’Arabia Saudita che le sta utilizzando senza parsimonia nella guerra in corso in Yemen. C’è chi pone qualche dubbio sulla legalità di questi commerci, anche se l’amministratore delegato ha sempre detto che la sua azienda esporta “legalmente”. Se le forze dell’ordine, se la magistratura non è ancora intervenuta ha probabilmente ragione: il tema era già stato oggetto di una serie di esposti che sinora, forse perché già archiviati, non hanno avuto seguito (sarebbe la conferma, sia pure indiretta, del “comportamento corretto” della Rwm). Un concetto che in più di un’occasione è stato ribadito da tutti i governi di destra e di sinistra che si sono sempre espressi sulla legittimità delle autorizzazioni all’esportazione.

La Rwm Italia – controllata della tedesca Rheinmetall – è da tempo salita al terzo posto per giro di affari nel settore della difesa Italia, con un aumento di commesse pari a 460 milioni di euro solo nel 2016. Le nuove autorizzazioni richieste al Governo italiano – ha fatto sapere Archivio Disarmo -, inoltre, risultano essere 45 e comprendono anche l’esportazione di circa 20.000 bombe verso Paesi «MENA» (Medio-oriente e Nord-Africa). L’Istituto di ricerca fondato da Luigi Anderlini nel 1982, che studia i problemi del controllo degli armamenti, hanno più volte messo in dubbio l’eticità della produzione di ordigni utilizzati in Yemen, a causa dei quali si riscontra una crisi umanitaria e sanitaria senza precedenti, è da molti mesi al centro del dibattito nazionale e regionale in Sardegna, dato che la chiusura della azienda avrebbe ripercussioni occupazionali su un territorio già duramente colpito dalla crisi.

Nel maggio del 2017 è stato costituito un “Comitato riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento, la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis Iglesiente”, composto da 23 persone (a titolo personale o in rappresentanza di associazioni) e nato per esprimere una “diversa posizione rispetto al previsto ampliamento della Rwm ed in generale per scongiurare il pericolo che l’economia del territorio possa andare nella direzione di un rafforzamento della industria bellica”. La risposta è negli atti compiuti dalla Rheinmetall.

L’ultimo allerta per un carico esplosivo in partenza da Domusnovas è scattato lo scorso Capodanno. A denunciarlo era stato il deputato di Unidos Mauro Pili, uno dei primi a sollevare il caso della produzione di bombe alla Rwm di Domusnovas. “Si è trattato del primo blitz dell’anno, con un carico di bombe stivate nei container caricati dentro la nave che ha lasciato gli ormeggi del porto terminal poco prima delle 21.30 – aveva ricostruito Pili – Ancora una volta un carico festivo e notturno con il chiaro intento di continuare a nascondere questo perenne traffico di morte che parte dal porto canale di Cagliari”.

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5 commenti

  1. i nazisti le bombe se le facciano a casa loro hanno e stanno rovinando l’europa, per i comodi loro maledetti bastardi.

  2. È un ricatto al quale, per il futuro di tante famiglie, bisogna sottostare.

  3. già c’è poco lavoro nel Sulcis fatelo anche andare via è la fine

  4. Potessi decidere io avrei un’unica risposta possibile: ‘Addio e neanche grazie’. Spiegatemelo pure in tutti i modi che volete ma, fosse anche l’unico lavoro possibile nel raggio di 100 km. (situazione vicina alla realtà per quella zona di Sardegna), io non vorrei lavorare per costruire qualcosa che serve solo ad uccidere altre persone, altre famiglie, altri bambini.

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