GIOCHI, GIOCATTOLI E GIORNI LONTANI: L’ANTOLOGIA EDITA DA “AMICOLIBRO” CON 14 SCRITTORI ESORDIENTI

di Carmen Salis

Giochi, Giocattoli e Giorni Lontani (Ed. Amicolibro) è il titolo dell’antologia che nasce in un cantiere di scrittura, curata da Giorgio Binnella, fondatore del Cantiere Sabin dell’Accademia D’Arte Santa Caterina di Cagliari. Una sfida per quattordici scrittori esordienti, un dono per il lettore, perché tra le pagine di questo libro forse si ritroverà, tra ricordi  ed emozioni  già vissute, a riconoscerne le proprie. Una raccolta di racconti brevi ben scritti, emozionanti, e soprattutto cari a ciascuno degli autori, perché segna l’inizio di un bellissimo percorso. E proprio a loro, abbiamo chiesto in un’intervista virtuale, cosa ha significato scrivere.

 

CAROLA ATZORI Scrivere è come aprire una porta, entrare in una stanza buia per ritrovarmi dopo qualche passo in un mondo inaspettato, dove incontro personaggi che mi raccontano una storia. Vengono tutti a insegnarmi qualcosa e tutto diventa esperienza. Questo popolo che sta dentro di me, alla fine mi svela, infatti, un sentiero che io percorro con la loro protezione. La pubblicazione mi permette di portare le mie storie in giro come un antico menestrello, e questo mi regala una grande emozione. La speranza è quella di dare qualcosa a mia volta.

 

ELISA BASSANI Per me la scrittura è dare vita ai sogni nel cassetto. Poter far parte di un’antologia come Giochi Giocattoli e Giorni Lontani, mi dà modo di condividere un pezzetto del mio cuore con i lettori, e spero che i racconti possano emozionare. Credo che la scrittura faccia del bene sia all’animo di chi scrive che a quello di chi legge.

 

ANTONELLA CADDEU Scrivere significa lasciarmi andare emozionalmente, fidarmi di me stessa e dei personaggi che racconto poiché portatori di messaggi che devono piacere, incuriosire, emozionare. L’esperienza dell’antologia è stata un arricchimento sia dal punto di vista personale che come lavoro di gruppo, cipredispone al confronto, alla condivisione, alla solidarietà. Altra cosa importante è stata la presa di coscienza: ciò che si scrive si può togliere dal cassetto e condividerlo senza spogliarsi delle proprie emozioni e dei propri segreti, anche quando si tratta di ricordi o di esperienze non facili da esternare.

 

FLEANNA LAI Per me la scrittura é il momento in cui decido di ascoltarmi e raccontare a me stessa (o anche ad altri se vogliono), i miei silenzi. È quando decido di liberare quello che ho dentro, di dare finali diversi alla realtà, colorare emozioni negative, immaginare personaggi nuovi nella mia vita, desiderando di non dimenticare niente della mia esistenza.  Far parte di un’antologia è un’intensa esperienza di condivisione di passioni, paure e ritrovato coraggio con persone che amano scrivere come me. Ogni volta é come prendersi la mano e fare un pezzettino di strada insieme, crescendo insieme. Assaporando passioni comuni o scoprendo spazi nascosti nel cuore dei miei compagni che possono arricchirmi.

 

MARCO LODDE Dopo tanto tempo passato alla ricerca di qualcosa in grado di dare libertàai miei pensieri, ho trovato la scrittura, ma solo da qualche anno ho imparato a riportare i miei pensieri su carta. Personalmente credo mi permetta di dare sfogo a tutto quello che mi passa per la testa (racconti, teatro, saggi). Tramite la scrittura posso rendere reale ciò che immagino, i personaggi che agiscono nella mia mente possono farlo in modo permanente sulla carta, non è paragonabile ad avere un figlio, ma la sensazione che si prova è della stessa natura.  Valido strumento a supporto di questo sono le regole della scrittura, utili affinchéil lettore capisca appieno quello che si vuole trasmettere, come le emozioni che le sensazioni.Cosa vuol dire per me far parte dell’antologia?Significa fare parte di un gruppo affiatato e unito da un solo scopo, ma contemporaneamente significa relazionarsi con molte persone diverse, sostenere tutti e, delle volte, anche discutere e confrontarsi. Ogni autore è una persona e ogni persona è un universo di pensieri e di storie. Un’antologia di racconti raccoglie tutto questo, tutta questa diversità racchiusa in un libro. È fantastico.

 

MICOL E. MALTESI Ho cominciato a scrivere racconti come esercizio. Non sapevo scrivere bene, e ogni giorno, di malavoglia, ero costretta a passare un’ora davanti al foglio. Ho scoperto cosí che, benché avessi problemi a distinguere la F dalla V, scrivere era un gioco molto divertente, e anche se sbagliavo le doppie ai miei amici le mie storie piacevano molto. Ho continuato a scrivere perché dall’essere qualcosa che mi metteva a disagio, è diventato ció che mi fa stare bene. Aver pubblicato un racconto è una bella soddisfazione, in tutta onestá non pensavo sarei mai riuscita a vedere il mio nome in una libreria. Sicuramente è il primo passo verso la realizzazione di un sogno.

 

CRISTIANA MAMELI La scrittura per me è sempre stata un mezzo d’espressione potente, un modo per combattere la timidezza. Essere presente con un mio racconto in questa antologia mi sta regalando tante soddisfazioni. È bello far parte di un gruppo di autori vario ma coeso, e sono contenta di aver contribuito a una rievocazione dell’infanzia emozionante e ricca di sfumature.

