LA SARDEGNA E QUEL PERCORSO CHE DOVREBBE PORTARE ALLA “ZONA FRANCA”

di Dario Dessì

Ho appreso dal Giornale di informazione politica, economica e sociale LA PROVINCIA del Sulcis iglesiente, che la dottoressa Maria Sanna Randaccio, presidente del comitato Sardegna Zona Franca, ha voluto segnalare ai lettori la Storica sentenza  N. 154 del 4 luglio 2017 della Corte Costituzionale con la quale è stato respinto il ricorso presentato dalla Regione Sardegna a proposito della vertenza entrate. In pratica la Corte ha dato ragione a coloro che da anni si battono perché venga rispettato quanto previsto dal D. Igs n. 75/98 con il quale tutta la Sardegna è stata dichiarate zona franca.

A proposito della succitata sentenza, la Randaccio, ricorda al Presidente Pigliaru che lo Stato Italiano aveva autorizzato l’attivazione in Sardegna delle franchigie fiscali dando la concessione ai residenti dei benefici fiscali che competono a coloro che risiedono in territori svantaggiati e pertanto dichiarati extra doganali. Sempre la Randaccio asserisce inoltre che la Comunità Economica Europea si impegna a rispettare tutti i diritti degli stati membri antecedenti alla nascita della CEE e tra questirientra ovviamente  il diritto all’istituzione in Sardegna delle Zone Franche in quanto previsto all’articolo 12 dello Statuto Sardo, approvato con la Legge Costituzionale n. 3/1949.

E’ovvio che l’applicazione della Zona Franca in Sardegna contribuirà ad eliminare gli squilibri finanziari che sono la causa principale dei problemi economici dell’isola.

Sempre secondo il giornale La Provincia, venerdì 3 novembre il Consiglio Comunale di Domusnovas ha approvato la delibera contenente l’atto di indirizzo per l’istituzione della zona franca al consumo.

Il popolo sardo deve essere informato sul diritto all’esonero da ogni tipo di tributo, avendo acquisito il diritto all’applicazione di Regimi Speciali Fiscali a titolo di compensazione dovuta allo svantaggio geografico ed è decisamente deplorevole il fatto che la stampa, la radio e la televisione non abbiano diffuso una notizia così importante per l’economia della Sardegna e di riflesso per tutti I sardi residenti e non.

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