DIETRO IL TIMIDO SORRISO, LA GRANDE CAPARBIETA’ DI ANNA BASSU DI OLIENA, LA PRIMA DONNA ALLA GUIDA DI QUATTRO CENTRALI IDROELETTRICHE

ph: Anna Bassu


di Elvira Serra

Parla cinque lingue e mezzo: «L’inglese, il francese, il portoghese, l’italiano e il sardo. Da poco ho cominciato a studiare tedesco, ma il livello è ancora elementare». Ed è contraria alle quote rosa: «Credo che gli incarichi debbano essere assegnati per le capacità e il merito, e non sono prerogative né maschili né femminili».

L’occasione per dimostrarlo l’ha appena avuta: Anna Bassu, barbaricina di Oliena, dal primo marzo è stata promossa responsabile delle quattro centrali idroelettriche del Coghinas, nel Nord della Sardegna. È la prima donna a dirigere uno dei sessantasette impianti (Plants Unit) di Enel Green Power, la divisione rinnovabili della multinazionale italiana. Lo stipendio di un ingegnere neoassunto come lei va dai 1.500 ai duemila euro al mese.

Minuta, occhi neri, capelli scuri e lunghi, dietro il sorriso timido nasconde la pervicacia ferrea di chi non può e non deve vanificare uno solo dei sacrifici fatti per arrivare fin qua. «Non sono stati soltanto miei», ammette. Liceo scientifico a Nuoro con 100 e lode, laurea magistrale a Torino in Ingegneria energetica e nucleare con 100, ha discusso la tesi il 17 marzo del 2014 davanti alla madre Caterina e al fratello Giovanni Battista. «Mio padre non ha fatto in tempo a vedermi, è mancato quattro mesi prima».

Da piccola ha montato e smontato infiniti futuri possibili, tutti scientifici. «Volevo fare l’astronauta, poi il medico, poi lo scienziato. Cambiavo continuamente idea, come tutti i bambini». Dopo la discussione della tesi vince una borsa di studio per fare ricerca all’università. Ad agosto dello stesso anno comincia la selezione dell’Enel. A dicembre 2014 inizia l’apprendistato nella centrale idroelettrica di Sondrio. A giugno 2016 viene trasferita in Sardegna. Sei mesi dopo era già assunta a tempo indeterminato.

«Il rientro nella mia isola non l’ho cercato. Ero pronta a fare esperienza ovunque si fosse presentata l’occasione, l’avevo messo in conto. Mio fratello, per esempio, lavora in Algeria, si occupa di sicurezza nei cantieri. Se sono contenta? Certo! Posso andare quando voglio nel mio mare, a Cala Gonone, anche se adesso sto scoprendo altre spiagge: Porto Taverna, Capo Coda Cavallo, l’isola di Tavolara».

Con lei lavorano diciassette tecnici, tutti maschi e tutti giovanissimi, tranne uno, Giuseppe. «È il più grande, ha 49 anni: è stato lui a spiegarmi le dinamiche della centrale quando sono arrivata, si è reso da subito disponibile, senza manifestare pregiudizi o sentirsi minacciato dal mio inserimento. Gli altri colleghi sono apprendisti o hanno appena concluso l’apprendistato. L’età media è sui trent’anni». Una sfida, comunque, e una responsabilità. «È un riconoscimento professionale importante. Sono orgogliosa e onorata di aver ricevuto questo incarico. Voglio crescere, sento di dover dare il massimo».

Anna non è fidanzata. «Non è che non pensi ad avere una mia famiglia, un giorno: sono concentrata sul lavoro perché è capitato così». Non immaginatela, però, come una secchiona tutta studio e lavoro. «Ascolto i Foo Fighters e i Red Hot Chili Peppers, l’estate scorsa sono riuscita ad andare al Festival Jazz di Paolo Fresu a Berchidda, dove vivo ora. Insomma, sono una ragazza normale!». Ed è figlia di Harry Potter. «L’ho letto sia in italiano che in inglese, ma la mia vera passione sono i libri gialli». Tra dieci anni come si immagina? «Più matura e più competente». Tutto qua.

http://27esimaora.corriere.it/

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. È grande la nostra Anna!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *