RITRATTO BREVE DI ANTONIO GRAMSCI. SINTESI DELLA RELAZIONE DI GIOVANNI CARPINELLI ALL’INCONTRO DI RIVOLI (21 GENNAIO 2018) IN ONORE DEL GRANDE SARDO A 127 ANNI DALLA NASCITA

immagine dell'autore dell'articolo durante il convegno di Rivoli

di Giovanni Carpinelli

Ecco una sintesi della relazione di Giovanni Carpinelli (docente di Storia contemporanea nell’ Università  degli Studi di Torino e coordinatore scientifico della Fondazione Istituto “A. Gramsci” del Piemonte) presentata  all’incontro di Rivoli (21 gennaio 2018) in onore di Gramsci a 127 anni dalla nascita. Si veda in questo sito il link:

http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2018/01/22/a-rivoli-to-successo-pieno-dell%E2%80%99incontro-organizzato-dal-circolo-%E2%80%9C4-mori%E2%80%9D-per-ricordare-antonio-gramsci-a-127-anni-dalla-nascita-ales-22-gennaio-1891/#more-56414

Un ritratto di Gramsci in poche battute non è impresa facile.
C’è un Gramsci prima della morte e uno dopo la morte. Come è accaduto anche per un pittore come Van Gogh qui la fama postuma è di gran lunga superiore a quella del personaggio stesso da vivo. Quando muore nel 1937 Gramsci è quasi uno sconosciuto per il pubblico. Non ci sono nelle biblioteche libri da lui scritti, era un giornalista e l’unica sua opera nota fino ad allora sono gli articoli che pubblicava su giornali o periodici. Al funerale, dietro il feretro ci sono tre persone, o forse solo due, la cognata Tania e il fratello Carlo. Le cose cambiano dopo la guerra. Nel 1946 escono le Lettere dal carcere, che ottengono il premio Viareggio. Tra il 1948 e il 1951 è la volta dei Quaderni in edizione tematica, pubblicati da Einaudi. Un’opera a suo modo imponente, sette volumi. Siamo ancora e solo al Gramsci comunista italiano. Negli anni Settanta soprattutto si arriva al Gramsci pensatore di valore universale, noto per questo anche all’estero, in Francia, in Germania, in Gran Bretagna.

Possiamo allora enunciare un primo giudizio globale. Gramsci con la sua vicenda prima e dopo la morte ha conseguito una grande e straordinaria vittoria contro il destino. Non era molto probabile che a un piccolo sardo nato a Ales nel 1891 potesse toccare un simile destino. Da triplice o quadruplice provinciale a personaggio famoso per la sua opera di pensatore in Italia e fuori. È pure vero che tanto tempo fa un altro personaggio nato in un paesino con un nome simile  – Andes – sarebbe diventato il maggiore poeta  del mondo latino. Stiamo parlando di Virgilio, ovviamente. Andes in questo caso è un villaggio non lontano da Mantova (“Mantua me genuit“, infatti). Posti come Andes o Ales non sembravano predestinare i loro abitanti a un successo planetario. E invece…

Che cosa ha poi detto Gramsci in vita? Ha per esempio scritto nel 1917 un articolo intitolato “La rivoluzione contro il Capitale”.  Già solo per questa vicenda meriterebbe di essere ricordato. Insomma la rivoluzione in Russia è o non è conforme alla previsioni di Marx. Gramsci invoca lo spirito contro la lettera. Non poteva sapere che Marx nel 1881 aveva anche lui in una lettera privata resa nota dopo il 1920 ritenuto possibile una rivoluzione in Russia anche prima che in Inghilterra o in Germania.

C’è poi la lettera del 1926 al Comitato centrale del Partito comunista dell’Unione sovietica. Vicenda complessa anche questa. Gramsci che pure si schiera con Stalin ne esce bene perché sviluppa una critica sul metodo seguito dai vincitori (“Voi state distruggendo l’opera vostra”…).

Qui tocchiamo anche le ragioni della fortuna che Gramsci comincia ad avere qualche tempo dopo la sua morte. Nelle cose che fa e scrive si percepisce una fede comunista vicina allo spirito delle origini. L’obiettivo è l’emancipazione delle classi subalterne più ancora che la vittoria di un partito. In un primo tempo, sulla base dei Quaderni, si è pensato a lui come al teorico della rivoluzione in Occidente (con l’idea dell’egemonia). Oggi appare ancora più giusto vedere in lui un pensatore politico della crisi.

Il pensiero di Gramsci ha un andamento circolare. Per molti aspetti ha la forma di un lungo dialogo con persone assenti. Sarebbe interessante leggerlo alla luce delle categorie elaborate da M. Bachtin (Gramsci è un autore dialogico…). Molti sono i temi trattati. Sempre con una certa originalità, al punto che la sua filiazione da Marx non appare sempre certa. Il segreto del successo ottenuto da Gramsci finora sta di sicuro nella sua opera scritta ben più che nel suo stesso pur notevole e appassionante percorso di vita.

 

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