UNA MONETA VIRTUALE PER I TURISTI DEL FUTURO: SARDCOIN, LA CREAZIONE DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI

Tecnicamente è una criptovaluta come il bitcoin, e infatti si conia nello stesso cuore, la blockchain. Di diverso c’è che non è fatto per accumulare soldi ma per farli girare. Non ovunque ma in un posto ben preciso: la filiera del turismo dell’isola. Si chiama SardCoin ed è la nuova moneta digitale nata nel dipartimento di Matematica e informatica dell’università di Cagliari. Il progetto, finanziato dalla Regione con 270mila euro, coinvolge un cluster di tredici aziende in un primo ecosistema che verrà allargato progressivamente fino a farne la nuova moneta del turista. La blockchain. Ultimamente il successo di bitcoin e delle altre criptovalute ha acceso i riflettori sul potenziale della tecnologia blockchain, la catena di blocchi che rappresenta il cuore delle monete digitali. Questa catena funge da registro pubblico sul quale vengono scritte, in modo sicuro e persistente, tutte le transazioni. Un dettaglio che consente di evitare il fenomeno del double spending, la spendita doppia della stessa moneta. Ma la tecnologia di questa catena di blocchi permette anche di realizzare applicazioni più sofisticate delle criptovalute, come gli smart contracts: è da questi presupposti che è partita l’idea degli esperti dell’università di Cagliari.

La zecca dove verrà coniato il nuovo SardCoin si trova nel dipartimento di Matematica e informatica dell’università di Cagliari. Il gruppo di lavoro, guidato dal responsabile scientifico Michele Marchesi, è formato da una serie di docenti, ricercatori e assegnisti come – per citarne alcuni – Massimo Bartoletti, Salvatore Mario Carta, Michele Pinna e Katiuscia Mannaro. Il dipartimento è già da tempo ai vertici internazionali nel settore dello sviluppo di software e anche nella ricerca – dal 2014, i primi in Italia – sulle tecnologie blockchain.

L’idea di applicare la tecnologia blockchain al comparto turistico non è completamente nuova: progetti pilota sono stati avviati a Dubai e in Norvegia. Ma il SardCoin approccia il problema in modo innovativo rispetto alle altre proposte in giro per il mondo, che bene o male incentivano il turismo soltanto attraverso tecniche di gamification. I ricercatori dell’università di Cagliari vogliono invece mettere a disposizione delle imprese sarde un’infrastruttura che funga da catalizzatore per iniziative di promozione dei servizi turistici regionali. E sarà proprio il coinvolgimento delle imprese del cluster – nel progetto ne sono state coinvolte tredici con varie competenze nella filiera turistica – la chiave per arrivare a una soluzione integrata alle criticità di tutto il comparto regionale.

L’embrione del SardCoin è in una ricerca preliminare, finanziata nell’ambito di un progetto regionale, gli esperti hanno sviluppato un generico sistema di coupon che consente l’inserimento e la prenotazione di servizi di varia natura: aule universitarie, car sharing, hotel e ristoranti e altro ancora. L’evoluzione che i ricercatori hanno intravisto è farne una criptomoneta sarda votata al turismo. Si tratta di un’infrastruttura di smart coupon per la promozione dei servizi turistici regionali da implementare in un cluster di aziende, che potranno impostare come meglio credono le strategie di promozione turistica. La scia è quella del successo di una moneta locale come il Sardex, che incentiva lo scambio di beni e servizi tra imprese. Mentre lo smart coupon funziona in un ecosistema diverso, tra imprese e turisti.

I coupon circoleranno in una grande rete di hotel, ristoranti, musei, agenzie di viaggio, tour operatori, assessorati al turismo e turisti: tutti insieme in un ecosistema governato – e soprattutto blindato – dalla blockchain. La duttilità di questo strumento tecnologico consente di creare carte del turista su misura, secondo le necessità degli enti che andranno a gestirle. Nel caso d’uso più semplice, sarà possibile fornire carte prepagate per accedere ai servizi pianificati.

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