 

 

MARIANNA MELES Scrivo per fissare un’immagine, per rivivere un ricordo, per focalizzare un pensiero. Attraverso la scritturacerco di  creare mondi che mi appartengono e che esprimono  i valori nei quali credo. Ho vissuto momenti di emozione edi responsabilità quando ho visto i miei due racconti pubblicati. Quello che avevo scritto non apparteneva più solo a me. Ero riuscita a comunicare qualcosa?

RICCARDO MONTANARO È un po’ come rimettere a posto il garage, scrivere. È farsi largo tra scatoloni rigonfi di roba, probabilmente vestiti. Soppesare tra le mani chiavi inglesi, cacciaviti e altri attrezzi mezzo arrugginiti, e decidere che alcuni di questi possono essere ancora adoperati. Soffiare la polvere da un tavolaccio e scoprire piccoli disegni nel legno incisi con la forchetta. Notare, in cima a una mensola, un cavalluccio a dondolo dall’aria tanto familiare e… la storia arriva. E così, quando hai tutti gli elementi, non devi far altro che sistemarli, dare loro la giusta collocazione. E questo non ti riesce mica subito, all’inizio sono solo dei tentativi, poi riscrivi, ti arrabbi, sudi, esulti, e risbagli. E riscrivi. Il bello è proprio questo.
Una volta terminata, una volta vista la storia, e poi scritta, non puoi che sentirti libero. Spegni la lampadina, chiudi il basculante del garage e ti senti libero. Libero e felice. L’Accademia mi ha fornito gli strumenti necessari per scrivere una storia. Dalla tecnica al confronto con i docenti e gli altri scrittori, dal saper editare un testo alla ricerca del vero in ciò che si scrive. Non solo, mi ha trasmesso anche un concetto fondamentale che vale nella scrittura come nella vita, e che io, da attore teatrale, interpreto così: riconosci le storie che ami veramente e portale avanti con passione e tenacia.

 

VALERIA MURTAS Per tentare di spiegare cosa sia la scrittura per me, devo necessariamente fare riferimento a uno spartiacque: prima e dopo la pubblicazione dell’antologia Giochi, giocattoli e giorni lontani. Prima era semplicemente un’idea, un modo di comunicare, un desiderio, un sogno. Poi quell’idea si è concretizzata in un bellissimo corso di scrittura creativa, quel desiderio si è realizzato in una pubblicazione editoriale, quel sogno sta diventando reale con nuovi progetti. Mi sembra strano “sentirmi” scrittrice, forse suona un po’ presuntuoso, ma il successo dell’antologia a neanche due mesi dall’uscita parla da sé. Il nostro gruppo di ben 14 autori, assortito umanamente e stilisticamente, sta affrontando magnificamente la sfida, a dispetto delle timide aspettative. Ancora oggi scrivere rimane un modo di comunicare, ma con una magia e un entusiasmo inattesi, così come la gratificazione di raggiungere lettori veri e non solo ideali. Sono molto grata di aver avuto questa splendida opportunità!

 

CLAUDIA PILI Scrivere per me è sempre stata una forma di comunicazione, il modo di portare alla luce della mia consapevolezza emozioni, idee, sentimenti che poi danno vita a personaggi e storie. Basta un input proveniente dalla vita quotidiana per far scattare in me l’intuizione iniziale: un colore, un profumo, un nome, una frase. L’esperienza dell’antologia è stata l’occasione per pormi di fronte a immagini e sensazioni dimenticate della mia infanzia. Ho avuto modo di riviverle, rielaborarle, in qualche caso farci pace.

 

DANIELA VARGIU Scrivere è sempre stato un sogno, per poter far uscire tutto quello che ribolle dentro di me, come in una pentola a pressione. Questa esperienza di sta rivelando piena di stimoli e soddisfazione. Credo che chiunque debba seguire i propri sogni. Prima o poi qualcuno si avvera. 

 

STEFANIA SISTI Scrivere é per me esprimere la realtà del mio vissuto e del mondo che mi sta intorno, attingendo alla libera fantasia. L’esperienza dell’antologia é toccare con un dito la possibilità di riportare ailettori, esperienze e fatti che ci hanno toccato in maniera particolare,esprimendo nella libera fantasia il già vissuto.

 

FRANCA SUSI FARRIS Il desiderio di comunicare in forma artistica, si tratti di poesie, narrazione o dipinti, è un’espressione del proprio io. Io scrivo per abbellire la realtà ed esprimere le mie emozioni e sentimenti. Quando scrivo, in effetti, entro in un mondo parallelo, che è più bello della realtà perché è come lo vorrei, secondo il mio sentire, scevro della fatica del vivere. Sognando ad occhi aperti scrivo, librandomi nel mondo onirico, in uno stato che non è veglia né sogno. Quando il lettore acquista un libro, oltre ai nostri racconti avrà un pezzetto di noi, della nostra anima. Si forma un legame fra lo scrittore e il lettore. Un filo dei ricordi che può ricondurre alla nostra infanzia, come nel caso di Giochi, Giocattoli e Giorni Lontani. Ed è sempre vero, anche se il racconto è solo in parte autobiografico e liberamente ispirato dall’immaginazione: è realtà arricchita dalla fantasia. Non per questo è meno vero, perché anche il pensiero e la capacità di creare sono parte di noi. Il mio scrivere rappresenta il modo in cui vivo le circostanze della vita. Questo diverso sentire, oltre alla capacità di sognare e narrare, è ciò che ci rende scrittori, sempre veri e sempre bugiardi. Comunque unici.

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